Simona Ronchi

Simona Ronchi

Non ricordiamo a memoria d’uomo una commissione capigruppo come quella che si é svolta martedì pomeriggio presso il municipio di Tortona e un atteggiamento che definire irrispettoso nei confronti del segretario comunale, Simona Ronchi, a nostro avviso, é dire poco.

E tutto per una questione di “lana caprina” cioé le dimissioni del consigliere comunale Alberto Santomauro presentate al sindaco, invece che al Presidente del consiglio comunale.

I consiglieri Franco Carabetta della lista civica “Insieme per Tortona” e Marco Picchi capogruppo del Partito Democratico, non hanno condiviso l’operato del segretario comunale che sulla base della normativa in vigore, ha ritenuto valide le dimissioni del consigliere Santomauro, anche se queste erano state presentate al sindaco invece che – come prevede il regolamento comunale – al presidente del Consiglio.

Ci ha stupido soprattutto l’enfasi con la quale Carabetta, ma soprattutto Picchi, hanno sostenuto la loro tesi, certi di avere assolutamente ragione, come se un segretario comunale laureato in Giurisprudenza con circa vent’anni di esperienza come in vari comuni fosse una specie di sprovveduto che non conosce la normativa e un assicuratore come Marco Picchi  e un impiegato  (o dirigente d’azienda?) come Franco Carabetta, invece, avessero maggior dimestichezza con le leggi, di chi le le norme le conosce a menadito da oltre 20 anni come Simona Ronchi.

Il segretario comunale, con grande signorilità, ha lasciato che i consiglieri facessero le loro dichiarazioni anche ad un tono elevato (e a nostro avviso tutt’altro che pacato) e che i due, di fronte ai giornalisti, facessero i loro interventi e si allontanassero dalla sala senza salutare ponendo bruscamente termine alla riunione, senza gettare benzina sul fuoco.

Con grande calma e certa del suo sapere, Simona Ronchi, non hai mai perso il controllo di sé stessa dimostrando grande compostezza. Forse altri, al suo posto, avrebbero reagito diversamente, ma lei no, non ha mai perso la calma.

Un profano che avesse assistito alla scena avrebbe potuto pensare che Picchi e Carabetta avessero sicuramente ragione e sul momento é quello che abbiamo pensato anche noi: Il regolamento comunale d’altro canto parla chiaro: “le dimissioni di un consigliere vanno presentate al Consiglio comunale”.

Niente di più vero, peccato che una volta a casa abbiamo consultato la norma di legge e cioé  l’articolo 38, comma 8 del Tuel il testo unico degli enti locali che recita testualmente: “le dimissioni dalla carica di consigliere, non finalizzate allo scioglimento del consiglio, devono essere presentate personalmente ed assunte immediatamente al protocollo dell’e nte nell’ordine temporale di presentazione. In alternativa, le dimissioni non presentate personalmente devono essere autenticate ed inoltrate al protocollo per il tramite di persona delegata con atto autenticato in data non anteriore a cinque giorni. Esse sono irrevocabili, non necessitano di presa d’atto e sono immediatamente efficaci. Il consiglio, entro e non oltre dieci giorni, deve procedere alla surroga dei consiglieri dimissionari, con separate deliberazioni, seguendo l’ordine di presentazione delle dimissioni quale risulta dal protocollo (sull’ordine temporale delle deliberazioni di surroga si veda Consiglio di Stato – V Sezione, 17 luglio 2004, n. 5157). Il termine di dieci giorni ha natura acceleratoria e non perentoria (Consiglio di Stato – V Sezione, 17 febbraio 2006, n. 640).”

L’articolo e comprensibile anche ad un bambino che frequenta le scuole elementari: non specifica a chi devono essere consegnate le dimissioni, ma se siano effettive e le dimissioni di Santomauro lo erano a tutti gli effetti perché ricevute e protocollate dal Comune.

E visto che una legge ha più valore di un semplice regolamento comunale, Simona Ronchi, a nostro avviso, ha ragione.

Sarebbe stato sufficiente leggersi le norme di legge per capire questo, ma evidentemente, visto l’accalorarsi, i due consiglieri non lo hanno fatto, basando il loro intervento solo su ciò che dice il regolamento comunale. Peccato di presunzione?

Non é la prima volta che il capogruppo del PD non é tenero nei confronti del segretario, era già accaduto durante l’ultima seduta del Consiglio comunale.

Naturalmente non vogliamo fare un processo mediatico né a Carabetta né a Picchi, ci mancherebbe altro. Per carità sbagliamo tutti e noi di Oggi Cronaca, ormai conosciamo bene il modo tutt’altro che diplomatico di Marco Picchi, viste certe sue affermazioni nei nostri confronti, come noto, però, non l’abbiamo querelato.

Ci aspettavamo delle scuse, che però non sono arrivate, ma ci auguriamo che almeno arrivino nei confronti di Simona Ronchi che ha incassato e avuto pazienza pur sapendo, a nostro avviso, di avere ragione.

A prescindere se arriveranno o meno delle scuse, però, non possiamo non rilevare  una certa insofferenza nei confronti del segretario comunale e la domanda che ci sorge spontanea é: forse perché é la moglie di Paolo Ronchetti che ha appoggiato Bardone alle primarie e alle elezioni comunali contribuendo alla sua vittoria?

Forse gli esponenti del PD avrebbero preferito vincesse le primarie un altro candidato del loro partito?

16 dicembre 2015