Il colonnello Della Nebbia mentre illustra i dettagli dell'operazione

Il colonnello Della Nebbia 

Saluti

Signor Prefetto, Autorità, gentili ospiti,

sono particolarmente lieto di porgere loro, questa sera, il benvenuto alla cerimonia celebrativa del Bicentenario di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri.  Al mio saluto e sentito ringraziamento si associano quelli di tutti i militari e dei dipendenti civili del Comando Provinciale di Alessandria.

La Sua presenza, signor Prefetto, unitamente a quella dei Sindaci, dei Membri del Parlamento e del Consiglio Regionale eletti nei collegi del territorio, di quelle del Presidente della Provincia e del Vescovo di Alessandria, di tutte le altre autorità intervenute e di tanti rappresentanti delle espressioni più significative della società civile è per noi una dimostrazione preziosa e impegnativa della considerazione e della vicinanza che sono riservate alla nostra Istituzione nel territorio di questa provincia.

 

Introduzione – significato ricorrenza

L’Arma dei Carabinieri celebra quest’anno una tappa straordinaria della sua storia, e con essa i Carabinieri di Alessandria in modo particolare. Lasciatemi sottolineare infatti come il Comando di Alessandria sia uno dei soli tre Comandi provinciali in Italia a festeggiare oggi anche il bicentenario della sua stessa costituzione, vantando ascendenza diretta e ininterrotta da uno dei primi Comandi di Divisione in cui fu articolato, nel lontano 1814, il nascente Corpo dei Reali Carabinieri.

E legami altrettanto antichi con questo territorio possono vantare i cinque Comandi di Compagnia dipendenti, ma, soprattutto, la grande maggioranza dei 56 Comandi di Stazione, che costituiscono oggi, come allora, uno dei tratti distintivi e più salienti della nostra Istituzione, secondo un modello ispirato, sin dal principio, alla presenza diffusa e capillare sul territorio.

 

Centralità del ruolo delle Stazioni

Ai nostri giorni molti Reparti specializzati si affiancano a supporto della struttura territoriale, ampliandone le capacità operative: in Alessandria sono presenti un Reparto operativo, un Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, un Nucleo Operativo Ecologico, un Nucleo Ispettorato del Lavoro, altri reparti intervengono da Torino, Milano, il Reparto Investigazioni Scientifiche da Parma, in un continuo aggiornamento tecnico e di procedure, ma le Stazioni restano il cuore della nostra organizzazione, riconosciute tra i simboli dello Stato più evocativi e radicati, capaci di perseguire, con efficienza e sensibilità umana, una missione immutata nel tempo: custodire le comunità, propiziare la civile convivenza, difendere tutti e ogni cittadino, specialmente i più vulnerabili.

E’ un rapporto intenso quello dell’Arma con le Comunità locali. Un rapporto che anche l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha voluto ribadire nei giorni scorsi con l’inaugurazione di un grande monumento dedicato ai Carabinieri, collocato nei giardini prospicienti il Palazzo del Quirinale. Per questo sostegno desidero ringraziare vivamente, uno ad uno, i Comuni della Provincia di Alessandria, che hanno tutti aderito all’iniziativa con delibere e contributi, testimoniando ancora una volta come i Carabinieri siano avvertiti nelle coscienze e nelle aspettative dei cittadini, ed effettivamente rappresentino, un patrimonio di tutti gli Italiani.

 

“Militarità”
Certamente è nelle radici e nella sua identità il punto di maggior forza dell’Arma. Un’identità storicamente ancorata allo status militare, ancor oggi più che mai irrinunciabile, che è espressione di virtù e di valori antichi e intramontabili, quali sono la fedeltà, …l’onore, e che diventa da parte dei cittadini attesa di uno spirito di servizio disinteressato, di saldezza morale, di compostezza, di disciplina, e non di meno di efficienza e di concretezza.

 

Coordinamento con le altre Forze di polizia – Prefettura –  Magistratura

Sono queste le basi, solide, sulle quali l’Arma è chiamata a garantire l’assolvimento dei complessi compiti affidati all’Istituzione, quale Forza armata in servizio permanente di Polizia, condividendone quotidianamente gli sforzi e i pericoli con i colleghi della Polizia di Stato, accanto ai commilitoni della Guardia di Finanza e al personale delle altre forze di Polizia, rispondendo ad un consolidato modello di coordinamento senza riscontro in altre Nazioni, che costituisce un vero valore aggiunto per il sistema di sicurezza del Paese.

Fulcro di questo modello di coordinamento è, in provincia, la figura del Prefetto, cui è ricondotta la responsabilità generale dell’ordine e della sicurezza pubblica e quella di assicurare l’unità di indirizzo delle Forze di polizia. Ed in questa speciale occasione, sentiamo sinceramente di ringraziare il Prefetto di Alessandria, per l’impegno sempre attento e sollecito con cui ci è giornalmente vicina, di stimolo e di sostegno.

Con gratitudine mi rivolgo alla Magistratura, nostro saldo e quotidiano punto di riferimento nelle delicate funzioni di polizia giudiziaria, salutando in particolare il Procuratore della Repubblica di Alessandria e gli altri magistrati presenti, del Tribunale e della Procura di Alessandria nonché della Procura della Repubblica di Vercelli, cui fanno capo i nostri Carabinieri della Compagnia di Casale Monferrato.

Un grazie particolarmente sentito desidero rivolgere al Questore di Alessandria e al Comandante provinciale della Guardia di Finanza.  La fattiva collaborazione che in questa provincia lega i Carabinieri alle altre Forze di polizia non è semplice somma, ordinata, di competenze e di servizi paralleli, ma una collaborazione che si fa sempre più autentica sinergia, di azioni convergenti e di valorizzazione reciproca delle attitudini specifiche di ciascuno.

E’ una intesa forte, la nostra, perché non fondata su doveri formali, ma su rapporti di stima e di fiducia profondi, su un comune sentire e un comune spirito di servizio.

 

AI CARABINIERI….

grazie per l’impegno

Vivere il Bicentenario dell’Arma dei Carabinieri nel ruolo di Comandante provinciale, in Piemonte, in una città tra le prime protagoniste del nostro Risorgimento, testimone della nascita dei Carabinieri, è un’emozione difficile da descrivere.  Di questo privilegio devo ringraziare certamente la mia fortuna e superiori con me benevoli, ma il mio maggior debito di riconoscenza è con Voi, Comandanti e Carabinieri di ogni grado, dai collaboratori a me più vicini ai Carabinieri delle Stazioni più lontane: è al vostro impegno che devo la possibilità di festeggiare oggi in questo clima caloroso (e caldo); è al vostro impegno che devo la considerazione e la fiducia che mi sono continuamente testimoniati, ovunque io incontri autorità e semplici cittadini, nelle città e nei tanti borghi di questo splendido territorio.

 

riconoscenza per i caduti e per i militari che ci hanno preceduto

La ricorrenza odierna costituisce, però, per tutti noi anche uno straordinario momento di riflessione, di fronte all’eredità che ci è stata lasciata da quanti ci hanno predeceduto, da quelli più lontani nel tempo a quelli da poco in congedo e che ancora ci sostengono dalle file dell’Associazione Nazionale Carabinieri, qui presenti numerosi.

E’ una responsabilità morale enorme essere custodi degni di tanta storia, di una tradizione popolare che chiama l’Arma “Benemerita”, dei tanti e tanti caduti, di tante pagine di eroismo, spesso silenzioso, e che i cittadini riconoscono a noi tutti – senza nostro merito personale! -. Voglio soltanto qui ricordare, tra le migliaia, nel settantesimo anniversario del loro sacrificio, i Martiri della Stazione di Fiesole e quanti, all’indomani dell’8 settembre, nello smarrimento generale delle Istituzioni, seppero restare fedeli, fino alle più estreme conseguenze, a quella che ritenevano la loro missione più alta, proteggere le comunità a loro affidate.

 

Impegno e rapporto con la società ieri e oggi

Oggi il nostro servizio è fisicamente meno impegnativo di un tempo, meno totalizzante, ma non per questo più facile.

I primi Carabinieri suscitarono grande impressione tra i contemporanei: in alcune città sostituivano il Corpo degli Invalidi, costituito da reduci non più idonei al servizio in guerra; i Carabinieri erano invece nel pieno del vigore fisico e della maturità, non più giovani di 20 anni e non più anziani di 40; più alti di 1,70m, molto oltre la statura media dell’epoca; sapevano leggere e scrivere, quando buona parte della popolazione era analfabeta; erano ben armati; indossavano alamari d’argento, anziché mostrine di stoffa; si attenevano a un regolamento rigidissimo, si dice di origine gesuita, che li spingeva ad una vita quasi ascetica: tutto di loro incuteva rispetto al semplice apparire.

Ai nostri giorni, in un mondo molto più complesso e in continua e rapida evoluzione, siamo chiamati a dare altre prove delle nostre capacità e della nostra efficienza, molto più impegnative sul piano professionale, per meritare la considerazione di una società moderna sempre più esigente e sempre più severa, giustamente, con le sue Istituzioni.  Anche se può apparire, per altri versi, una società dominata dal relativismo morale ed etico, una società nichilista, che sembra misurare e misurarci soltanto per il grado di successo o per il livello del reddito, che sembra invitare e invitarci alla ricerca del piccolo utile personale, disillusa di fronte alla proposta di ideali e mete più elevate.

Non credo sia così. In ogni caso è una società che certamente chiede di ritrovare speranza e fiducia, che è alla ricerca di esempi e che sa riconoscerli.

E’ dunque questo il mio augurio per il nostro bicentenario: che ognuno di noi abbia sempre la consapevolezza, la coscienza vigile, la forza, e se necessario il coraggio, di essere un riflesso, luminoso, di quel grande esempio di idealità, di spirito di servizio, nei confronti del Paese e dei nostri concittadini, di fedeltà assoluta, che ha rappresentato sino ad oggi l’Arma dei Carabinieri.

 

Grazie alle famiglie

Infine consentitemi di rivolgere un pensiero alle nostre famiglie. A quelle di origine, che hanno saputo indicarci quei valori che ci sforziamo di perseguire nella vita e nel servizio.

E ai familiari che condividono ogni giorno con noi il nostro impegno.

I primi regolamenti dell’Arma consideravano il matrimonio cosa assai disdicevole per un Carabiniere ancora in servizio, perché lo distraeva dalla sua missione, che doveva considerarsi invece permanente e ininterrotta, e perché – si diceva – …poteva indurlo a vivere al di sopra delle sue possibilità economiche, piuttosto limitate.

Pur in termini differenti, vivere accanto a un Carabiniere, che davvero crede nella sua missione, può richiedere ancora oggi ai nostri cari sacrifici e rinunce.

Anche per loro, per i giovani – che ci guardano -, per i ragazzi qui presenti sul loggiato con la bandiera della scuola, nonostante il termine delle lezioni, abbiamo il dovere di essere, e sono sicuro saremo ancora, all’altezza del nostro passato e delle sfide del nostro prossimo futuro.

 

Viva l’Arma dei Carabinieri, nei secoli fedele.

Viva l’Italia.

 10 giugno 2014