La notizia dell’arresto di 14 persone e la denuncia di altre 15 per spaccio di droga nel parco dello Scrivia di Castelnuovo che era stato trasformato in una vera e propria centrale di smistamento della sostanza stupefacente ha scosso tutto il paese.

A colpire era anche il fatto che a gestire tutto fosse un giovane di 21 anni: Omar El Abbassi, classe 1997, detto MIMMO.

Ma cosa succedeva all’interno? Innanzi tutto il parco era stato letteralmente occupato dagli spacciatori che mandavano via la gente comune che si avvicinava, poi sul posto, secondo la ricostruzione effettuata dai Carabinieri della compagnia di Tortona, mentre MIMMO inviava SMS e messaggi WhatsApp ai clienti, avvisandoli dell’inizio della vendita, i connazionali si nascondevano tra la fitta vegetazione, dove rimanevano dalla mattina alla sera di tutti i giorni, compresi quelli delle festività Natalizie (giorni in cui le ordinazioni si impennavano), incuranti della pioggia e delle nevicate che l’inverno scorso hanno interessato tutta la zona.

Gli spacciatori, a segnali prestabiliti, anche grazie alla presenza di alcune vedette che controllavano l’eventuale presenza delle forze dell’ordine e portavano loro il pranzo, si recavano verso i numerosissimi clienti per la cessione dello stupefacente. I circa duecento acquirenti identificati erano studenti minorenni, operai sessantenni, bidelli, meccanici, parrucchieri, panettieri, farmacisti, disoccupati e “punkabbestia”. Tra questi vi era chi acquistava per uso personale e chi si riforniva dal “grossista” per poi rivendere la droga a terzi una volta raggiunta la città di provenienza.  I compratori giungevano infatti dal tortonese, da Voghera, da Novi Ligure, da Alessandria, da Acqui Terme, da Canelli, da Genova e da Milano, in quanto i prezzi qui praticati erano estremamente concorrenziali. Un grammo di eroina costava 20 euro mentre con 70 euro si acquistava la cocaina, risultata pura al 90 %.

I consumatori, vista la particolare modalità di vendita, avevano denominato Castelnuovo Scrivia la “Piccola Rogoredo” con chiaro riferimento al quartiere della città di Milano famoso per la presenza di un fiorente mercato di droga all’aria aperta, frequentato incessantemente da tossicodipendenti.

Una volta ottenute le prove necessarie, è stato deciso di operare un blitz, con il necessario intervento delle unità cinofile antidroga dell’Arma, che ha dato gli esiti sperati, sebbene in un primo tempo “MIMMO” fosse riuscito a fuggire, gettandosi tra i rovi, dopo avere colpito il militare che lo aveva bloccato. Le immediate ricerche permettevano di rintracciarlo il giorno seguente a Milano, dove veniva sottoposto a fermo, poi convalidato e tramutato in ordine di custodia cautelare in carcere, dove è attualmente ristretto.