Il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, non si è tirato indietro e ha affrontato a viso aperto i contestatori che lo stavano aspettando davanti all’ingresso dell’ospedale di Tortona dimostrando – sotto questo aspetto – di avere gli attributi e prendendosi ogni responsabilità sulle scelte sanitarie fatte in passato che hanno visto il drastico ridimensionamento dell’ospedale di Tortona.

“Ci sono certi – ha detto in conferenza stampa che appena arrivano cambiano tutto quello che era stato fatto da chi li aveva preceduti – noi no, noi non siamo così.”

Prima però c’era stata la contestazione davanti all’ingresso dell’ospedale,

A dire il vero la contestazione è stata pacata anche perché ad aspettarlo, con un grande striscione con la scritta “Tortona non dimentica” vista anche l’ora (le 14,15 di oggi, giovedì 2 maggio) c’erano soltanto una trentina di persone, la maggior parte dei quali candidati consiglieri del Centro destra.


Il timore che potesse salire la protesta però è stato reale, perché abbiamo sentito con le nostre orecchie, poco prima, il direttore generale dell’Asl di Alessandria, Antonio Brambilla relazionare al telefono (forse con lo stesso Chiamparino) com’era la situazione e gli umori della piazza.

“Le dica di stare tranquillo – abbiamo fatto presente noi di Oggi Cronaca al capo della sanità alessandrina – si tratta di persone civili, candidati consiglieri che non daranno vita ad azioni violente.”

Non sappiamo se sia stato questo a tranquillizzare il presidente regionale o se, a prescindere, avesse intenzione di affrontare la gente in strada ma lo ha fatto e gliene rendiamo merito.

Così di fronte ad un paio di carabinieri in divisa e ad altri quattro o cinque poliziotti in borghese mimetizzati tra la folla, Chiamparino è andato incontro ai contestatori stringendo la mani alla gente e cercando di spiegare la sua posizione a tutti coloro che, in modo pacato e molto civilmente, gli hanno fatto presente che la scelta di ridimensionare l’ospedale di Tortona a vantaggio di quello novese è stata sbagliata.

Oltre un quarto d’ora in cui Chiamparino ascoltava e replicava ribadendo la bontà delle sue decisioni: “C’erano troppi ospedali uno vicino all’altro in questa zona – ha risposto Chiamparino ai pacati contestatori – e bisognava scegliere. Poi la scelta può essere opinabile ma andava fatta.”

Concetto ribadito anche durante la conferenza stampa che è seguita al secondo piano dell’ospedale Santi Antonio e Margherita dove Chiamparino e Saitta hanno rimarcato che sulla sanità non si torna indietro e ciò che è stato fatto rimane.

L’idea della sanità di avere tanti piccoli ospedali è tramontata e non potrà più ritornare.

!”Ce lo chiede la gente – ha detto Saitta – la gente chiede di farsi curare in ospedali di eccellenza ed è quello che noi abbiamo cercato di dare.”

“In questa zona – ha aggiunto – Chiamparino – c’erano troppo ospedale vicini che facevano le stesse cose senza fare rete e così non andava bene. Il nostro obiettivo, quindi è stato quello di mantenere in tutti gli ospedali le funzioni essenziali e dare ad ognuno un valore aggiunto in più, con un livello qualitativo superiore agli altri. Tortona ha la Senologia che è tra le migliori della regione e a breve avrà la Fisiatria, un reparto di eccellenza che prima non c’era e non sarà in sostituzione a quello di Ovada ma nuovi posti. Questo non è un modello sanitario che abbiamo deciso di seguire per ragioni di cassa ma perché abbiamo dovuto fare delle scelte che ci erano anche state imposte dai conti. Ora che i conti sono a posto possiamo anche andare a Roma a chiedere qualcosa in più e iniziare a pensare come valorizzare i presidi ospedalieri come quello di Tortona. Coi conti a posto potremo anche rivedere delle scelte ma non chiedetemi come e quali perché questo spetta ai tecnici. Di certo, però il modello di sanità che dobbiamo seguire è questo. “

Durante la conferenza stampa è stata evidente l’assenza del Comune di Tortona: nessun rappresentante della Giunta-Bardone era presente; né il sindaco (che ha preferito essere presente ad una conferenza stampa su una manifestazione per le scuole) né assessori, e neppure la dottoressa Pacquola che in ospedale ci lavora.

“Mi spiace – ha detto Chiamparino – che il Sindaco di Tortona non sia presente e mi dispiace perché questo rappresenta un momento importante per il rilancio dell’ospedale di Tortona che diventa un punto di riferimento (per la fisiatria – ndr) a carattere provinciale, ma posso capire.”

Poi è stato illustrato il progetto della Fisiatria che, nella migliore delle ipotesi vedrà la luce e diventerà operativa solo fra due anni, cioé a partire dai primi mesi del 2021. Di questo progetto e di come sarà, tuttavia, parleremo più dettagliatamente in un articolo specifico, visto che – sempre nella migliore delle ipotesi – i lavori inizieranno soltanto nel mese di febbraio del 2020.

Il cronoprogramma, infatti, prevede – sempre nella migliore delle ipotesi – che entro il prossimo mese di giugno verrà indetta la gara, entro fine anno anno ci sarà l’aggiudicazione ed entro febbraio 2020 l’inizio dei lavori che – salvo intoppi – dovrebbe durare circa un anno.

Insomma, ancora tanta acqua sotto i ponti, per cui le cose potrebbero cambiare ancora, ma tutti speriamo di no, perché – e bisogna metterselo in testa – quello di Tortona non sarà più l’ospedale di una volta, non avrà più un reparto di cardiologia ma solo qualche letto, non avrà più un Dipartimento di emergenza come il DEA ma solo un normale Pronto Soccorso.

Non avrà più una pediatria, Punto nascite, Ostetricia e tutti quei reparti prestigiosi, ma sarà un ospedale di secondo livello, magari con qualche eccellenza (Senologia, Ortopedia e altro) ma sarà per le post acuzie, dove andranno a curarsi gli anziani o coloro che hanno necessità di cure post operatorie.

Questo d’ora in poi sarà il futuro dell’ospedale di Tortona, a meno che qualcuno decida di cambiare nuovamente il Piano Sanitario regionale, cosa che, al momento, non è ipotizzabile e forse nemmeno in futuro.

Angelo Bottiroli