Nell’ambito dello studio della sociologia abbiamo affrontato un argomento che ci ha particolarmente interessato, quello della devianza e criminalità. Motivo per cui abbiamo avuto l’opportunità di visitare la Casa di reclusione Opera di Milano, venendo a contatto con la vita del carcere e ripercorrendo l’iter che affronta un detenuto. La struttura carceraria di Opera è divisa in tre circuiti suddivisi in base al livello di sorveglianza. Al grado più alto di sicurezza è annessa la sezione del 41 bis, a cui appartengono detenuti che hanno commesso reati particolarmente gravi come associazione mafiosa o sequestro di persona. All’interno del carcere alcuni detenuti hanno la possibilità di lavorare e studiare frequentando istituti tecnici e Università milanesi come la “Bicocca” e la “Bocconi”.

Siamo venuti a conoscenza di un  caso eccezionale: un detenuto, infatti, si è laureato in ingegneria nucleare con 110 e lode. Il carcere Opera si può dire un’eccellenza: infatti, sempre con le dovute misure di sicurezza, permette ai suoi detenuti di lavorare. Per le persone libere questa è la normalità, per i detenuti si tratta di una grande responsabilità e spesso è per loro una dimostrazione di grande fiducia. Durante la nostra visita abbiamo trascorso il momento del pranzo con cinque detenuti ai quali abbiamo potuto porre svariate domande. Si sono dimostrati disponibili a chiarire i nostri dubbi e a parlare della loro esperienza di vita, esortandoci a non commettere i loro stessi errori, a porci degli obiettivi e ad inseguire i nostri sogni, sottolineando la facilità con cui nella vita si può commettere un errore intraprendendo una strada sbagliata. Successivamente abbiamo potuto integrare la visita al carcere Opera con una lezione tenuta dalla insegnante Carmen Cucciniello, docente di scienze giuridiche ed economiche del nostro istituto, Siamo così venuti a conoscenza dei  metodi alternativi alla detenzione e abbiamo ampiamente discusso e riflettuto sull’importanza del carcere per la nostra società. Molti di noi sono entrati ad Opera con tanti pregiudizi, soprattutto derivanti dal pensiero comune, e sono usciti con un’altra idea di carcere. Ci piacerebbe che tutti capissero, come abbiamo capito noi, che il carcere come istituto rieducativo ha il dovere di rieducare i detenuti e prepararli ad un ritorno in società. Se ciò non avviene non è che una sconfitta per tutti quanti noi perché i soggetti sono portati a commettere nuovamente atti devianti o criminali.

 Classe 4G Scienze Umane, Liceo E.Amaldi, Novi Ligure.