Brusco risveglio per le quasi 20 mila persone che abitano nel Golfo Dianese e ad Andora che stamattina, domenica 14 maggio, si sono ritrovate senza acqua potabile per l’ennesima volta.

Un rottura di un tubo dell’acquedotto Roja avvenuta nella notte lungo la passeggiata a mare ad Imperia ha infatti costretto gli operai dell’Amat ad intervenire tempestivamente chiudendo l’approvvigionamento dell’acqua potabile dall’unica fonte da cui attinge tutto il golfo dianese e il Comune di Andora.

Il guasto – non di poco conto – dovrebbe essere riparato nel primo pomeriggio, ma aldilà dell’impegno degli operai dell’Amat che si sono messi subito al lavoro, è inconcepibile che 4 località turistiche marine come Diano marina, San Bartolomeo, Cervo e Andora che richiamano valanghe turisti abbiano un acquedotto così colabrodo.

Per carità  i guasti si possono verificare ed è normale in conduttore così vetuste, ma si stanno ripetendo un po’ troppo frequentemente e rischiano di penalizzare il turismo. Ecco perché, visto che si tratta di un problema molto ampio che coinvolge i 7 comuni del Golfo, oltre ad Andora e parte di Imperia e i comuni – da soli – non hanno certo le risorse per provi rimedio, è necessario che qualche ente superiore si attivi per evitare che queste situazioni possano essere così frequenti, o nel caso si verifichino, sia possibile garantire il servizio di acqua potabile attraverso un diverso sistema di approvvigionamento.

Vero che non sarà facile trovare una soluzione, ecco perché è necessario che i comuni si attivino fin da subito affinché gli enti preposti insieme magari a Regione o provincia o altri, visto che è in ballo il futuro turistico e l’economia locale, facciano in modo che certe situazioni come quella di oggi, rappresentino l’eccezione e non invece, la regola e il Golfo Dianese non rimanga più senz’acqua com’è capitato almeno 4 volte negli ultimi mesi.