Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista realizzata al presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona Dante Davio. Dopo il Bilancio adesso si guardala futuro con nuovi progetti.

Dante Davio

Presidente Davio, parliamo del futuro. L’organo di indirizzo della Fondazione, fatti i debiti conti ha stabilito che nel 2018 verranno erogati a fondo perduto, tolti i 700 mila euro per la residenza Lisino, 1 milione e 800 mila euro: pochi territori hanno fondazioni che investono così tanto denaro e la Comunità , ma come fate in un periodo di crisi come questo ad essere così virtuosi?

Alla luce di quanto appena detto la presenza di una Fondazione è oggi divenuto un fattore determinante per una comunità.

Dal 2000 ad oggi la nostra Fondazione ha erogato al territorio quasi 53 milioni di euro, dal 2008, anno dell’inizio della crisi di cui ancora oggi ne percepiamo l’onda lunga, oltre 27 milioni.

La scelta in allora dolorosa di cedere totalmente la partecipazione nella banca è risultata, dati alla mano e cronaca economica alla mano, senza alcun dubbio lungimirante.

Poniamo la massima attenzione alla gestione del patrimonio, ricerchiamo i migliori gestori che ci possano accompagnare in questo processo vitale per il nostro Ente. Un piccola dose di fortuna e tanto buon senso. In un epoca finanziaria di tassi di interesse ai minimi storici è comunque sempre più difficile conseguire l’obiettivo di rendimento prefisso a inizio anno. Ma siamo qui per cercare di fare sempre il meglio.

 

Se non andiamo errati nel 2018 verranno erogati 475 mila per il settore arte, attività e beni culturali 475 mila per il settore di educazione, istruzione e formazione; 300 mila per salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa; 350 mila per sviluppo locale; 200 mila per interventi di minore rilevanza. C’è qualche progetto particolare sul quale è possibile anticipare la Fondazione ritiene più rilevante di altri?

La Fondazione lavorerà in stretta continuità con le linee dettate dall’Organo di indirizzo per il triennio 2017/2019. Quindi progetti pluriennali già avviati, soprattutto nel settore dell’istruzione e occhi sempre attenti alle esigenze del territorio, soprattutto con riferimento ai giovani e alle fasce più deboli.

 

Da diversi anni avete portato avanti un progetti di cui forse si parla poco ed è un peccato. Mi riferisco all’Accademia delle idee Carlo Boggio Sola che finanzia progetti per i giovani. Vuoi parlarcene brevemente?

L’Accademia delle idee è uno dei progetti che la Fondazione realizza direttamente. Si tratta non solo di un progetto significativo voluto per ricordare un uomo che tanto ha rappresentato per il nostro Ente, ma proprio come lui ci ha insegnato, uno strumento dinamico di costante contatto con il modo dei giovani e della scuola.

Sono numerose le iniziative finanziate ogni anno che permettono un dialogo costante anche con i docenti dei nostri Istituti scolastici. Un particolare ringraziamento deve andare al dr. Angelo Anétra che con particolare attenzione segue quotidianamente l’evolversi del progetto.

 

Il sogno nel cassetto della Fondazione?

Molti. Il più importante è che la comunità percepisca quanto la Fondazione rappresenti un bene prezioso da tutelare, l’ultimo baluardo di una città che negli ultimi anni ha perso, purtroppo, parte della sua identità. Il secondo è che questo senso di partecipazione della comunità ad un’entità amica e vicina ai bisogni della comunità sia vissuta con passione anche da chi sarà chiamato in futuro ad amministrare la Fondazione.

 

Concludiamo l’intervista con un paio di domande personali: cosa spinge un tortonese qualificato professionista come sei tu a sacrificare il suo tempo e la sua professione per mettersi a disposizione della città come presidente della Fondazione?

Il sacrificio in termini di tempo che la carica di Presidente o di Consigliere di amministrazione richiede è ampiamente ripagato dalla soddisfazione di vedere prendere vita un progetto, un’idea che un singolo non avrebbe la forza di realizzare.

Più in generale, credo sia importante che un professionista, un imprenditore o chi nella vita abbia maturato delle competenze amministrative o nei settori di intervento della Fondazione abbia la possibilità di metterle in qualche modo a frutto e a servizio della comunità.

 

Sei soddisfatto di quello che stai facendo in questo ruolo? E cosa vorresti ancora fare che non sei riuscito?

La Fondazione, in rapporto alla sue potenzialità finanziarie ed operative, credo abbia fatto tutto quanto le fosse possibile in anni sicuramente non favorevoli.

In un territorio oggi purtroppo ripiegato su se stesso sono molte che le cose che si spera di poter fare.

Sempre nei limiti delle nostre possibilità erogative, mi piacerebbe che la Fondazione partecipasse ad un progetto in grado di dare la speranza ai nostri giovani di creare sul territorio iniziative imprenditoriali qualificate.