Oltre 7 mila persone, duemila in più dello scorso anno. Questa l’incredibile affluenza a “Tortona Brick” la rassegna che ha richiamato a Tortona espositori da tutto il nord Italia che si è svolta nel week end al Museo Orsi di Tortona ed è stata un successo.

In tanti sono venuti a vedere le costruzioni artistiche realizzate dagli espositori coi mattoncini Lego, tantissimi i bambini che sono rimasti ore a giovare all’interno del Museo Orsi col materiale messo a disposizione dagli organizzatori tra sabato e domenica.

Un’affluenza che ha soddisfatto i numerosi espositori e pure la Croce Rossa che potrà beneficiare di 600 raccolti con la pesca di beneficenza.

Bambini e adulti felici e tutto al costo di poche migliaia di euro sostenute dal Comune di Tortona.


Ma com’è possibile riscuotere così tanto successo spendendo così poco, senza far pagare, tra l’altro nessun biglietto d’ingresso?

Noi crediamo sia giusto e doveroso raccontarlo perché Tortona Brick è l’esempio di come la sinergia, la collaborazione, la buona volontà, l’impegno di tutti e il “fare rete” invece che campanilismo, siano tutti ingredienti fondamentali per la buona riuscita e il successo di una manifestazione di alto livello, apprezzata da tutti.

Abbiamo deciso di raccontarlo perché siamo convinti che il modello possa funzionare, ma soprattutto può essere esportato verso altri settori del Tortonese e altre categorie perché, come hanno fatto i tortonesi che si sono dati da fare per organizzare questo evento, la stessa cosa può essere fatta per altre manifestazioni e altri generi.

Ma andiamo con ordine.

Fautore e infaticabile organizzatore della manifestazione è stato Andrea Cortesi, titolare di un’azienda locale ma con la passione dei mattoncini. Lui ed altri tortonesi si sono affiliati ad un’associazione che insieme ad altre sparse in varie regioni girano l’Italia per esporre le loro costruzioni realizzate coi lego.

Lo fanno praticamente gratis perché gli organizzatori dei vari eventi offrono loro, al massimo, un pernottamento in hotel e i pasti. Tutto il resto (viaggi, montaggio e smontaggi delle costruzioni e altro) è a carico degli espositori, invogliati a partecipare perché ad ogni evento espositivo viene realizzato un apposito mattoncino con il nome dell’evento che si può collezionare solo se si partecipa. Ed ecco, quindi, la collezione nella collezione, che invoglia gli espositori a sobbarcarsi le spese di viaggio e la fatica col solo scopo, oltre al mattoncino, di vedere apprezzate le opere del loro ingegno da migliaia di persone.

Le poche migliaia di euro di contributo che il Comune ha versato all’associazione (e che rientrano fra quelli versati dagli sponsor) quindi, sono serviti a malapena a coprire le spese, ma il Comune oltre a questo, ha messo a disposizione personale e soprattutto il Museo Orsi.

Già, Tortona dispone di questa grande struttura che in passato è sempre stata utilizzata pochissimo e che, invece, meriterebbe maggiore spazio soprattutto in inverno quando le condizioni meteo non possono permettere esposizioni all’aperto.

Il Museo Orsi può e deve essere utilizzato per esposizioni come questa o altre manifestazioni come fiere campionarie, rassegne, iniziative di ogni genere in grado anche di richiamare persone provenienti da fuori: è grande, ampio, dotato di parcheggio adiacente e ha tutte le caratteristiche per ospitare ogni genere di manifestazione.

Crediamo che se altre associazioni locali si dessero da fare come hanno fatto Cortesi e i suoi collaboratori, il Comune sarebbe ben contento di dare ogni supporto come ha fatto in questa occasione.

Il problema è che non tutti si spendono come ha saputo fare Cortesi che prima, durante e dopo la manifestazione era impegnato ovunque pur essendo uno degli espositori.

La collaborazione, l’abnegazione e la voglia di fare sono ingredienti necessari per la buona riuscita di ogni evento, quando anche altri tortonesi lo capiranno lasciando da parte il campanilismo e la voglia di primeggiare, forse Tortona potrà finalmente decollare.

Di seguito altre immagini dell’evento fra cui tutti gli espositori in un’unica fotografia