Innovazione tecnologica, accesso al credito e formazione del personale oltre alla valorizzazione delle filiere di imprese, del ruolo dei distretti e dell’importanza dell’alternanza scuola-lavoro, con la presentazione dell’accordo “Progettare il futuro” siglato tra Intesa San Paolo e Confindustria Piccola Industria, sono stati i punti principali dell’incontro tenutosi  presso la “Prisma” di Basaluzzo.

Corredato da una informazione importante rivelata daLuca Calò, Responsabile Coordinamento Territoriale Prodotti-Segmenti Piemonte Valle d’Aosta Liguria Intesa Sanpaolo: «In Piemonte a fine anno erogheremo oltre 3 miliardi di euro a imprese e famiglie, con una crescita di oltre il 10% rispetto al precedente esercizio.”  “Progettare il futuro” è un accordo che punta a temi come l’innovazione tecnologica, la cosidetta industria 4.0, ma nell’ambito di una formazione del personale, di accordi di filiera per un più agevole accesso al credito bancario ed a più favorevoli condizioni.

Il progetto è stato presentato  da Tiziano Maino, presidente della Piccola Industria Confindustria di Alessandria che ha introdotto i lavoi; Giovanni Foresti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo che ha illustrato lo scenario macroeconomico; Luca Calò delle Direzione regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa San Paolo che ne ha tratteggiato i punti principali; Gianluigi Viscardi, vice-presidente della Confindustria Piccola Industria che ha relazionato su cosa si intende per industria 4.0 e su fabbrica intelligente. Al convegno sono quindi intervenuti Manuel Alfonso, amministratore delegato di Prima Impianti; Daniele Battaglia del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino; Paolo Musso, direttore commerciale Imprese Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa San Paolo; Alfredo Pollici, amministratore delegato della Notarianni. Il convegno è stato moderato da Domenico Lanzillotta, giornalista economico ed autore di numerosi libri sulle imprese italiane e sulla esigenza di una loro innovazione tecnologica. Un progetto che parte dai 90 miliardi stanziati dal governo per un ammodernamento delle aziende italiane e che ne destina 8 al Piemonte.

Non scelto a caso il luogo in quanto la Prisma, fondata da Valerio Alfonso negli anni Settanta ed ora guidata dal figlio Manuel, è praticamente da sempre all’avanguardia per quanto riguarda la fornitura di impianti nuovi. Il progetto parte da alcuni dati fondamentali: il Piemonte è la prima regione in Italia per investimenti in ricerca e sviluppo, ben superiore alle media nazionale, e la seconda per addetti in ricerca e può contare su una quasi totale diffusione nelle imprese della banda larga e con la maggior parte dotata di un sito internet. Inoltre in Piemonte sono presenti ben 451 start up. E’ stato sottolineato come, per l’industria italiana, costituita soprattutto da piccole e medie imprese, lo sviluppo dell’industria 4.0 ed il relativo piano del governo possono essere la strada per un recupero della competitività e consentire la creazione di nuovi posti di lavoro. Una strada “obbligata” per le imprese che si trovano ad operare in un contesto sempre più accentuato di “villaggio globale” a livello mondiale e dove, per poter sperare di reggere la concorrenza, si deve puntare ad una sempre più marcata innovazione tecnologica. Importante in questo contesto anche una maggiore attenzione alla formazione del personale ed allo sviluppo delle competenze. Un discorso, quest’ultimo, messo in evidenza in particolare da Luca Calò il quale ha sottolineato come l’istituto “San Paolo” con i suoi programmi ha già erogato oltre tremila ore di  formazione su temi importanti quali la digitalizzazione, l’internazionalizzazione, l’innovazione e sensibilizzato sugli stessi argomenti oltre mille imprese.

Un discorso importante riveste per le imprese anche la possibilità di accedere al credito bancario e, per questo motivo, Intesa San Paolo ha creato uno strumento per attestare il valore di una impresa che ha ricevuto il parere positivo della Banca Centrale Europea. Il modello studiato dall’istituto di credito insieme ad una collaborazione con Confindustria, tiene conto anche dei marchi dei brevetti, le certificazioni di qualità ed ambientali, le attività di ricerca e di sviluppo ed il posizionamento competitivo, la gestione del rischio di impresa, la proprietà ed il management. In questo contesto viene valorizzata anche l’appartenenza ad una filiera. “Le prime sperimentazioni-è stato affermato-hanno già dimostrato i vantaggi in termini di facilitazioni di accesso al credito ed a condizioni economiche più vantaggiose.”  Secondo Calò è importante guardare, inoltre, alle politiche fiscali, al ruolo della scuola ed in questo della realizzazione della alternanza scuola lavoro. Secondo il dirigente di Intesa San Paolo è necessario, per le imprese, uscire da una logica di campanile e puntare ad una economica di distretto. Un discorso nel quale rientra quello delle filiere, un modello da valorizzare. Competitività, vocazione internazionale ed evoluzione continua sono i concetti ai quali le imprese si devono uniformare messi in evidenza da Gianluigi Viscardi, presidente di Confindustria Piccola Industria per l’innovazione. “Tre parole chiave-ha affermato-per le imprese che devono essere capaci di rispondere, nel più breve tempo possibile, alle richieste dei nuovi consumatori ed alle sfide di un mercato globale.”

Aggiungendo: “L’accordo siglato con Intesa San Paolo và nell’ottica di sostenere gli investimenti, puntando alla formazione del personale riguardo l’utilizzo delle nuove tecnologie e sulla trasformazione delle imprese.” Secondo Tiziano Maino, presidente della piccola industria Confindustria di Alessandria, l’accordo siglato con Intesa Ssan Paolo consentirà alle piccole e medie imprese di avere aiuti importanti per la propria crescita e questo soprattutto per quanto riguarda l’accesso al credito bancario. Giovanni Foresti della direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo ha evidenziato la necessità per l’Italia di accelerare i propri ritmi di crescita raggiungendo la media dell’eurozona, sottolineando in questo discorso l’incidenza sul sistema economico della industria manifatturiera. Secondo il relatore il piano industriale 4.0 darà una spinta alla domanda interna di beni di investimento. Spinta che, a sua volta, porterà ad un incremento del portafoglio ordini delle imprese italiane e piemontesi della meccanica dove è forte la presenza di industrie che producono impianti tecnologicamente avanzati.

Maurizio Priano