Dopo Diano Marina anche il sindaco San Bartolomeo, Stefano Urso, si schiera contro la proposta del prefetto di Imperia che chiede ai comuni  del Golfo Dianese di ospitare profughi e migranti.

Qualche nostro collega ha parlato di circa un centinaio di persone, dato che però il primo cittadino di San Bartolomeo non conferma.

“Non mi risulta questo numero – dice – ma a prescindere dal numero, io e anche altri sindaci del Golfo non intendiamo accettare né profughi né migranti sul nostro territorio. Il prefetto fa il suo lavoro, è ovvio, ma deve tenere conto che, oltre a non disporre delle strutture, noi siamo comuni turistici che basano la propria economia  su questo settore e non vogliamo far la fine di altri comuni dove la situazione è diventata esplosiva. la presenza dei migranti rischia di allontanare il turismo, proprio adesso che abbiamo avuto una piccola ripresa rispetto al passato.”

Un  fermo e secco NO quello del sindaco di San Bartolomeo che motiva anche con una serie di ragioni.

“E’ soprattutto un problema di sicurezza  – aggiunge – e del sistema  che, nel mondo in cui è attualmente concepito non funziona. Bisogna soprattutto valutare la provenienza degli stranieri e verificare chi sono per non accogliere persone poco raccomandabili, ma soprattutto bisogna che la loro sia una presenza breve. Sono contrario, in linea generale, ai centri di accoglienza, alla concentrazione di stranieri che vediamo in molte zone d’Italia perché rischiano di creare grossi problemi di ordine pubblico e lo vediamo quasi quotidianamente. Non è in questo modo che si risolve il problema dei migranti e dei profughi e molti sindaci la pensano come me. ”

Un no secco e determinato quello del sindaco di San Bartolomeo fermo in una posizione che dovrebbe essere condivisa anche da tutti gli altri sei primi cittadini del Golfo.

Per Urso ospitare dei profughi in un comune turistico creerebbe un effetto boomerang allontanando i villeggianti. per questo motivo bisognerebbe sedersi a un tavolo, magari, anche col prefetto, valutando bene gli effetti negativi di di questa presenza cercando soluzioni alternative che però non possono e non devono essere quelle attualmente suggerite dal Governo.