berutti - QIl sindaco Massimo Berutti se ne va: lascia Tortona per andare ad occupare un posto in Regione, premiato dagli elettori che hanno riconosciuto in lui un politico di capacità ed esperienza in grado di rappresentare tutta la provincia, ma soprattutto la zona di Alessandria, Tortona e Novi Ligure.

Già perché dei 4 eletti in Piemonte in questa tornata elettorale, due sono di Acqui Terme e uno di Castellazzo Bormida, per cui quasi tutto il “peso” di rappresentare alessandrini, novesi e tortonesi (per non parlare dei casalesi), adesso spetta a Berutti.

E’ lui l’uomo di punta di queste zone, è lui la persona chiamata a portare in Regione anche i problemi di Alessandria a partire dal dissesto e dalla grave situazione in cui si trovano le Società Partecipate di quella città e tutta l’economia alessandrina, l’inquinamento legato alla presenza delle industrie chimiche e la grave situazione della Fraschetta.

E’ lui che dovrà portare in Regione i problemi della gente di Novi Ligure e del novese, alle prese con il polo dolciario, con l’Ilva, l’isola perdonale, le Fabbricazioni Nucleari di Boscomarengo, l’ecolibarna di Serravalle Scrivia, i problemi legati al Terzo Valico e molti altri.

E’ lui, infine che dovrà portare in Regione anche i problemi di Tortona e delle valli tortonesi, ma questi dovrebbe conoscerli molto bene.

Crediamo non sarà facile, per Berutti, farsi carico di tutte queste situazioni, ma d’altro canto l’ex sindaco di Tortona ha dimostrato di essere un amministratore molto capace, in grado di ridurre il deficit del Comune a soli 600 mila euro, che è il “buco” di Bilancio che troveranno i nuovi amministratori che verranno eletti dopo il ballottaggio dell’ 8 giugno.

Tortona ha rischiato il dissesto, ma Berutti e la sua Giunta (di cui però non verrà rieletto nessuno se vincerà Bardone), a differenza di quanto accaduto ad Alessandria, sono riusciti ad evitare il crack finanziario.

Certo hanno dovuto vendere molti beni del Comune, “gioielli” come il mercato coperto, l’Asmt e Palazzo Leardi, ma alla fine lui e i suoi collaboratori hanno avuto il gradissimo merito di salvare la città dal baratro.

Non abbiamo dubbi sulla capacità di Berutti di essere vicino ai cittadini e soprattutto di affrontare i problemi insieme alla gente e con la gente, sempre “al Massimo per tutti” come dice lui.

E d’altro canto, a Tortona, Berutti, ha dimostrato di sapersi attivare immediatamente per risolvere i problemi: ricordiamo una sua conferenza stampa nell’atrio dell’ospedale per difendere il nosocomio tortonese dal possibile ridimensionamento; un’altra conferenza stampa in piazza delle erbe, insieme agli avvocati, per difendere il Tribunale dalla chiusura, e di averlo visto altre volte in prima linea insieme ai cittadini e per i cittadini.

Certo, in cinque anni di mandato, qualcosa può non aver funzionato bene come l’illuminazione pubblica, l’università che sembrava destinata alla chiusura poi salvata, le proteste della gente per l’aumento delle tasse e dei costi per i servizi a domanda individuale, il problema dell’acqua potabile non pagata dai nomadi, quello del Piano scolastico fatto, rifatto e poi rivisto e riveduto, l’ex carcere che doveva diventare enoteca regionale, il teatro Dellepiane mai ultimato e pure depredato dai ladri, la protesta popolare con decine di pullman a Torino contro il ridimensionamento dell’ospedale poi sfumata, la Farmacom dichiarata illegittima, i controlli e le udienze davanti alla Corte dei Conti e altri piccoli “intoppi” che al momento non ci vengono in mente, ma è normale che in cinque anni di mandato non tutto possa funzionare a dovere, come invece speravano molti tortonesi.

Crediamo sia doveroso, però, a questo punto, salutare l’ormai ex sindaco Massimo Berutti che, di sicuro, ha inciso nella vita di Tortona, lasciando una città profondamente diversa da come l’aveva trovata.

 29 maggio 2014