Gli studenti dell’Istituto Marconi hanno partecipato ai due spettacoli  di un ideale dittico teatrale rielaborato dagli attori della compagnia Teatro Tilt di Genova con il titolo di “Novelle in scena”.  Nella prima rappresentazione il regista Tommaso Benvenuti ha adattato per il palcoscenico i testi di  quattro novelle: “Calandrino e l’elitropia” di Boccaccio, “Don Candeloro e C.” di Verga, “Il treno ha fischiato” di Pirandello e “La Distanza dalla Luna” di Calvino, mentre il secondo spettacolo è stato dedicato interamente all’opera teatrale “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello.

Il filo conduttore delle varie pièces risulta essere l’amore, o almeno quella forma di desiderio ed inclinazione che si manifesta in vari aspetti della vita umana: in “Calandrino e l’elitropia” il protagonista è esaltato dall’idea di possedere questa pietra dagli apparenti poteri magici… In “Don Candeloro e C.”, il burattinaio, nonostante gli affari vadano male, decide di continuare a portare avanti la sua più grande passione, quella del teatro.  “Il treno ha fischiato”  racconta invece la storia di Belluca, un uomo modesto senza particolari qualità, un contabile dedito all’arido lavoro di ufficio e molto legato alla sua pesantissima famiglia: sfiorando la pazzia, Belluca riuscirà, grazie al fischio di un treno, a viaggiare con la fantasia, a liberarsi momentaneamente dai drammi che lo affliggono, rifugiandosi nel mondo del sogno per sentirsi meno schiavo di una vita alienata.  L’ultima novella, “La distanza dalla Luna” di Italo Calvino, è forse quella che ha maggiormente colpito il pubblico ; di ambientazione fantascientifica, ha come tema principale quello dell’amore non corrisposto: il protagonista, Qfwfq, era molto innamorato della moglie del comandante che però decide di salire sulla luna insieme al sordo di cui si era invaghita, il quale, però,  non partirà con lei. La donna non tornerà più da lassù e lascerà il marito che non provava più sentimenti importanti per lei.

Anche la figura della donna, a cui viene data più o meno importanza a seconda dell’epoca in cui è ambientata la rappresentazione, è un ipotetico denominatore comune alle opere messe in scena.

I ragazzi hanno seguito con interesse, assorbiti dalla brevità, ma anche dall’intensità dei dialoghi e dell’azione per tutta la durata dello spettacolo. Al termine, i bravi interpreti si sono messi a disposizione del pubblico con cui hanno interagito  a lungo, lasciando trasparire  la passione per il loro lavoro e la voglia di trasmetterla. Ne è nato un dibattito interessante e costruttivo che servirà senz’altro agli studenti, in particolar modo a quelli delle classi 5^ che lo porteranno nella loro “valigia” di esperienze all’Esame di Stato.

Hanaa BATTE – 5^AR Amministrazione, Finanza e Marketing