La classe 5^A del Liceo Classico “Doria” di Novi rappresenterà giovedì 14 maggio alle ore 21 al Salone del Libro di Torino, Arena Bookstock, uno spettacolo intitolato “La tragedia della libertà”.

Rappresenterà le scuole della regione, ha infatti vinto il Bando “La tragedia della libertà: un progetto per le nostre scuole”. La tragedia è una messa in scena liberamente ispirata “Sull’avvenire delle nostre scuole” di Friedrich Nietsche. Lo spettacolo è frutto del Laboratorio condotto da Marco Gobetti ed a cura della Compagnia omonima e consistito in circa due mesi di lavoro. Protagonisti della tragedia quattro ragazzi, senza un nome, poiché destinati ad assumere quelli mitici di Antigone, Ecuba, Edipo e Dioniso. Quattro ragazzi che, in un incontrollabile impeto di violenza, mossi dalle parole del professor Federico, uccidono e divorano il sergente diventato preside della loro scuola.

Rifugiatisi poi nei boschi, lontani dalla società, devono imparare ad usare la propria anima, il proprio senno, la propria mente, per preparare quel discorso che pronunceranno quando verranno catturati dalle Autorità. Ci dice Elena Sparaggio: “Ora, capirete che per dei ragazzi di diciotto anni, digiuni totalmente o quasi di esperienza teatrale, l’idea di portare sulla scena una tragedia è, a dir poco, elettrizzante. E difficile. E da panico. Primo ostacolo ricordare tutto.

Altro problema quello di imparare ad entrare nelle vesti di qualcuno che non è reale ma che ha la tua voce, i tuoi capelli, le tue mani, i tuoi occhi, perché sei tu, con il tuo corpo, a dargli modo di esistere. Devi capire con attenzione che intonazione dare alle tue parole, come ti devi muovere, cosa stai provando in quel momento e perché scegli di fare una cosa piuttosto che un’altra. Il tuo compito è quello di creare la sfera emotiva di un nuovo essere umano. Ma tutto questo è, comunque, una esperienza da vivere. Salire sul palco e rappresentare una tragedia al Salone del Libro di Torino ci darà delle sensazioni che ci accompagneranno, ne sono sicura, per tutta la vita. E siamo grati alle insegnanti che ci hanno dato questa opportunità.”

Maurizio Priano


12 maggio 2015

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