Direttore, nel salutarLa Le chiedo di omettere il mio nome.


Ritorno sull’argomento del viadotto ferrovia chiuso al traffico pesante con alcune considerazioni che non vogliono essere solo critiche ma anche costruttive e di stimolo per chi vigila sulla nostra incolumita’.   Per evitare  che al solito si dica che tutti sapevano ma  poco e’ stato fatto.
Sono state rimosse le transenne ed apposti i cartelli fissi con il limite di 3,5 ton e questo e’ un fatto positivo.
Direi pero’ che in un sistema tutto italiano di “precarieta’”  quasi permanente di controlli nemmeno l’ombra; saltuari forse ma nei fatti non impediscono il traffico  pesante in larga misura.
Chiunque transiti sul cavalcavia, a qualunque ora, notera’ che i veicoli pesanti vanno e vengono si in misura ridotta  nel numero ma ridotta di quanto?  30/40/50%?  Certo non piu’ del 50% ma se si hanno dei numeri, transiti ante e post divieto e sanzioni, basta comunicarli.
Credo che apporre un cartello con dei limiti comporti anche che il controllore vigili sull’osservanza dello stesso in modo appropriato e corretto altrimenti a cosa servono i cartelli ed i controlli?    Vero che coloro che transitano con i mezzi pesanti dovrebbero osservare il divieto, come del resto in parte fanno, ma per evitare che si corrano dei pericoli o li corrano gli incolpevoli che si trovano in compagnia di questi mezzi, ed i treni che circolano al di sotto, cosa e’ stato fatto?
Jersey in cemento non ne sono stati posti per limitare la carreggiata, telecamere per fotografare le targhe dei veicoli salvo errore non ne ho notate, controlli sporadici senz’altro ma se il traffico pesante continua  significa che i divieti ci sono ma il risultato non e’ stato ottenuto.  E per i controllori il risultato, ovvero l’obiettivo principale, e’ stato raggiunto solo parzialmente non in virtu’ del monitoraggio ma in virtu’ del senso civico degli utenti.
Direi anche che se una pattuglia di Guardie municipali controlla i veicoli a fianco del lavaggio auto in circonvallazione, questa mattina, forse dislocarla nel punto nevralgico sopraindicato sarebbe stato piu’ utile.  Organizzazione e metodo in funzione degli obiettivi che si intendono raggiungere e’ da sempre un imperativo per chi dirige.
Occorre anche chiedersi, in presenza di violazioni del divieto continue, quale e’ il messaggio in tema di controlli del territorio che viene trasmesso all’utenza. L’autorevolezza di chi controlla non ne esce certamente rafforzata; anzi.
Cordiali saluti.
Il Tortonese fedele