In genere non pubblichiamo repliche su articoli non pubblicati su Oggi Cronaca, ma quello in questione non è apparso su un giornale ma su un gruppo facebook. Inoltre il tema è delicato e importante perché a suo tempo erano migliaia le persone che avevano aderito al Comitato per salvare l’ospedale l’ospedale di Tortona.

Infine, se no andiamo errati, crediamo sia la prima volta che Elena Piccinini, che di quel Comitato era l’anima, spiega pubblicamente perché il Comitato è stato sciolto.

Come andiamo ripetendo da tempo, a noi interessano i fatti e non le generalità delle persone, per cui, anche per non innescare una polemica che non riguarda le pagine di questo giornale, abbiamo volutamente siglato il cognome dei protagonisti.

Di seguito la nota di Elena Piccinini

******************

Elena Piccinini

Gentile Direttore, 

approfitto delle pagine del Vostro giornale per rispondere agli attacchi immotivati e deliranti che in questi giorni sto subendo da parte di certo Claudio C. attraverso Facebook.

Più volte in questi giorni questa persona ha chiesto pubblicamente che fine ha fatto il comitato che doveva salvare l’ospedale. A parte che la parola “doveva” è un po’ fuori luogo. Il Comitato non aveva obblighi verso niente e nessuno. Come tutti sanno (ma a quanto pare Claudio C. non lo sa, evidentemente non ha seguito per niente le varie vicende e si permette di giudicare senza conoscere), il comitato ha provato a fare qualcosa per salvare l’ospedale organizzando manifestazioni, raccolte firme, concorsi per bambini, partecipando attivamente al ricorso al Tar (ricordo che il ricorso al Tar è stato firmato oltre che dai 40 sindaci del tortonese anche da Elena Piccinini e Antonio Lace come coordinatori del Comitato e a nome dei 20138 cittadini che hanno firmato la petizione), ha partecipato a tutte le riunioni e convegni riguardanti l’ospedale.
Perché il comitato è stato sciolto? Semplice: volevamo (non “dovevamo”) salvare l’ospedale e non ci siamo riusciti. Di fronte al nostro fallimento e non sapendo piu che altro inventarci abbiamo deciso che il comitato non aveva più ragione di esistere.
Il Comitato è stato sciolto a novembre 2017 ma di fatto era inattivo già da un anno.
Circa un anno fa alcuni ragazzi hanno creato l’associazione Azione Tortona, con gli stessi obbiettivi del Comitato ma forse con persone più grintose.
A quel punto, una volta cessato di esistere il Comitato mi sono avvicinata ad Azione Tortona.
Infine mi sono legata a Casapound e mi sono candidata alle elezioni del 4 marzo per la Camera.
Tutte queste mie scelte vengono adesso duramente criticate da Claudio C.
1. Io sono una libera cittadina, non ho firmato alcun tipo di contratto con nessuno pertanto non devo spiegazioni a nessuno sulle mie scelte.
2. Il Comitato è stato sciolto molto prima della mia candidatura ma questo poco conta: ero libera di candidarmi anche mantenendo aperto e attivo il Comitato, non c’è legge che lo vieti
3. La mia scelta su Casapound è “normalissima”: i militanti di casapound sono gli unici a essere sempre presenti accanto ai cittadini, organizza raccolte alimenti e vestiario per i più bisognosi, si è interessata in modo attivo ai problemi delle case popolari di Tortona (e dopo il loro interessamento gli organi di competenza hanno iniziato i primi interventi più urgenti)
Inoltre vorrei portare a conoscenza che Claudio C. Nel 2015 aveva contattato il Comitato, spacciandosi per chissà chi con agganci a Striscia la Notizia. Ci aveva promesso di portare il Gabibbo. L’avete visto voi? No? Neanche io.Tutto quello che ha fatto era di mandarci un mucchio di messaggi dove diceva che aveva bisogno di dati per impostare il servizio, senza mai spiegarsi bene su cosa aveva bisogno di sapere.
A proposito di questo si permette di dichiarare il falso dicendo che sono stata io alla fine a rinunciare ad andare a Segrate per preparare il servizio. Questa è una grandissima menzogna e tutta la conversazione è ancora in mio possesso e non si parla mai di andare a Segrate. La conversazione è fatta solo di sue domande vaghe e di sue promesse mai mantenute.
Venerdì Claudio C. ha pubblicamente scritto una specie di articolo dove si riportava un mio commento e l’ha riportato farcendo e condendo il tutto a suo piacimento. Se qualcuno fosse interessato alla verità potrà leggere quel mio commento su un post pubblicato da Massimo G. quel commento era uno dei tanti di una discussione quindi per capire bisognerebbe leggere tutta la discussione.
Infine vorrei ricordare a questo Claudio C e a tutti i futuri Claudio che prima di scrivere certe cose bisognerebbe informarsi meglio onde cadere in figuracce.
Concludo dicendo che se a Tortona ci fossero più persone attive e meno leoni da tastiera forse l’ospedale saremmo riusciti a salvarlo.
Elena Piccinini
Come Direttore di Oggi Cronaca mi sento di aggiungere un aspetto importante: l’ospedale di Tortona è ridotto come vedete oggi perché è stato ridimensionato dalla Regione Piemonte. 
Questo drastico ridimensionamento nasce tutto da un semplice atto: lo spostamento del Punto nascite da Tortona a Novi Ligure, perché è grazie a questo che Novi ha potuto assorbire successivamente i reparti che erano a Tortona in quanto Novi aveva un Punto nascite e Tortona no e questo è stato determinate quando si è trattato di fare un’unico ospedale fra le due città con quello di Tortona “succursale” di quello di Novi e privato di tanti reparti.
Purtroppo la soppressione del Punto nascite di Tortona a favore di quello di Novi Ligure è stata molto strana perchè quello di Tortona aveva più requisiti di quello di Novi Ligure.
Non lo dico io io ma un atto pubblico del tempo di cui ero  venuto in possesso e invece di “fare lo scoop” decisi di consegnarlo a maggioranza ed opposizione, ma NESSUNO tra i politici di allora – inspiegabilmente – aveva deciso di fare ricorso al Tar contro questa decisione. Solo tante parole ma niente ricorso al Tar.
Un ricorso che probabilmente, col senno di poi, avrebbe impedito lo spostamento del Punto nascite e salvato l’ospedale di Tortona.
E’ tutto pubblicato nero su bianco dal pag. 187 a pag 189 sul mio libro “Le Tre scelte della vita” dove svelo per la prima volta che a consegnare quel documento ai politici di allora, fui io. 
Angelo Bottiroli