Si chiamano Alessia Bagnaschi, Clara Zuccarino, Gianluigi Balza, Ilaria Gian, Martina Campi, Caterina Tavelli, Giulia Montessoro. Frequentano la classe 2^A del Liceo Classico “A.Doria” di Novi e, accompagnati dalla loro insegnante, Lucina Alice, qualche giorno fa, hanno compiuto una interessante esperienza: hanno scoperto, hanno toccato con mano, la realtà di un giornale. Non quella della redazione, del lavoro che vi si fa, ma quella della vita degli inviati. Hanno ascoltato in diretta inviati di alcuni dei maggiori quotidiani italiani da quattro città poste in differenti nazioni, dagli Stati Uniti ad Israele, dalla Cina al Belgio. “Una esperienza davvero indimenticabile”: così l’hanno definita. Per farla si sono recati a Torino, presso il prestigioso Liceo “Massimo D’Azeglio”.Ci hanno raccontato loro stessi l’esperienza che si sono trovati a vivere.

Avendo aderito all’iniziativa “Il Quotidiano in classe”, che prevede la distribuzione a scuola del quotidiano ogni giovedì mattina, abbiamo avuto la possibilità di recarci al prestigioso Liceo “Massimo D’Azeglio” di Torino per partecipare alla giornata conclusiva del concorso “Intervistando si impara”. Abbiamo potuto vedere ed ascoltare quattro inviati de “La Stampa”, “Il Corriere della Sera”, “Il Sole 24 Ore” in capitali culturali e storiche note in tutto il mondo: Pechino, Tel Aviv, New York e Bruxelles. Pur non avendo vinto il concorso, siamo stati entusiasti all’idea di poter partire verso nuove esperienze, rivelatesi successivamente indimenticabili. Nn sapevamo cosa ci avrebbe atteso, in quel giorno, a Torino e cosa avremmo visto e provato in quell’aula magna….Quanta curiosità e quanto orgoglio per essere stati convocati! Insieme a circa duecento persone tra studenti e professori, abbiamo potuto ascoltare in diretta skype i seguenti giornalisti: Beda Romano da Bruxelles, Paolo Mastrolilli da New York, Guido Santevecchi da Pechino, Davide Frattini da Tel Aviv. Grazie alle domande di alcuni nostri coetanei ed alle risposte fornite dagli inviati, abbiamo compreso il vero significato della parola “giornalismo” ed il faticoso lavoro che si cela dietro a quello che può sembrare un semplice articolo di giornale. Non è richiesta solo una capacità di scrittura che attiri il lettore ma anche una profonda cultura che si guadagna dopo anni di studio, di approfondimenti e di aggiornamenti sull’attualità e sulla storia. Inoltre abbiamo potuto riflettere su realtà drammatiche che hanno colpito più o meno direttamente Paesi extraeuropei ed anche noi cittadini dell’Unione, come l’immigrazione, l’inquinamento, il terrorismo. Ciò che ci è rimasto più impresso è quanto il quotidiano, un oggetto polveroso come lo ha definito il vice direttore de “La Stampa” Luca Ubaldeschi e che noi, giovani di oggi, tendiamo a sottovalutare, possa in realtà renderci cittadini migliori attraverso lo strumento della discussione e dell’attenta e critica lettura.”

Maurizio Priano