Ll Parlamento faccia sentire la sua voce decisiva nella manovra #SALVAVISONI: ogni giorno di ritardo comporta la morte di 550 visoni (quasi 200.000 ogni anno). Questo l’appello che LAV (www.lav.it) ed Essere Animali (www.essereanimali.org) rivolgono ai Senatori della Commissione Sanità e agli Onorevoli della Commissione Agricoltura. Infatti, questo è l’ultimo periodo utile per i parlamentari per allinearsi al 90% degli italiani che già si sono più volte espressi a favore di un divieto nazionale di allevamento di animali per la produzione di pellicce.

Ogni anno, tra fine aprile e inizio maggio, con le nascite dei cuccioli, inizia il ciclo di allevamento dei visoni, che si conclude tra dicembre e gennaio con l’uccisione di questi animali nelle camere a gas: una produzione ripugnante sul piano etico, a cui il Parlamento italiano deve mettere fine avviando l’iter legislativo della manovra #SALVAVISONI.

In questi giorni, con le nascite dei primi cuccioli di visone, anche in Italia comincia un nuovo ciclo di allevamento di animali destinati a diventare pellicce.

Così, con l’hashtag #SALVAVISONI, inizia una nuova mobilitazione nazionale delle associazioni animaliste LAV (www.lav.it) ed Essere Animali (www.essereanimali.org), unite in un fronte comune per chiedere al Parlamento l’approvazione della MANOVRA #SALVAVISONI, ovvero la proposta di legge (sono 3 le Proposte di Legge sul tema, tra Camera e Senato, ferme da anni) che consentirà, se approvata, la chiusura degli ultimi 20 allevamenti di visoni ancora attivi in Italia.

Insieme alla nuova video-denuncia (http://bit.ly/vita-visoni-1-minuto) di Essere Animali che documenta le privazioni cui sono sottoposti i visoni (animali selvatici, semi-acquatici, predatori, che per queste ragioni non possono vivere in gabbia), la LAV pubblica oggi un nuovo dossier con un’approfondita critica scientifica che demolisce tutte le argomentazioni dell’industria della pellicceria (tra cui il progetto WelFur) utilizzate per sostenere una forma di allevamento che non ha più ragione di esistere.

Il “Welfur” è un progetto ideato e finanziato dall’industria della pellicceria, col quale gli allevatori di visoni (ma anche di volpi) sostengono di assicurare un elevato livello di benessere agli animali. Tuttavia, numerosi studi scientifici hanno già screditato i protocolli “Welfur”, dimostrando che tale sistema di certificazione non è in grado di offrire agli animali le condizioni ambientali e gestionali necessarie per il rispetto della loro etologia. 

Tra le principali critiche ai protocolli WelFur

Il dossier “Il caso contro l’allevamento degli animali “da pelliccia” (titolo originale “The Case Against Fur Factory Farming”, nov. 2015, Heather Pickett e Stephen Harris BSc PhD DSc per Respect For Animals), è un’analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del WelFur: sono esaminate nel dettaglio le condizioni in cui vivono i visoni (e le volpi) destinati alla produzione di pellicce in riferimento ai fattori scientifici che impattano sul benessere animale.

L’analisi dimostra che gli allevamenti per la produzione di pellicce sono in contrasto con la già vigente normativa europea in materia di Protezione degli animali negli allevamenti (Direttiva 98/58/CE, punto 21 dell’Allegato: “Nessun animale deve essere custodito in un allevamento se non sia ragionevole attendersi, in base al suo genotipo o fenotipo, che ciò possa avvenire senza effetti negativi sulla sua salute o sul suo benessere”,  oltre che non soddisfare gli standard minimi stabiliti dal Consiglio d’Europa (nella specificaRaccomandazione del 22/06/1999).

Lav – Alessandria