Lei è Marzia Damiani, tortonese, assessore all’Assistenza, Famiglia, Giovani, Anziani e Istruzione ma è anche infermiera presso l’ospedale di Tortona.

Appena iniziata l’emergenza da Coronavirus lavorava in ospedale nello stesso reparto in cui si sono verificati i primi casi positivi da Coronavirus e per questo è stata messa in quarantena.

Una quarantena che finirà dopodomani e Marzia riprenderà il lavoro.

In queste due settimane però è rimasta costantemente in contatto con i suoi colleghi in ospedale e, rivestendo il doppio ruolo di Amministratrice locale e infermiera, è sicuramente una delle persone più adatte per fare realisticamente il punto sulla situazione che sta vivendo Tortona, senza lasciarsi prendere da facili allarmisti o sottovalutare il problema.


L’abbiamo avvicinata (telefonicamente ovvio) e le abbiamo fatto alcune domande.

Come tutti noi sei relegata tra le mura domestiche ma non hai perso il polso della situazione, vero?

Assolutamente no, nonostante la “quarantena” mi sono costantemente tenuta in contatto con i miei colleghi tramite chat. Devo dire che in questo caso, sicuramente la tecnologia ci aiuta a restare vicini.

Qual’è stato il momento più difficile?

Il momento più difficile è stato senza dubbio quando molti di noi, dipendenti della sannità me compresa, siamo stati messi, cautelativamente, in isolamento fiduciario, soprattutto al pensiero dei nostri colleghi rimasti al lavoro ed ai nostri pazienti. Ogni reparto rappresenta una sorta di grande famiglia, con le sue abitudini, amicizie, affetti; le persone ricoverate, molte anziane diventano una parte di noi, insieme alle loro storie e ai loro parenti.

Quindi la lontananza dal posto di lavoro non è stata facile. Come avete sopperito voi che siete stati messi in quarantena?

Ognuno di noi, costretti alla domiciliazione, si è impegnato per far arrivare ai colleghi in ospedale generi alimentari e di conforto (grazie all’apposito servizio istituito dall’ASL), soprattutto con lo scopo di far loro sentire la nostra vicinanza. I turni sono lunghi, il carico di lavoro e lo stress elevati, ma tutti (medici, infermieri, OSS) mettono la propria forza e disponibilità a servizio dei pazienti. Ed è da loro che arriva la nostra forza, dai loro sorrisi e dai loro “grazie”.

Mai,come in questo periodo, soprattutto per il personale sanitario a contatto con malati col virus sono necessari mascherina, guanti ed altri dispositivi di protezione individuale, i cosiddetti DPI. Com’è la situazione in ospedale a Tortona?

E’ vero che ci sono difficoltà a Tortona, come in tutto il Piemonte, a reperire i dispositivi di protezione individuale, ma tutti gli operatori lavorano nella massima sicurezza e devono farlo perché questa è la cosa più importante. In questi giorni moltissimi privati cittadini ed attività commerciali hanno fatto pervenire in ospedale generi alimentari di ogni genere. Un gesto che può apparire banale ma per quanti lottano quotidianamente nelle corsie del nostro ospedale è stato davvero apprezzato. I Tortonesi ci stanno dicendo che ci sono vicini ed è una cosa che fa davvero bene al cuore!

Cosa pensi di questa emergenza da Coronavirus?

Personalmente vedo questa emergenza come una grande prova, come operatore sanitario, come amministratore della città e come madre. Credo che il Sindaco stia svolgendo un lavoro encomiabile, così come i miei colleghi Assessori e tutte le persone che lavorano in Comune che cercano di supportare al meglio la Giunta e la cittadinanza.

Com’è stato essere in quarantena, isolata dal tutti, tu che ha due figlie tra cui una bimba molto piccola nata lo scorso anno?

Questa “quarantena” mi è pesata per diversi aspetti: non poter essere di aiuto ai miei colleghi, in ospedale come in Comune, ma soprattutto dover stare lontano dalla mia famiglia. Le mie figlie, mio marito, tutti i miei cari rappresentano il motore della mia vita e la mia vera felicità. In questi giorni ho potuto vederli soltanto via Skype o da lontano e mi è pesato moltissimo non poterli abbracciare.

Cosa farai adesso che finisce la quarantena?

Fra pochi giorni, completato il periodo di isolamento, tornerò al lavoro e per questo ho deciso, per non mettere a rischio la salute dei miei familiari, di tenerli lontani ancora per un po’. Si tratta di un grande sacrificio, ma necessario. Come ripeto sempre a mia figlia tutto andrà bene, tornerà l’estate, il sole e l’arcobaleno e noi saremo di nuovo felici e tutti insieme.

Ti senti di dire qualcosa ai Tortonesi?

L’unico appello che ha senso fare in questo momento è quello di stare a casa! Fatelo per voi stessi e, soprattutto, per le persone che amate. Fatelo per la vostra città affinché torni presto a sorridere. Fatelo anche per noi operatori!