Si parla sempre di più della politica, quella Italiana che, in ricorrenti appuntamenti televisivi e di cronaca rappresenta se stessa in una ricorrenza quasi quotidiana di nefandezze “inenarrabili” sui fronti nazionali, regionali, provinciali e, comunali su qualsiasi fazione politica, eletta dal popolo.

Essendo degli esponenti politici dichiarati, francamente ci sentiamo sufficientemente in imbarazzo a fare parte di questo contesto, ma contestualmente ci rendiamo conto che la politica è l’unica forma di dialogo che la DEMOCRAZIA possa dare alla gente.

Di conto siamo orgogliosi di far parte di un movimento che non ha rappresentanze ne a ROMA e neanche in comune e quindi non è collusa con i “fantasmi dell’armadio” di politici (maggioranza e minoranza) in carica a tutt’oggi.

Lo stereotipo del politico italiano attuale, francamente mi riporta ad una similitudine internazionale del medio oriente, il presidente assad (presidente e politico scritto volutamente in minuscolo) che non ha remore a “sacrificare” 60.000 cittadini e a provocare l’esodo di qualche centinaia di migliaia di altri per preservare i propri privilegi.

La democrazia è e rimane l’unico strumento legale e, di buon senso che il “popolo sovrano” riesce ad esprimere.

Il popolo riesce “solo” in questa occasione a voltare pagina e a riaffermare la propria leadership sancita da una costituzione che, persone provate dalla fame, da due guerre e da una cultura fondata sulla famiglia, sul lavoro, sul sacrificio e sulla storia, fortunatamente, per NOI POPOLO, ma non per i politici (minuscolo) attuali, riesce ancora ad esercitare.

La nostra nazione è stata madre di grandi statisti ma anche di truffatori “eccellenti” non è facile fare dei distinguo in fase elettorale, ma forse sarebbe sufficiente valutare le scelte delle “case madri” per democrazia, coerenza e, non ultimo lo spessore morale dei candidati per fare una “scrematura”, ad esempio valutando il valore aggiunto delle nuove leve in contrapposizione ai “riciclati” che vagano da una lista all’altra promettendo consensi al candidatore.

La politica “deve” avere (soprattutto in questi momenti) il coraggio di cambiare le regole e pensare al proprio ruolo che è quello della gestione della POLIS senza da questo trarne al di là del prestigio personale, rendiconti personali. Certo, questa sarebbe una bella favola ma, se in questo contesto almeno, dal punto di vista degli intendimenti, programmatici e non pubblicitari, non ci sarà una inversione di tendenza ci racconteremmo solo dell’aria fritta.

Noi di SEL abbiamo le idee molto chiare rispetto al contesto politico nazionale e locale e siamo disposti a DARE VOCE a chiunque abbia voglia di condividere in maniera “democratica” alle idee sopra esposte.

SEL Tortona



 9 gennaio 2013