“Cosa ci ha colpito maggiormente di Alfio Quarteroni? La capacità, in una persona di questa importanza e levatura, di spiegarci con estrema semplicità quello che costituisce il suo lavoro di ricerca, e la sua disponibilità ad ascoltarci e a darci consigli semplici e concreti”: questo il commento di uno studente del liceo “Amaldi” dopo l’incontro che la scorsa settimana, al Museo dei Campionissimi, ha avuto, assieme ad altri ragazzi della scuola novese, con il famoso matematico. Ecco il resoconto dell’incontro scritto da Leonardo Tavella e Francesco Storace.

“Grazie alla casa editrice Zanichelli che ha contribuito a portare al Museo dei Campionissimi Alfio Quarteroni abbiamo potuto conoscere, uno fra i più poliedrici matematici al mondo, docente presso il Politecnico di Milano e di Losanna. Quarteroni ha applicato la matematica ai campi più svariati: dallo sport all’ingegneria navale, dall’aeronautica alla geologia, dalla biomeccanica alla medicina. Ha ricevuto importantissimi riconoscimenti: la Cattedra Galileiana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, il premio Galileo Galilei per le scienze, numerosi finanziamenti (Advanced Grant) da parte del Consiglio Europeo per la Ricerca per i suoi progetti. Ci ha parlato dei molti ambiti a noi vicini in cui vengono usualmente applicati modelli matematici per analizzare i problemi, trovare le soluzioni migliori, ottimizzare gli interventi: nei motori di ricerca sul web o nelle previsioni meteo. Ha parlato dello studio condotto dal suo team per la verifica statica di strutture importanti come il Colosseo, o il ponte ferroviario di Acquasanta (Liguria), attraverso simulazioni che ne evidenzino i punti deboli in caso di terremoto. In ambito sportivo ha parlato di “Alinghi”, barca a vela per due volte vincitrice dell’America’s Cup, il cui progetto si è basato sui modelli matematici sviluppati dal suo team, in particolare nello studio di efficienza delle vele e della chiglia (progettata prendendo spunto dalla fusoliera di un aereo). Ha analizzato l’efficienza dei costumi indossati dai nuotatori olimpici e dei modelli di ottimizzazione applicati agli sport di squadra sia per quanto riguarda l’azione di gioco del singolo giocatore, che per l’organizzazione della squadra nel suo complesso (utilizzati, ad esempio, dalla Nazionale italiana di Pallavolo).

Nel finale ha illustrato il progetto a cui si sta dedicando attualmente, “iHEART”: un modello matematico con cui analizzare e rappresentare il funzionamento del sistema cardiocircolatorio in tutti i suoi aspetti, meccanico, fluidodinamico, elettrico. Tutto questo nella prospettiva di arrivare ad effettuare previsioni e diagnosi accurate sui pazienti, evitando esami estremamente invasivi.

Maurizio Priano