I numeri da brivido sui migranti, resi noti dall’assessore regionale Monica Cerutti, riaprono il problema a livello locale di cui non si sa più nulla, soprattutto in relazione al famoso progetto “Macramé” varato dal Comune e dalle cooperative che lavoro e inserimento nella realtà locale. Nessuno dice più nulla.

Ma andiamo con ordine.

Monica Cerutti ha divulgato i dati sui migranti.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno pubblicati sul Cruscotto statistico giornaliero del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione in Italia dal 1 gennaio 2016 al 20 giugno sarebbero sbarcati 56.328 migranti, il 4,36% in meno rispetto allo stesso periodo dei due anni precedenti (nel 2015 – 58.894; nel 2014 – 58.458).

Nonostante ciò nel 2016 i migranti che sono stati inseriti nel circuito dell’accoglienza sono in aumento: quest’anno sono 125.225; nel 2015 sono stati 103.792; nel 2014 sono stati 66.066; nel 2013 sono stati 22.118.

Gli immigrati presenti nelle strutture temporanee piemontesi sono 8.921 ai quali si devono aggiungere i 967 che sono inseriti in un percorso SPRAR (dati aggiornati al 20 giugno), in totale 9.258 richiedenti asilo. In Piemonte è presente il 7% del totale dei migranti che sono in Italia. Più impegnate di noi solo la Lombardia (13%); la Sicilia (11%); il Veneto e la Campania (8%). Infine le nazionalità più rappresentate: il 15% dei migranti è Nigeriano, il 13% eritreo, il 9% del Gambia, il 7% della Costa d’Avorio, della Guinea o della Somalia, il 6% di Sudan, Senegal o Mali, il 4% egiziano. I minori stranieri non accompagnati nel 2016 sono stati 4.541 (dato aggiornato al 3 maggio 2016).

 

Il Piemonte, però va in rete contro la tratta degli esseri umani e si candida al bando del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il finanziamento di progetti per il contrasto al traffico di esseri umani.

L’approvazione della delibera di Giunta che ha dato il via libera al progetto regionale è arrivata in concomitanza con la Giornata mondiale del rifugiato. «È dal 2008 che il nostro ente è capofila del progetto “Piemonte in rete contro la tratta”.

“Negli anni abbiamo coinvolto associazioni, enti locali ed enti gestori delle funzioni socio assistenziali – dice Monica Cerutti – Il fenomeno del traffico di esseri umani è in costante aumento anche sull’onda del tragico fenomeno delle migrazioni: la criminalità organizzata sfrutta i canali con i quali arrivano i profughi per trasferire le vittime di tratta. Domani incontreremo negli uffici dell’assessorato all’Immigrazione i soggetti della rete di parternariato per un primo confronto in vista della scadenza della presentazione di candidatura della Regione Piemonte che è il 9 luglio.”

 

L’obiettivo finale è quello di rendere i minori autonomi, evitando il pericolo di perdere le loro tracce, perché intercettati dalla criminalità organizzata. La prima accoglienza sarà gestita da strutture diffuse sul territorio nazionale con fondi finanziati dal Ministero dell’Interno sul fondo FAMI e consente la presa in carico del minore dal momento in cui arriva in Italia per un massimo di 60 giorni.

“La seconda accoglienza invece – – ha dichiarato Monica Cerutti – deve essere gestita in strutture della reta SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) dedicate appositamente ai minori non accompagnati o mediante lo strumento dell’affido. Le singole regioni dovranno recepire il documento relativo ai requisiti regionali minimi per la seconda accoglienza dei minori. Inoltre grazie al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo in Piemonte per l’anno 2016/17 verranno avviati 12 nuovi progetti SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) attivati dal Comune di Grugliasco, dal CISS di Pinerolo, dal Comune di Chiusano d’Asti, dal Comune di Colleretto Castelnuovo, dal CISA Asti Sud, dal Comune di Novara, Dall’Unione di comuni Comunità collinare Alto Astigiano, dal CIS di Ciriè, dal CISS Ossola, dal Comune di Alessandria, dai comuni di Cuneo, Fossano, Savigliano, Bra e Alba, dal Comune di Moncalieri. «Il tema che coinvolge i richiedenti asilo e che deve essere affrontato a livello nazionale è quello dei tempi di attesa delle Commissioni territoriali e dei dinieghi. Abbiamo registrato un nuovo aumento, probabilmente dovuto anche all’elevato numero di richieste. L’attesa si attesta sugli 8/9 mesi.”

A Tortona invece tutto tace.