Alfredo Marinelli e la moglie Maria Felice Cologna, entrambi originari di San Severo (FG) ma residenti a Pontecurone da diverso tempo, sono finiti nei guai in seguito  alle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Tortona con la pesante accusa di aver effettuato  assunzioni fasulle o  matrimoni “fittizi”  di stranieri con cittadine italiane per ottenere soldi e benefici. Lui è stato arrestato, mentre per lei è scattato il divieto di dimora.

Emerge dalle  indagini dei Carabinieri di Tortona e Pontecurone, avviate col supporto del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Alessandria e dell’Ispettorato dell’INPS provinciale, che hanno permesso di mettere in luce un sistema di frodi indirizzate all’Istituto Nazionale di Previdenza nonché per consentire a cittadini stranieri di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno, attraverso assunzioni fasulle o mediante  matrimoni “fittizi” con cittadini italiani.

L’operazione, secondo quanto accertato dai Carabinieri, ha condotto all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di due coniugi titolari di due ditte individuali e di denunciare altre ventinove persone residenti nelle province di Alessandria, Savona, Pavia, Foggia e Chieti, per diversi reati, quali associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e favoreggiamento della permanenza di stranieri nel territorio italiano, nonché tentata estorsione.

Restano al vaglio degli inquirenti le posizioni di alcune decine di persone che hanno avuto contatti ricorrenti con i due coniugi.

Le indagini, avviate dai carabinieri di Pontecurone e del Nucleo Operativo di Tortona nei primi mesi del 2016, hanno preso il via dopo che i militari avevano  iniziato a monitorare le attività intestate ad Alfredo Marinelli e alla moglie Maria Felice Cologna.

In particolare, secondo l’accusa, tramite due ditte individuali intestate ai  coniugi, venivano assunte persone che venivano sistematicamente licenziate dopo aver maturato il periodo minimo necessario all’ottenimento degli ammortizzatori sociali (indennità NASPI e MINI NASPI), e immediatamente sostituite da altri “lavoratori”.

Negli periodo compreso tra la fine del 2014 ed i primi mesi del 2016, sempre secondo l’accusa, è emerso che l’INPS corrispondeva a ex dipendenti delle citate ditte indennità per un importo superiore ai 200.000 euro.

Per dimostrare l’inesistenza di qualsiasi attività lavorativa in capo alle ditte interessate sono stati eseguiti, per diversi mesi, da parte dei Carabinieri, numerosi servizi di osservazione e pedinamento dei “falsi lavoratori” in diversi orari della giornata, che hanno dimostrato la totale inesistenza di qualsiasi rapporto lavorativo, come poi confermato dalle congiunte attività eseguite – con l’ausilio dell’Ispettorato del lavoro dell’INPS e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Alessandria – presso le sedi delle ditte, coincidenti con l’abitazione di Pontecurone della coppia di coniugi indagati.

In alcuni casi, almeno 5, sarebbero stati “assunti” dei lavoratori stranieri al solo fine di consentire loro di ottenere il permesso di soggiorno.

Le stesse persone, sempre secondo l’accusa non disdegnavano anche di organizzare falsi matrimoni con lo scopo di far ottenere al coniuge non comunitario il permesso di soggiorno, richiedendo ovviamente un compenso in danaro per le prestazioni concesse, con il quale provvedevano a remunerare anche gli “sposi” compiacenti.

Al  Marinelli è anche stato contestato il reato di tentata estorsione, in quanto, secondo le accuse, armato di coltello e martello avrebbe minacciato fisicamente e danneggiato l’auto di uno sposo ravveduto, per riottenere da quest’ultimo il  danaro consegnatogli, quando lo stesso rifiutava di effettuare ulteriori pratiche illecite afferenti il suo falso matrimonio con una donna marocchina,  temendo l’intervento dei Carabinieri.

A parziale conclusione indagini, il GIP del Tribunale di Alessandria, su richiesta del P.M., ha emesso un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti del Marinelli  mentre per la moglie è stato emesso un divieto di dimora nella Provincia di Alessandria.

Entrambe le misure sono state notificate agli interessati dai carabinieri.