Sono due valenzani e un alessandrino, secondo l’accusa, gli autori della sparatoria avvenuta il 26 ottobre scorso al quartiere Cristo di Alessandria nei confronti del bar Alba, un grave episodio che scosse tutta la città.

Si tratta di Antonio Izzo, 35 anni, e del fratello Francesco di 29 entrambi nati a Valenza, già noti alle Forze dell’Ordine e di Daniele Caruso, 37 anni, alessandrino che sono satti arrestati da Carabinieri e Polizia.

L’operazione è stata illustrata durante una conferenza stampa che si è svolta lunedì pomeriggio alle 18 preso al Questura di Alessandria e il movente, secondo quanto emerso sarebbe passionale, cioè nei confronti di qualche rivale amorso.

I tre sono ritenuti responsabili dell’esplosione di circa 60 colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di alcune abitazioni ed auto al quartiere Cristo nonché nei confronti del vicino “bar Alba”. Le indagini, coordinate dal Sostituro Procuratore Marcella Bosco e condotte congiuntamente sia da personale del nucleo investigativo dei Carabinieri di Alessandria che della Polizia di Stato della Squadra Mobile, si sono indirizzate da subito verso i tre e sono proseguite mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento ed articolate investigazioni tecniche e altro.

In particolare, grazie anche alle numerose perquisizioni domiciliari eseguite nei giorni immediatamente successivi all’evento, è stata individuata l’auto utilizzata dai tre la notte del 26 ottobre, peraltro ripresa anche da alcuni impianti di video sorveglianza.

Il mezzo, un’audi A2 di proprietà di una alessandrina, al momento del fatto era nella disponibilità dell’ex-convivente di Antonio Izzo, che, unitamente al fratello, sempre secondo l’accusa, ha percorso più volte le vie del quartiere “Cristo”, esplodendo, intorno all’una circa 60 colpi da un’arma che gli accertamenti balistici individuavano probabilmente in un mitra o pistola mitragliatrice israeliana imi uzi cioè una vera e propria arma da guerra. Le analisi chimiche svolte dal RIS di Parma sull’auto in questione rinvenivano poi 65 particelle di piombo-antimonio-bario, residuo di colpi d’arma da fuoco: i riscontri dei tabulati telefonici hanno consentito, inoltre, di associare la presenza dei tre nel contesto nela zona.

Carabinieri e Polizia ritengono, infatti, che all’ origine dell’episodio vi siano motivi esclusivamente passionali, per chiarire i quali gli occupanti dell’ audi A2 si erano recati, con chiari intenti bellicosi, al quartiere “Cristo” per incontrare la controparte, tale o presunta, e, non trovandola in strada, ignorandone il domicilio esatto, hanno iniziato ad esplodere, pressoché a caso, circa 30 colpi di mitraglietta contro le abitazioni ed autovetture circostanti. In una seconda fase, immediatamente successiva, hanno attinto, con altrettanti colpi, il “bar Alba”, verosimilmente perché principale luogo di aggregazione del quartiere, i cui proprietari, assolutamente estranei ai fatti, quella sera avevano eccezionalmente deciso di chiudere in anticipo, senza trattenersi, come d’abitudine, con gli amici più stretti per una partita a carte.

 

18 gennaio 2016