Potremmo anche evitare di scrivere l’articolo perché i contenuti e ciò che vogliamo far presente sono già inseriti nel titolo, tuttavia ci sono da aggiungere altri aspetti importanti.

Ma andiamo con ordine.


La primavera 2019 è stata un successo: le ultime tre manifestazioni di un certo rilievo (e ci riferiamo ovviamente alla Festa Patronale di Santa Croce, ad Assaggia Tortona e allo Street Food che si sta concludendo in queste ore) come tutti hanno potuto constatare, sono state molto apprezzate.

Migliaia di persone hanno affollato il centro storico e anche quando il tempo non era ottimale, in tanti si sono fermati a magiare all’aperto a dimostrazione che la voglia di aggregazione e di vivere la città c’è in molte persone.

E’ vero che il cibo è una calamita quasi irresistibile ma non crediamo sia il solo elemento catalizzatore che ha portato e porta la gente ad uscire di casa per restare all’aperto, a scegliere di rimanere a Tortona e non andare altrove, alle manifestazioni che si organizzano nelle città vicine.

Noi crediamo che in tanti tortonesi ci sia la voglia di aggregazione, di stare insieme e di vivere la città. Questo traspare anche dalle piccole iniziative che vengono allestite in centro e sono molto apprezzate: il mercatino delle erbe aromatiche ad esempio, gli incontri, le degustazioni e tanto altro.

Da notare che via Emilia era piena di gente anche quando c’erano i gazebo dei pariti durante la campagna elettorale, soprattutto il sabato pomeriggio, con molti giovani che sembra abbiano ripreso (anche se solo sporadicamente) a frequentare il centro storico: magari anche solo per andare in gelateria o per un apericena in qualche bar.

Questi timidi segnali di risveglio dei tortonesi non devono essere sottovalutati ma, secondo noi, vanno coltivati anche per il futuro e questo può avvenire solo cercando di offrire sempre qualcosa in grado di attirare gente.

Certo non è facile farlo tutte le settimane ma certi segnali sono importanti ed è evidente a tutti che, forse, qualcosa sta cambiando.

Poi c’è un altro aspetto: le persone che in questi ultimi mesi hanno affollato il centro storico di Tortona, anche solo per Cantarà e Catanaj, non erano solo abitanti della città: molti provenivano da fuori, a testimonianza che, quando ci sono le attrattive, le persone rispondono.

Timidi segnali oppure fuochi fatui?

Noi vogliamo essere positivi e crediamo che malgrado tutto Tortona sia una città ancora viva, che attira gente e che invoglia ad essere frequentata.

Naturalmente ci vogliono incentivi, occasioni, manifestazioni.

Comune, associazioni e Fondazione stanno lavorando e le tante manifestazioni allestite insieme hanno dimostrato che SI PUO’.

Si può fare qualcosa di buono ma deve esserci unione.

Unione in tutti i soggetti: chi organizza e chi promuove soprattutto, perché la promozione corretta e a 360 gradi di un evento è basilare.

E’ inutile organizzare qualcosa valido se non si divulga l’iniziativa ma, purtroppo, tante manifestazioni non riescono ad avere il giusto riscontro perché non vengono adeguatamente promosse. E senza riscontro gli sponsor (già pochi) se ne andranno.

Noi crediamo sia giunto il tempo che gli operatori tortonesi e in primis i commercianti, smettano di essere divisi. Crediamo che chi organizza eventi, chi li finanzia e chi li promuove debba deporre le logiche campaniliste o le divisioni pregresse e iniziare a lavorare tutti insieme verso l’unico obiettivo che è quello di valorizzare la città di Tortona, perché divisi non si va da nessuna parte.

Angelo Bottiroli