Stefano Baiardi

Stefano Baiardi

Ho deciso di scrivere queste righe per spiegare i motivi che, a 44 anni, mi hanno portato a scegliere di candidarmi come Consigliere Comunale, appoggiando Morreale come Candidato Sindaco, nonostante le difficoltà che vedo di fronte a chiunque verrà eletto.

Alcune delle persone a me più vicine, mi hanno chiesto cosa mi spinga a rischiare in prima persona e questo ha fatto nascere in me qualche dubbio all’inizio; per fortuna sono stati subito dissipati, anche grazie al gruppo che compone la lista civica Nuova Tortona, gente che non ha voglia di spazzare via tutto ciò che è stato fatto nel passato, ma persone che vorrebbero ricominciare a fare le cose per bene, come ognuno di noi le farebbe a casa propria.

Io sono un neofita della politica, il mio vantaggio è che non devo guardarmi indietro per vedere cosa ho fatto o non fatto in precedenti amministrazioni, ma solo in avanti, per cercare di fare il meglio possibile.

Ho deciso di smettere di lamentarmi e basta, affermazione molto usata e abusata in questo periodo, ed impegnarmi per fare qualcosa per la mia città e quindi anche per me.

Sono cresciuto sentendomi dire di non fare il passo più lungo della gamba, che il poco si conta e il niente non si conta, di fare le cose per bene, usando sempre la cognizione, insomma, quelle brevi frasi della saggezza popolare, adatte ad ogni situazione, che mi hanno influenzato in ogni scelta.

Sono nato a Tortona, ho sempre vissuto qui, mi sono laureato a Pavia e mi occupo della tutela dei singoli nella risoluzione di problemi derivanti da “anomalie finanziarie”, dovute a scarsa trasparenza dei contratti e da deficit aziendali.

Da poco assaporo il piacere di vivere nella frazione di Vho, un’oasi di pace, anche se magari, per alcuni versi, abbandonata dall’amministrazione comunale.

Credo che la mia sia l’età giusta per impegnarsi nella politica locale, con un po’ di esperienza di vita alle spalle, senza voler fare voli pindarici, ma sognando concretamente, fantasticando su quello che si potrebbe realizzare davvero, impegnandoci nella valorizzazione di tutto ciò che già abbiamo.

 

ECCO COSA SI PUO’ FARE

E’ un periodo di crisi, ci sono pochi soldi, allora spendiamoli bene e sfruttiamo la bellezza delle nostre colline, le valli, il patrimonio enogastronomico, i musei, l’immagine di campioni ed artisti del passato, i talenti del presente; esiste una Fondazione attivissima che molto può insegnarci, grossi imprenditori con i quali collaborare.

Abbiamo già tutti i contenuti per preparare un bel pacchetto da offrire prima di tutto a noi stessi e poi ai turisti, che dobbiamo attirare in zona, invogliandoli a venire a consumare i nostri prodotti direttamente in loco; esistono esempi vincenti vicino a noi, non ci manca nulla di quello che serve.

Migliaia di persone, tanti stranieri, convergono settimanalmente all’Outlet di Serravalle, cerchiamo di portarne una minima parte da noi, facciamoci conoscere, mettiamo a frutto questa vicinanza, sempre nell’ottica di non inventare nulla, ma di VALORIZZARE ciò che già esiste.

Abbiamo un centro storico invidiabile, una lunga via Emilia che attraversa la città; un amico commerciante mi ha detto che aveva proposto al comune, a sue spese, una sorta di bike sharing gratuito, con la sua pubblicità naturalmente, a costo zero per il comune, ma non gli hanno dato il permesso, si trattava di biciclette a disposizione del cittadino per brevi spostamenti, gli hanno tarpato le ali.

Sarebbero tante le cose da dire, le idee da sviluppare, così come si fa al bar con gli amici o dentro ad un negozio con commercianti stufi del pantano in cui ci siamo infilati.

L’importante credo sia, soprattutto, il modo in cui vorrei fare le cose, con semplicità, ma efficacemente, senza voler svettare sugli altri, ma collaborando con tutti e facendomi aiutare dalle associazioni che meglio conoscono il territorio; tutto questo adesso lo chiamano “fare sistema”, mio padre lo chiamava “at dag na mou e al fuma insema”.

Non abbiamo più tempo per le polemiche e le dispute ideologiche; nell’amministrazione locale, i problemi hanno una dimensione legata alla quotidianità e bisogna parlare di sostenibilità della vita in termini concreti, con persone che lottano ogni giorno per fare la spesa, altro che guardare il colore delle bandiere.

Non è facile, ma credo si possa, speriamo di averne la possibilità dopo il 25 maggio, adesso tocca a chi deve scegliere tra i tanti candidati.

Stefano Baiardi


20 maggio 2014

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Articolo Redazionale. Committente: Stefano Baiardi