Sono tornate in piazza anche ieri, sabato 16 maggio – il terzo di fila – le mascherine tricolori per ribadire la loro opposizione alle misure insufficienti del governo Conte e alle restrizioni del lockdown.

A Tortona, un gruppo di 20 persone si è radunato in Piazza Gavino Lugano, e in altre 80 città italiane, da Nord a Sud isole comprese, migliaia di italiani hanno manifestato mantenendo le distanze di sicurezza, indossando le mascherine tricolori ma urlando il loro atto d’accuso contro questo governo. A Roma la protesta è partita da piazza del Popolo, poi centinaia di cittadini si sono diretti sotto palazzo Chigi, continuando poi la loro protesta per le vie del centro della Capitale.


In via dei Due Macelli le forze dell’ordine li hanno bloccati e hanno identificato alcune decine di persone, impedendo ai partecipanti anche semplicemente di poter tornare a casa. 

“Dopo più di due mesi di quarantena abbiamo visto solo annunci – si afferma nelle piazze delle Mascherine tricolori. – Dov’è la tanto sbandierata “potenza di fuoco”? Qui non si vedono rilanci, ma solo ritardi. Nel suo ennesimo show serale Giuseppe Conte ha annunciato una serie di misure del tutto insufficienti.   Solo promesse che non potranno essere mantenute. Dove sono i soldi della cassa integrazione in deroga? Perché centinaia di migliaia di lavoratori autonomi ancora non hanno avuto i 600 euro? Dei soldi in banca per imprese e commercianti neanche l’ombra! E i soldi a fondo perduto? Ammesso che arriveranno saranno pochi e in ritardo! Di una pace fiscale per tutto il 2020 non se ne parla, nessuna sospensione degli adempimenti fiscali né rottamazione delle cartelle Equitalia. Esistono interi settori, come il turismo, che rischiano letteralmente di scomparire.”

Secondo il Movimento della Mascherine tricolori sServono interventi drastici ed epocali per impedire la chiusura di alberghi, stabilimenti, bar e ristoranti.

“I bonus per l’acquisto di monopattini e auto elettriche – prosegue la nota delle Mascehrine tricolori – non sono certo la priorità! Servono regole certe, ma soprattutto applicabili, realistiche, per far riaprire quelle attività che rischiano di non tirare più su la serranda. Quali sono le priorità di questo governo? Vedere un ministro che si commuove per la regolarizzazione di 600 mila immigrati, quando milioni di italiani rischiano di finire disoccupati e in povertà? Quale sarà il nostro futuro? Perché non si è fatto cenno ai fondi per far ripartire la scuola, alla strategia per garantire in futuro una vera istruzione ai nostri figli? Perché si vuole prolungare lo stato di emergenza per altri sei mesi?! Forse a qualcuno la dittatura sanitaria fa comodo? “

C’è il timore che secondo le persone che sono scese in piazza, anche a Tortona, limitare la libertà di movimento o di manifestare, multare chi va in spiaggia o chi osa criticare il governo con una protesta pacifica possa diventare la norma.

“Noi non siamo disposti ad abbassare la testa – concludono le mascherine tricolori – forse avete deciso che l’Italia deve fallire? Che deve uscire in ginocchio da questa crisi? Se qualcuno vuole milioni di disoccupati e milioni di imprenditori falliti, milioni di famiglie alla fame. Non lo consentiremo. Noi combatteremo per difendere il futuro dell’Italia. La parola deve tornare al popolo, questo governo deve andare a casa! Nonostante la repressione e i divieti, noi manifesteremo. E’ un nostro diritto, ma soprattutto è un nostro dovere. Ribellarsi oggi significa amare la nostra Nazione. Perché la mascherina non è un bavaglio.”