Pubblichiamo un’interessante analisi del nostro affezionato lettore (che d’ora in poi chiameremo “Il Tortonese Fedele” per distinguerlo dagli altri lettori che non vogliono firmarsi) che ha ripreso a scriverci dopo un periodo di Black out.


Una lunga lettera in merito alla situazione in cui si trova Tortona, in risposta e in aggiunta alle dichiarazioni del neo segretario del PD Marco Balossino che abbiamo pubblicato ieri.
Abbiamo letto con attenzione la disamina del Tortonese Fedele, puntuale e ineccepibile che è difficile non condividere almeno a grandi linee, soprattutto riferito anni “topici” quelli in cui non abbiamo più avuto nessuno che picchiassi i pugni sui tavoli del Potere.
Aggiungiamo solo che una parte di responsabilità, a nostro avviso, ce l’hanno anche i tortonesi e non soltanto i politici da loro eletti.
Il menefreghismo che regna in città verso i problemi locali dove veramente in pochi si tirano su le maniche per affrontarli, è qualcosa di lapalissiano che non si può nascondere, così come la piaggeria dimostrata da certe persone, il falso buonismo e tanto altro che fa pensare che il detto “Tortonesi falsi e cortesi” non sia poi così sbagliato.
E ora vi lasciamo alla lettura di questa analisi che merita tanto di cappello.
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Direttore, nel salutarLa Le chiedo di omettere il mio nome.
Come sempre leggo con interesse cio’ che riguarda le nostra zone ed in particolare oggi quanto scritto dall’Avv. Balossino nella Sua lettera aperta; se e’ concesso chiamarla in tal modo.
Personalmente mi sforzo, almeno inizialmente, di non connotare politicamente gli scritti od i discorsi perche’, molto spesso, i manifesti delle parti si assomigliano e si adattano perfettamente gli uni agli altri con la sola sostituzione, nel caso che ci riguarda, di “fiamma” con “falce e martello” e di “sinistra” con “destra”.
Se non sapessimo che quanto apparso sul Suo giornale e’ uno scritto dell’Avv. Balossino potremmo interpretarlo come pensiero del Segretario del centrodestra?  Senza i riferimenti identificativi quali “fiamma” e “sinistra” dove potrebbero essere le differenze?  Fare l’analisi delle cose che non vanno sono d’accordo ma per migliorare la situazione che cosa si propone?  Concretezza che non leggo; ne a destra ne a sinistra.
Se non sappiamo “governare” i parcheggi cittadini, e non lo sappiamo fare, possiamo ipotizzare di lottare per l’ospedale?  Se nelle situazioni gia’ regolamentate abbiamo difficolta’ in quelle complicate come ci muoveremmo?
La politica, la maggioranza, la minoranza nel nostro contesto sono sostantivi e nulla piu’; sono le persone che fanno la differenza. Sempre. 
E in questi ultimi trent’anni la differenza, con Voghera e Novi Ligure, si e’ vista eccome. O ci sono dei dubbi?  I territori esprimono personalita’ politiche che pur occupando ruoli assimilabili raggiungono risultati concretamente di ben diverso spessore; nei comuni come nelle regioni.   Difendere un ospedale, portando a casa risultati concreti, non penso sia paragonabile al programma per la lotta contro le zanzare nel periodo estivo. Con tutto il rispetto naturalmente per il lavoro e l’impegno di tutti.
Il tessuto industriale si e’ degradato?  Certo la crisi ha mietuto ovunque realta’ importanti ma la crisi del tortonese e’ stata ed e’ anche una crisi di imprenditori; giustamente come ricordatoci.  Oggi abbiamo uomini con una preparazione a livello d’eccellenza ma ieri c’erano fattori che non sono “allenabili”, in ogni campo esistono le “qualita’ non allenabili” ben conosciute dai motivatori e dai coach, con i percorsi scolastici: l’entusiasmo e la volonta’ di provare a fare qualcosa di diverso.
Ieri, dal dopoguerra in avanti e quindi in un contesto difficilissimo, uomini tortonesi hanno rischiato ma l’entusiasmo,la volonta’ e la determinazione hanno fatto la vera differenza.  Tortona era la citta’ delle sirene, quelle che chiamavano in fabbrica e negli uffici a piu’ riprese i lavoratori, oggi?   Puo’ essere solo la crisi di questi anni?
Abbiamo perduto il tribunale per decisioni contro cui nulla si poteva politicamente ma abbiamo perso l’Inps, e si sapeva con due anni di anticipo almeno ed a parte qualche battuta pre elettorale locale, in concreto cosa e’ stato fatto? L’esperienza personale mi ha insegnato che quando ci si siede ad un tavolo per trattare occorre presentarsi con proposte e/o controproposte concrete e fattibili subito (ovvero senza lungaggini burocratiche) perche’ affermare che i cittadini sono malcontenti equivale a cosa?  Se poi proposte sono state fatte si dica quali e non si affermi che “non ci hanno ascoltato” perche’ fare una affermazione del genere e’ come dire che “avevamo poco o nulla da dire”.
La stazione ferroviaria negli anni ha perso di importanza ed affermare oggi che e’ una struttura in via di chiusura e’ sbagliato?  
Abbiamo perso il comando della Polizia Ferroviaria, e qui si parla di sicurezza di un luogo specifico ovunque concentrato di personaggi equivoci, a vantaggio, se non erro, di Novi Ligure. E cio’ e’ frutto solo del destino avverso?
Dell’ospedale cittadino che dire?  E’ stata una sconfitta eclatante; sconfitta politica pero’.  Io ricordo che quando scrivevo che nella vicina Voghera, ben prima che a Tortona si arrivasse al dunque, si dava per scontato l’esito  attuale ho raccolto solo critiche. Il pensiero di chi in oltrepo’  “era la sanita’, nel vero senso della parola  e non c’e’ necessita’ di fare nomi, era la certezza del politico di professione che ben conosceva i meccanismi di queste logiche ma soprattutto viveva il suo territorio. Destra e sinistra si rimpallano come al solito le responsabilita’; quelle responsabilita’ che erano e sono solo politiche ed ascrivibili a quelle giunte, Sindaci in testa, che negli ultimi vent’anni o non hanno fatto o non erano in condizione di fare nulla per tentare di salvare il salvabile.  Occorre ammettere le sconfitte perche’ e’ da li che si parte per migliorarsi.  Per comprendere meglio come Tortona abbia saputo costruire un ospedale fiore all’occhiello delle nostre valli basta che si giri per i corridoi, anche dove ha sede il centro trasfusionale,  e si leggano i nomi di coloro che hanno contribuito a raggiungere tale obiettivo.  Non servono proclami, basta leggere e riflettere.
Tortona a mio modesto parere si e’ arroccata attorno ad un castello che non c’e’ piu’; attorno a noi hanno corso mentre noi abbiamo camminato credendo nell’immutabilita’ delle cose. Oggi siamo isolati in buona sostanza; come citta’ ma anche e soprattutto nei salotti buoni della politica che conta. Con questo l’inversione di tendenza c’e’ pero’ si deve tenere conto che piu’ o meno trent’anni di continuo camminare all’indietro non si correggeranno in pochi anni; in nessun ambito e questo deve essere chiaro a tutti.
La domanda di ieri e quella di oggi e’; il tortonese ha fatto crescere politici locali in grado di fare gli interessi del territorio?  Io direi proprio di no; e questo e’ un errore che parte da molto lontano.  Se e’ vero che a certe sconfitte ci si deve arrendere, come per il tribunale, in quanto frutto di decisioni che non ci hanno coinvolto ne potevano e dovevano farlo,  per altre io domando se il peso politico di Tortona, senza offesa per nessuno, poteva competere con Novi e Voghera.
Perche cito Voghera?   La quasi chiusura dell’ospedale di Tortona, essendo Voghera la citta’ piu’ comoda per parte degli abitanti di Tortona ma comoda anche per quelli delle nostre valli prossime alla Valle Staffora, va a tutto vantaggio di Voghera che, oggi piu’ in difficolta’  di ieri nella gestione dell’assistenza dei pazienti provenienti da fuori provincia, otterra’ i finanziamenti necessari per riammodernarsi ed affermarsi. (vedi nuovi primari). Stesso discorso per Varzi che, accomunato a Tortona per il ridimensionamento, con forza politica locale innegabile ha di fatto riconquistato finanziamenti ed importanza strategica.
Certo Tortona e’ sfavorita dalla vicinanza di Voghera ma con Novi, strutturalmente l’ospedale di Tortona era ben altra cosa, la sconfitta e’ stata solo ed esclusivamente politica.  O si e’ in grado di dimostrare il contrario?
Dimostrare con i fatti perche se la scelta politica ha premiato Novi non e’ stato proprio casuale.
Quanto alle banche, hanno aperto ovunque sportelli senza una vera e propria necessita’ anche per ragioni “politiche”, oggi si stanno ridimensionando e le chiusure in Tortona e nelle valli, come su tutto il territorio nazionale, sono la testimonianza concreta di un fenomeno che e’ solo all’inizio. Il vecchio modello di banca, anni 70, che faceva “sviluppo” andando direttamente da privati ed aziende, di alto livello, oggi chiamato “private banking”, accantonato una ventina di anni orsono, costava poco in termini economici e produceva molto. E lo dico per esperienza personale.   Mettiamoci anche le banche on line, ormai ogni Istituto ne ha una,  la necessita’ di contenere i costi per il semplice fatto che la “torta” si e’ ridotta, la riduzione del personale legata si alla tecnologia ma anche al fatto che negli anni 70 la politica ha di fatto, come in alcuni settori pubblici, monopolizzato la gestione delle risorse umane con assunzioni “a pioggia”  con la conseguenza che oggi si deve “dimagrire” o scomparire.  E poi diciamoci anche i i patrimoni sono gestiti con riservatezza altrove; certi patrimoni naturalmente.
Sono andato troppo lungo e mene scuso con l’aggiunta del fatto che gli argomenti sono tanti e complessi, ed oltretutto non certo alla portata di un comune cittadino, che andrebbero affrontati singolarmente in altre sedi.
Cordiali saluti.
Il Tortonese Fedele