Il medico è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini. A tal fine il medico è tenuto a promuovere una cultura civile tesa all’utilizzo appropriato delle risorse materiali,anche allo scopo di garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile. Il medico favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di promozione della salute individuale e collettiva”. Così recita l’art. 5 del Nuovo Codice Deontologico dedicato all’educazione alla salute e ai rapporti con l’ambiente con cui il dott. Giovanni Ghirga – pediatra, membro del comitato degli esperti della Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente (ISDE) – ha aperto il suo intervento al convegno di Savona su Inquinamento e reati ambientali (vedi intervento Sost. Proc. di Torino dott. Raffaele Guariniello). Secondo Giovanni Ghirga, difendere l’ambiente significa anche partecipare a convegni, fare divulgazione scientifica e interagire con i cittadini. Oggetto del suo intervento sono i costi economici, ambientali, sociali e per la salute derivanti dall’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica.

I limiti all’inquinamento stabiliti dalla legge. “La salute è minacciata anche quando l’inquinamento rientra nei limiti di legge, perché la legalità ambientale può solo ridurre, ma assolutamente non evita, i danni alla salute e all’ambiente (anche nei luoghi di lavoro). Cosa significa che un inquinante è nei limiti della norma? Occorre distinguere fra la soglia socialmente accettabile, e la soglia biologica. Mentre la soglia socialmente accettabile è quantificata sulla base di logiche che sono in parte scientifiche, in parte economiche e politiche, la soglia biologica si basa solo sui dati sperimentali. E per i dati sperimentali, come sa ogni cancerologo che abbia studiato questi problemi, non esiste una soglia limite. Inoltre, i limiti sono “tarati” su individui adulti, mentre andrebbero posti a difesa dei più deboli: i bambini.”

Il numeri dell’inquinamento, per la salute e per l’economia. “Secondo un recente documento dell’agenzia Europea dell’ambiente, l’inquinamento industriale in Europa costa quasi 170 miliardi di euro per danni alla salute e all’ambiente, e la maggior parte di questi danni sono prodotti dalle industrie energetiche

Un recente studio dell’Alleanza per la sanità e l’ambiente – un importante centro di ricerca europeo – dimostra che in Europa la spesa annua causata da morti premature e malattie imputabili all’utilizzo del carbone supera i 42 miliardi di euro. Oltre 18.200 morti premature l’anno e circa 8.500 i nuovi casi di bronchite cronica causati dalle emissioni generate dagli impianti a carbone. Veri e propri “killer invisibili”.

Daniela Patrucco – Medicina Democratica


24 marzo 2013

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