I giornalisti non dovrebbero tifare, ma io per i Grigi sarei pronto a tutto. Per me la categoria non conta.

È il pensiero di Biagio Gandini, meglio conosciuto come Gino, decano dei giornalisti sportivi, con un forte debole per I Grigi, la squadra della sua vita della città a cui è stato fortemente affezionato.


Gino è entrato nel Regno dei Più i l mese di febbraio 2019: è impossibile dimenticare il modo con cui ha espletato la passione di giornalista, fortemente amata al pari della sua città, della sua squadra.

Forza Grigi , il suo motto: due parole contengono tutto l’entusiasmo per l’Alessandria Calcio o, meglio, I Grigi accarezzata tante volte con il dialetto, il suo vernacolo tanto amato come i giocatori, affezionato ad entrambi, entrambi sostenute fino all’esalazione dell’ultimo respiro. Ha iniziato per diletto, successivamente ha intrapreso la professione di giornalista sportivo nei ritagli di tempo, continuando con tutta la passione di cui n’è stato capace, al pari d’un navigato professionista, forse meglio, a maggior ragione essendo uomo di sport a tutto tondo, quindi con eccellente competenza. Arbitro di pallavolo, capace di giudicare sul terreno dispute fino al massimo grado, una miscellanea ben congegnata fra calcio e/o Volley, accumunate dalla sfera sia respinta l’una con le mani, l’altra con i calci. La sua carriera inizia a TVA nel 1978, quando commenta gli eventi sul campo con spontaneo trasporto, davanti al microfono, alle telecamere oppure su carta stampata, mai ha tradito la sua innata spontaneità, sapendo scindere bene la vita dello sport con quella di ogni giorno.

Ha collaborato per importanti testate, ha sentito fino all’ultimo la voce de I Grigi parlando, scrivendo con tutto l’impegno in suo possesso, filtrato solo dalla parte della passione. Il suo atteggiamento, severo, non esitava a trascurare le realtà delle azioni sul campo, era rigoroso seppure per tante volte doveva ingoiare le imperdonabili malefatte dei giocatori di casa. L’urlo sfuggitogli per il goal di Marescalco, nello spareggio con il Prato, era stato colto persino dal musicista Paolo Conte, il quale s’è prodigato a cercarlo per complimentarsi. Chi ha lavorato con lui a La voce Alessandrina lo ricorda con affetto, non riuscirà a dimenticarlo per l’atteggiamento professionalmente, disposto a collaborare impartendo ragguardevoli suggerimenti, pur sempre restando rigorosamente rispettoso nei confronti del lettore.

Franco Montaldo