Lunedì 11 marzo gli studenti della 4^AR Amministrazione, Finanza e Marketing dell’I.I.S. Marconi hanno incontrato Matteo Leddi, giovane e già affermato storico e collezionista di reperti del periodo che va dalle Guerre d’Indipendenza alla Prima Guerra Mondiale, per un nuovo momento di approfondimento storico, questa volta incentrato  sul Risorgimento e sull’unità d’Italia.   In questa occasione, come ha dichiarato lui stesso, Matteo ha presentato la sua prima lezione sull’unità d’Italia a degli  adolescenti, dopo aver organizzato molte delle mostre storiche che, in questi ultimi anni, sono state allestite a Palazzo Guidobono e che hanno riscosso vivo successo e partecipazione di pubblico.

  Attraverso il suo racconto ci siamo immersi in un tempo che sembrava relegato alle pagine dei libri, ma che gli aneddoti, le curiosità ed un ricco ed emozionante repertorio di documenti ed oggetti autentici dell’epoca, hanno invece reso vivo ed affascinante. Dal Congresso di Vienna del 1815, con cui le potenze europee ristabilirono l’assetto del  territorio europeo com’era prima dell’avventura napoleonica allo sviluppo, nel 1820-1830,  dei moti rivoluzionari e di società segrete, come la Carboneria e la Massoneria, che chiedevano libertà, indipendenza e soprattutto leggi scritte, abbiamo rivissuto l’entusiasmo  e gli ideali che hanno portato all’unità del nostro Paese.


  La Prima Guerra d’Indipendenza nasce dall’ideale di Carlo Alberto di unificare l’Italia, dichiarando guerra all’Austria per acquisire il lombardo-veneto ed  alleandosi con la Francia e il Papa. Quest’ultimo, seguito dalla Francia, ruppe in seguito l’alleanza, lasciando il Savoia in inferiorità numerica.  Dopo la dura sconfitta nella battaglia di Novara, Carlo Alberto abdicò in favore di Vittorio Emanuele II. Tra le figure più importanti di questa prima guerra Matteo ha ricordato il Generale Passalacqua, eroe caduto combattendo al fianco del Re e a cui è intitolata la caserma, ora sede dell’Amministrazione Comunale della nostra città.

  Durante la Seconda Guerra d’Indipendenza Camillo Benso conte di Cavour, eccezionale figura di diplomatico e politico, riuscì a stringere una nuova alleanza con i francesi dell’Imperatore  Napoleone III e, attraverso una provocazione, a riaprire il conflitto con l’Austria.  Le atrocità delle battaglie di San Martino e Solferino, portarono ad una presa di coscienza nei confronti degli orrori della guerra, che si concretizzò, nel 1859, con la nascita della Croce Rossa.   Negli anni 1860-1861 l’unione dell’Italia si realizzò finalmente grazie a Garibaldi, “l’eroe dei due mondi”, che  insieme a mille volontari del Nord partì per la conquista del Regno delle Due Sicilie; con lui  un altro eroe “nostrano”, il celebre Alberto Leardi di Viguzzolo.

 La Terza Guerra d’Indipendenza vide la conquista dei rimanenti territori del Santo Pontificio e poi del Veneto nel 1866, grazie anche all’intervento della Prussia  alleatasi con l’Italia per sconfiggere il rivale Impero Austro-Ungarico.     Papa Pio IX, indignato dagli avvenimenti seguiti alla Breccia di Porta Pia, indisse alcuni dogmi, ovvero “verità inconfutabili di fede”, tra cui quelli per i quali i cattolici non avrebbero più dovuto partecipare alla vita politica e avrebbero dovuto assumere per  vero e incontrastabile tutto ciò che veniva dichiarato dall’Autorità Papale.

  Dall’Unità in poi, anche l’Italia  intraprese, come molte altre nazioni prima di lei, un’intensa campagna colonialistica nel Corno d’Africa, acquisendo prima la Baia di Assab in Etiopia ed Eritrea e poi posizionando contingenti militari per ampliare il territorio. Subito  dopo la Campagna di Libia e l’acquisto di altri porti, addirittura in Cina, propizi ad importanti scambi commerciali.

   L’incontro ha coinvolto l’intera classe ed è innegabile che le spiegazioni di questo  giovanissimo studioso, quasi nostro coetaneo, così appassionato alla storia e agli eventi che  hanno caratterizzato la nascita della nostra nazione, ci abbiano portati ad una riflessione personale sugli ideali delle generazioni passate, ideali e sacrifici grazie ai quali si sono concretizzati i principi costituzionali e che hanno faticosamente, spesso dolorosamente,  unito le differenze politiche, geografiche e sociali dell’intera penisola nel nome di un’identità comune, di una lingua, di una cultura e di un’umanità meravigliose.

Luigi GRILLO –  4^AR Amministrazione, Finanza e Marketing