municipio - QDirettore, nel salutarLa Le chiedo cortesemente di omettere il mio nome.

L’iniziativa di esaminare nel merito il lavoro delle Amministrazioni, comunali e non, e’ meritorio e necessario per comprendere a fondo i risultati di questa o quella compagine che ha gestito per anni le sorti di una citta’ come Tortona, o di una qualsiasi azienda produttiva, con i risultati ottenuti e gli obiettivi conseguiti in rapporto alle dichiarazioni pre elettorali.

Non si tratta a mio parere di analizzare l’attivita’ di un partito o una di una coalizione ma l’operato di quegli uomini e donne  che con le loro decisioni, o non decisioni perche’ e’ bene ricordarlo anche le non decisioni producono effetti, hanno raggiunto o non raggiunto gli obiettivi che avevano propagandato in campagna elettorale ed in qualche caso, come a Tortona per l’ospedale, hanno forse anche creato i presupposti per non poter difendere con tempestivita’ la struttura in argomento per scadenze sopravvenute o altre criticita’ burocratiche ed amministrative.

Nelle ultime due tornate elettorali non e’ un mistero che Berutti e Bardone abbiano messo al primo punto la “difesa della centralita’ del nostro ospedale” (del programma annunciato da Berutti ho copia giornalistica del suo incontro con il pubblico tortonese unitamente al suo futuro vice Galuppo) con i risultati che oggi abbiamo davanti. Detto questo la domanda che mi pongo e’:
non sono stati in grado di attuare il loro programma per la manifesta superiorita’ di altri amministratori, locali e regionali, o non sono stati in grado, in quanto leader di una coalizione, e quindi in prima persona con le loro capacita’, di attuare le azioni concrete a tempo debito? Altra domanda: sono stati amministratori capaci o meno alla luce del programma da loro stessi annunciato?

A mio parere i cittadini devono rispondere a questa domanda se mai questi uomini si dovessero ripresentare in caso di elezioni.

Abbiamo votato delle persone capaci o incapaci di gestire “la cosa pubblica?” Le voteremmo anche oggi?
Occorre pero’ anche riconoscere che il  Bardone ha ereditato una situazione ormai quasi completamente compromessa ma serve anche dire che quando serviva l’opposizione d’era e che attivita’ ha svolto come opposizione?
A onor del vero pero’ occorre anche dire che, non a discolpa ma per chiarezza, che il non identificare mai le responsabilita’ degli errori o dei disastri e’ pratica abituale o quasi del sistema ” italiano”; sistema per il quale  tutti o quasi si sentono “bravi amministratori” anche in presenza di disastri evidenti.

Un esempio: vendere i gioielli di famiglia per i nostri amministratori equivale alla soluzione di tutti i problemi, ancorche obbligata nella maggior parte dei casi e finche’ si posseggono gioielli, da considerarla una “trovata geniale” che spesso e’ motivo di vanto.
Un giocatore dell’Inter del famoso mago Herrera mi diceva: le partite si vincono gia’ negli spogliatoi caricandoci per le partite soprattutto se non siamo i migliori. E il buon Rocco rispondeva a chi gli diceva “vinca il migliore”: speriamo proprio di no. Se sostituiamo gli spogliatoi con le aule consiliari il risultato non cambia: l’ospedale di Novi poteva anche non essere il famoso “migliore” ma la sua squadra ha giocato al meglio la partita battendo Tortona senza se e senza ma. Per chiarezza: i vincitori sono a Novi, sindaco e politici locali, e gli sconfitti a Tortona nella persona dei sindaci e dei politici locali.

Improvvisare e parlare al posto di programmare e concretizzare porta ai risultati di oggi; e le amministrazioni degli ultimi quindici anni sono tutte coinvolte nessuna esclusa; e non dimentichiamo la stazione ferroviaria ormai al tramonto, gli uffici inps ultimi ad aprire a tortona (rispetto a novi, ovada e casale) ed i primi a chiudere, la postazione della polizia ferroviaria ormai solo da trasferire a novi ed il tribunale.Queste “partite” i nostri politici le hanno giocate o le hanno solo perse a tavolino due a zero senza nemmeno presentarsi in campo?

E dico “politici” chiedendomi quali siano i politici veramente tali oggi, paragonandoli con quelli della valle staffora scesi in campo per il loro ospedale e non solo e dei quali ho parlato qualche giorno fa sempre per il problema “ospedale”, ma anche per quelli di questi ultimi vent’anni almeno. Mettiamo sul piatto della bilancia qualche politico oltrepadano (da Voghera a Varzi lungo lo staffora)  con i nostri e vediamo il risultato; puo’ essere avvilente ma dalla verita’ e dalle sconfitte si impara anche a combattere meglio le proprie partite future.

E’ la qualita’ degli uomini e delle donne che determinano i risultati. Un esempio attuale per non parlare sempre di ospedale?La Tortona della pallacanestro deve emigrare a Voghera per giocare le partite in un palazzetto idoneo; palazzetto che un assessore della vicina citta’, pur vivendo tutte le realta’ crisi economiche piu’ o meno simili, progetta di ampliare ulteriormente affinche’ diventi una struttura idonea a contenere anche altre manifestazioni non necessariamente sportive; e conoscendo le qualita’ della Donna assessore in questione pochi sono i dubbi della piazza vogherese sulla riuscita del suo disegno. (provincia pavese di sabato scorso).
Per meglio comprendere quale sia l’approccio alla programmazione, al monitoraggio ed alla verifica dei risultati raggiunti dalle risorse umane in ambito professionale potrei anche portarLe la mia esperienza di lavoro, con messaggio a parte, nel descrivere come una Banca italiana analizzasse i risultati dei suoi direttori di mercato e di filiale, osservando solo il dato “avere”, mentre la Banca straniera successivamente acquirente in toto della precedente prendeva in esame gli obiettivi dei singoli mettendo in evidenza come i risultati consolidati fossero  cosa molto diversa rispetto all’analisi precedente. Perdoni la descrizione volutamente gogliardica.In buona sostanza: un risultato economico e’ il risultato della differenza tra il dare e l’avere. Sembra cosa semplice ma cosi’ non e’ se pensiamo a realta’ economiche ritenute fino a ieri “sane” ed oggi solo scatole vuote che avrebbero dovuto essere chiuse da anni nell’interesse della collettivita’. Con buona pace dei sindacati e dei partiti politici perche’ e’ li che arriveremo; piaccia o non piaccia la matematica non e’ una semplice opinione ed i debiti di qualsiasi azienda o ente, pubblici e privati, li paga sempre la collettivita’ non lo Stato.
Cordiali saluti.

Lettera Firmata


15 ottobre 2015