Il 15 novembre la maggioranza decide di presentare in consiglio la mozione “Azioni per limitare l’abuso del diritto di accesso da parte di alcuni Consiglieri comunali, la paralisi degli Uffici comunali e i conseguenti costi a carico del Bilancio comunale”. Non è questione di costi, è questione di democrazia: basta una PEC (Posta Elettronica Certificata) per allegare una delibera o un decreto richiesto. Come ben sappiamo l’accesso agli atti è uno degli strumenti fondamentali che un Consigliere Comunale d’opposizione ha a disposizione per adempiere al proprio mandato. Come se non fosse già abbastanza grave per il processo democratico limitare arbitrariamente la quantità e definire le tempistiche delle richieste, questa giunta si arroga anche il diritto di stabilire quale tipo di atti potrò o non potrò richiedere. L’accesso agli atti permette ai Consiglieri di verificare il lavoro dell’Amministrazione e per tanto, il Movimento 5 Stelle non capisce per quale recondito motivo, dato che le nostre richieste avanzate sono sempre state mirate e giustificabili, abbia fatto accelerare i tempi di approvazione di questo regolamento. Regolamento inspiegabilmente retroattivo, approvato in tutta fretta il 20 novembre individuando in una comunicazione della Prefettura, la causa scatenante di tale impellente necessità. Nel precisare che trovo improbabile che la Prefettura abbia mai comunicato tale urgenza, non vedo alcun motivo per cui si possa giustificare un provvedimento mirato solo a mettere un bavaglio e limitare il diritto all’informazione delle minoranze. Invece di proiettarci al futuro, ritorniamo al passato. Non sarà sicuramente il Sindaco o la maggioranza muta a stabilire l’utilità dei miei accessi atti ma gli enti preposti.

                                                                                                               Nabila Balduzzi  Consigliere Comunale M5S Castelnuovo Scrivia