Un allegro corteo affollato e festante coi bambini in testa ha raggiunto sabato sera la località Pozza, nei pressi dell’area del Tiro al piattello, dov’era allestista la grande catasta di legna al centro della quale svettava lei: ravégia da brüsà a Carnvà.

Bruciare la vecchia è un antico rito pagano propiziatorio, ripreso dalla tradizione cristiana per celebrare,a metà o a fine Quaresima, la voglia di cambiare, il desiderio di una stagione migliore. E allora al rogo la miseria, il freddo, la fame, le disgrazie, le malattie, le ingiustizie subite, l’inverno della vita! Tutto in fumo, insieme alla vecchiaccia!

L’antica usanza popolare, richiamata anche da Federico Fellini nel suo celebre film Amarcord, tramontata da parecchi decenni, si rigenera per iniziativa dei camminatori di ‘Strada facendo’, con il patrocinio del Comune e della Biblioteca ‘S. Castelli’, in collaborazione con le associazioni di pescatori e cacciatori, dei volontari della Protezione civile, delle guardie ecologiche provinciali e delle tante signore che hanno magnificamente allestito un corposo rinfresco al termine del falò.

E’ interessante notare come tale usanza carnevalesca abbia conosciuto i suoi alti e bassi nel corso dei secoli. Dopo la prima guerra mondiale, ad esempio, la tradizione di ardere la “végia”perse la sua importanza perché il burlesco non era molto gradito alle autorità fasciste; ma l’usanza si è conservata grazie alle osterie, soprattutto quelle di campagna, che tenevano viva la manifestazione per attirare clienti, con un’attrazione che rompeva la monotonia dell’inverno e invogliava la gente ad uscire di casa.

Maria Luisa Ricotti