Il Gruppo consiliare Cinque stelle di Alessandria nel mese di agosto aveva presentato unainterpellanza sul Terzo Valico, mai messa in discussione dal Consiglio comunale presieduto da Rita Rossa.

Il 6 dicembre appaiono ben tre ordini del giorno: quello di Cinque stelle, quello del PD esuccessivamente un documento della lista Rossa.

Il PD non spende una sola parola sulle finalità dell’opera, sulle metodologie Cociv, sull’assurdità di una spesa gigantesca per lavori inutili e fortemente impattanti.

Si limita a chiedere cose ovvie, dando per scontato che l’opera s’ha da fare:

– vengano interpellate ARPA e ASL (meno male che non hanno proposto, che so, l’associazione marinai d’Italia)

– Cociv e Italfer devono controllare quotidianamente lo smarino estratto (ma come! Chi fa l’opera?)

– vengano approfonditi studi geologici (il progetto è stato redatto nel 1992, si svegliano ora?)

– i Comuni vengano informati sulle opere compensative e sui traffici previsti (??)

– vengano prese misure per evitare incidenti durante il trasporto inerti e tutelato il benessere dei cittadini (???)

– attivare un tavolo di confronto con Rfi e Trenitalia (Il Cipe ha approvato il quarto progetto nel 2005!)

– riunire le commissioni comunali per affrontare le problematiche relative ai trasporti, ai collegamenti con la stazione di Alessandria e allo scalo.

AGGHIACCIANTE! direbbe Crozza. La povertà di competenze e di intelligenza insita in queste “richieste” fa il paio con l’insensatezza di presentarle ora a lavori avviati. La cosiddetta inaugurazione dell’opera è avvenuta otto mesi fa e, se non fosse stato per l’opposizione delle popolazioni e dei comitati, gli espropri sarebbero conclusi e le ruspe, in teoria, sarebbero già in azione da tempo.

Non mi dilungo sulla ampia e documentatissima relazione dei tre consiglieri Cinque stelle poiché riprende in toto le argomentazioni che da anni i Comitati No Terzo Valico portano avanti. La richiesta è precisa. Essendo l’opera inutile va sospesa o almeno va sottoposta a una moratoria.

La discussione si dilunga per quattro ore e sia il preambolo che i molti emendamenti presentati da Cinque stelle vengono bocciati con 4 voti a favore (3 Cinque stelle e Fiorentino di Rifondazione) 1 uscito dall’aula (Lombardi di Sel) e 18 contrari.

A questo punto il sindaco Rita Rossa presenta un proprio ordine del giorno che modifica quello presentato dalla maggioranza, ottenendo 20 voti a favore e tre contrari (Cinque stelle).

 

Il bicchiere mezzo pieno

Grazie alla determinazione del M5s il Consiglio comunale di Alessandria per la prima volta non è andato in brodo di giuggiole parlando di alta velocità, di progresso, di retroporto, di migliaia di posti di lavoro, ma ha esaminato anche i tanti aspetti negativi come iniziò a fare, ad esempio, il Comune di Arquata ben dieci anni fa.

La mozione Rossa esprime finalmente preoccupazione per i cittadini, si parla chiaramente, per la prima volta da parte di un membro del PD, di “devastazioni ambientali”.

Alla fine Rita Rossa dichiara la sua contrarietà all’opera “alle condizioni attuali”.

 

Il bicchiere mezzo vuoto

Veramente triste l’originario ordine del giorno della maggioranza di Centro sinistra, poi ecco l’emendamento Rossa con il “sono contraria all’opera”.

Cosa vuol dire? Ed ecco che lo precisa: è contraria al Terzo valico perché “al momento” porta solo svantaggi al Comune di Alessandria, in termini di passaggio di camion, amianto e cave sul territorio comunale. Ma se arrivassero generosi contributi al Comune bisognoso, o fosse previsto il recupero dell’area ferroviaria, la salute dei cittadini passerebbe in secondo piano e si darebbe l’assenso all’opera, con il suo corredo di devastazioni. Quindi una contrarietà condizionata e non chiara e netta.

Se la mozione del M5s proponeva uno stop ai lavori senza se e senza ma, data l’inutilità dell’opera, il costo e la sua pericolosità, quella del centro-sinistra richiede un approfondimento dei sondaggi e il rilancio dello scalo ferroviario alessandrino. Ovvero, in parole povere: si faccia, purché ce ne venga in tasca qualcosa. Nel documento Rossa si trova tutto e il contrario di tutto. Ovviamente non si può dare il voto ad una mozione presentata da chi parla in tono preoccupato di “devastazioni” e poi pone le condizioni per effettuarle. Il buonsenso suggerisce che se un’opera è inutile, economicamente disastrosa, devastante per l’ambiente, non si deve fare, punto e basta.

Evidentemente per buona parte dei nostri politici tutto ha un prezzo, vita e futuro compresi.

Antonello Brunetti



 14 dicembre 2012