L’eleganza femminile ha avuto, da sempre, un artigianato fiorente, molto apprezzato per i manufatti strettamente legati all’esigenze della moda in particolare nella nostra città avvalorata da cappellifici, dall’attività calzaturiera; con essa le borse, cinture, accessori d’abbigliamento: un mondo ormai nei lontani ricordi

La memoria porta nel cuore del 1800 quando le ragazze, nelle belle giornate soleggiate solevano cucire gli abiti, confezionati a misura per le esigenti committenti, sulla soglie delle botteghe affacciate su via Migliara.


La precisione di queste fanciulle è assai nota dalla storia, fra le mura di queste piccoli laboratori pare fosse stato confezionato l’abito da sposa di Madre Teresa Michel; altri illustri personaggi hanno apprezzato il lavoro delle sartine di Alessandria, con la loro manualità, da anni formata nel confezionare vestiti; un’attività, forse, più vicino all’arte dell’artigianato. Dunque la bravura, la pazienza, la meticolosità sono indispensabili nell’attività di sartoria, come il buon gusto, la raffinatezza sono altri elementi utili per  abbellire un capo, usciti alla stregua di miniature, un  intreccio messo al posto giusto, lavorato con raffinata competenza, sottolinea l’esclusività del miglior pezzo del guardaroba, certamente accompagnato dall’immancabile accessorio di riguardo, incastonato lì, per evidenziare l’esclusività della sartoria ov’è stato confezionato.

L’attività, con il passare degli anni, trova sviluppo oltre i confini del centro cittadino espandendosi dapprima nelle periferie, poi nei sobborghi.     

La tecnologia, nel frattempo avanza. Elias Hove  inventa la macchina da cucire brevettata nel 1850, perfezionata  da Isaac Merrit Singer con la posizione in direzione verticale dell’ago, a sua volta modificato con la a cruna in punta; migliora il premistoffa, sincronizza il meccanismo di trascinamento del tessuto, congegna la pedaliera, tutti accorgimenti migliorati, in seguito, da  Gaetano Caspani il quale ha provveduto alla riduzione dei tempi di cucitura, rivoluzionando completamente il sistema meccanico.

Il lavoro manifatturiero è più agevole, accontenta i medici i quali hanno sostenuto gli immani sforzi sottoposti ai muscoli delle gambe, un’enorme fatica per le giovani operaie, applicate a questi … infernali marchingegni… per ore, ore al giorno.

I fratelli Tartara intravedono, ne la macchina per cucire, la loro fonte di sostentamento così, dopo gli anni 30 del novecento, propongono il prodotto agli alessandrini: Alberto s’occupa dell’area cittadina, del novese, del tortonese; Oreste apre bottega a Valenza, ove i calzaturifici si moltiplicano, portando il prodotto nel casalese, nonché in Monferrato.

                                                                                     Franco Montaldo