supermercato - IQuesta mattina, entrando in uno dei tanti supermercati cittadini per i miei acquisti, noto uno strano ed insolito degrado all’interno del punto vendita, un negozio che frequento con una certa regolarità fin dalla sua apertura.

Inizio il giro. L’espositore delle piante aromatiche in vaso offre alla vista un desolato basilico completamente rinsecchito. Peccato, era in programma una pasta pomodoro e basilico. Si cambia menù.

Attraverso le corsie, e tra gli scaffali, giacciono abbandonati dei brik di succhi di frutta consumati dai clienti durante il passeggio nel supermercato. Poco educato e poco civile. Speriamo che questi prodotti siano stati almeno pagati. Così come le merendine, c’è un pacco aperto con dei pezzi mancanti all’interno. Su questi, sorge un ragionevole dubbio riguardo il pagamento.

Nella zona dedicata alle offerte non alimentari, l’ultimo aspirapolvere in esposizione ha un prezzo accattivante, ma noto delle parti mancanti. Desisto. Gli occhiali per lettura sono tutti estratti dalla confezione e lasciati lì (meno male!) scombinati, ne è stato rimosso l’adesivo che indica la gradazione. Lascio perdere.

Uno scempio, insomma. Si soprassiede su quei pochi acquisti extra che potevano capitare, perché la merce è danneggiata o presentata male.

 

GIOVANI ITALIANI SENZA MORDENTE



La mia visita al punto vendita avviene alle 9,30 di lunedì mattina. Domenica l’esercizio era chiuso. Probabilmente, questa devastazione è rimasta lì dalla chiusura di sabato sera. Sembra che non sia stato rimesso in ordine, che non siano stati controllati gli scaffali, e nemmeno la merce esposta.

Gli addetti, tutti giovani attorno ai 20 anni e probabilmente alla prima esperienza lavorativa, si aggirano per il negozio come zombie assonnati ed inoperosi.

Saranno al lavoro da almeno un’ora e mezza, visto che l’apertura al pubblico avviene alle 8,30, quindi presumibilmente timbreranno il cartellino alle 8. In tutto questo tempo, tra sbadigli, noia e ciondolarsi per i reparti, non hanno avuto non dico l’inventiva, ma almeno osservato le regole per una buona conduzione del supermercato.

Forse nessuno ha spiegato loro che sul posto di lavoro non funziona come a scuola, dove passa la bidella a rassettare le aule dopo il suono della campanella…..

Forse non si rendono conto di quanto siano fortunati ad avere trovato un lavoro in questi tempi di crisi, perché, se ne fossero coscienti, non avrebbero quella faccia annoiata ed il supermercato che permette loro di lavorare ed essere indipendenti, sarebbe in ordine e non trascurato.

Non sorprendiamoci se poi le vendite calano, la clientela si va decimando, il punto vendita viene chiuso e si perde il posto. Non sempre le aziende sono cattive. Molte volte, i conti che fanno le sedi centrali tra costi e ricavi, sono equilibrati.

 

E IL MAROCCHINO SORRIDE SERENO

Esco al parcheggio con la spesa. Non posso non notare l’unico che va a lavorare lì con il sorriso: quel ragazzo di colore che accanto ai carrelli aspetta, paziente, sereno, quella che per noi è una elemosina, e nella sua cultura di musulmano il Corano prescrive come Zakat, la donazione spontanea, la consolazione che conforta gli individui meno abbienti.

Questo giovane avrà vent’anni anche lui, arriva alle 8,30 tutti i giorni, con la pioggia o con la neve. Ti saluta con il sorriso quando entri. E’cortese, educato, affabile. Indossa abiti modesti, ma è in ordine e curato; di logoro ha solo quel cappello che tiene rivolto all’insù, con dignità e senza insistenza.

L’euro del carrello, a lui, lo lasci volentieri, anche se non ti ha domandato nulla, se non donarti, spontaneamente, al tuo arrivo, un buongiorno sorridente. Ed ancora nel venire via ti ringrazia, anche se quanto gli hai dato erano solo gli spiccioli di un caffè, ti regala ancora una volta quel sorriso che dal cuore gli illumina gli occhi.

Non tutti i questuanti sono come lui, come non tutti i giovani sono pigri come gli addetti del supermercato. Generalizzare è sempre indice di pressapochismo, Però appare davvero singolare come una porta a vetri possa tracciare un confine così netto tra due realtà tanto diverse, tra due risvolti comportamentali così opposti, della stessa generazione.

La Tortonese indignata

10 febbraio 2014