acqua - QLa notizia è emersa sabato durante la riunione dell’osservatorio ambientale ed è stata resa nota da Vittorio Risso, dirigente di Gestione Acqua

Circa le tubazioni in fibrocemento, Risso ha detto che su 210 km di rete tortonese, esistono 2,1km di tubi in eternit posati diversi anni fa nelle vie del centro cittadino. Secondo gestione Acqua però, al momento non sussisterebbero pericoli.

Il tecnico Armando Alice, infatti ha precisato che, per l’acqua immessa in rete a Tortona, l’ “indice di aggressività” (la capacità di aggredire il carbonato di calcio presente nei manufatti cementiti e mandarlo in soluzione, liberando le pericolose fibre di amianto – più basso è l’indice, più alto il rischio) è pari a 13, oltre la soglia di rischio, pertanto non si ritiene necessario effettuare ricerche circa la presenza di fibre nell’acqua.

La situazione è emersa durante il convegno che si è tenuto a Tortona nella giornata di sabato, quando è stato ufficialmente presentato alla città, l’osservatorio ambientale del Comune di Tortona.

In esordio sono state illustrate, in base alla delibera istitutiva dell’Osservatorio la natura e le funzioni dell’Osservatorio, le tematiche di cui si occuperà – acqua, aria, suolo, rifiuti, energia – le regole nei rapporti con l’amministrazione e le norme di funzionamento, ricordando la pagina web
dedicata presente sul sito internet del Comune, sotto la voce “ambiente”, e la casella di posta elettronica *oac.tortona@gmail.com <oac.tortona@gmail.com>* per le segnalazioni e la corrispondenza.
Il presidente Carmelo Ciniglio ha presentato gli altri quattro componenti dell’ OAC, indicando alcuni ambiti tematici che ciascuno di essi seguirà in modo particolare:rifiuti e aria per Danilo Bottiroli, acqua per Giuseppe Raggi, territorio per Giuseppe Carbonato, educazione ambientale per Giacomo Seghesio, che non era presente proprio perché contemporaneamente impegnato in una visita guidata.
La riunione, fissata in coincidenza con la Giornata mondiale dell’acqua promossa dalle Nazioni Unite, è proseguita con approfondimenti su questo tema.
Il dottor Ciniglio ha svolto una puntuale e dettagliata relazione (a breve disponibile sulla pagina web dell’OAC) trattando dei rischi e degli effetti della presenze di sostanze cancerogene nell’acqua potabile. Si è soffermato sulla vicenda Cadano, il ritrovamento, 29 anni fa, nel 1986, di decine di migliaia di fusti contenenti sostanze tossiche sulle sponde dello Scrivia,
con una successiva imponente attività di bonifica, che necessita ancora di essere proseguita, visto, ad esempio, il recente ritrovamento di diversi contenitori dissepolti, come Ciniglio ha evidenziato mostrando diverse foto.
Producendo copia dei referti d’epoca, Ciniglio ha descritto quanti e quali veleni fossero stati rilevati con le analisi compiute nel 1986, ed ha esposto i motivi scientifici per i quali è necessario che anche oggi, nel compiere le verifiche sulla potabilità, si accerti l’eventuale presenza di tutte quelle stesse sostanze, richiesta che l’Osservatorio ha già formulato e che porterà ostinatamente avanti. Il formale rispetto della normativa non è argomento sufficiente, se si considerano i pericoli per la salute.
Aperta la discussione, ha preso la parola Vittorio Risso, dirigente di Gestione Acqua Spa, presente insieme al funzionario Armando Alice.
Intervento di estremo interesse, così sintetizzabile: su 5.000 controlli nel tortonese effettuati annualmente dal gestore, si rilevano superamenti dei limiti di legge solo nello 0,2 / 0,3 per cento dei casi, e quasi sempre si tratta di sforamento dei parametri batteriologici.

Gestione Acqua ha confermato che esistono parametri non considerati nella lista delle analisi
obbligatorie per legge, ma ha specificato che per la ricerca di sostanze non incluse in tale lista occorre un “input” istituzionale – disposizioni di carattere generale, in altre parole – e che la società considera invece troppo oneroso far fronte a richieste “spot” avanzate da singole
amministrazioni.

Il dottor Ciniglio ha brevemente replicato dando atto della disponibilità mostrata dal gestore e
nel contempo confermando la volontà di richiedere all’ ASL che siano emanate disposizioni per ricercare con adeguate analisi tutti i fattori di rischio.

22 marzo 2015

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