Antonio Marcianò

Salvatore Cauchi

I carabinieri della compagnia di Tortona  hanno individuato ed arrestato due tortonesi che riciclavano rotoli di alluminio industriale rubati e li vendevano sul mercato come metallo usato. Si tratta di Antonio Marcianò, 46 anni, residente a Tortona e di Salvatore Cauchi, 41 anni, residente a Viguzzolo che sono stati arrestati per concorso in riciclaggio e ricettazione continuata.

Nella giornata di martedì sono stati sorpresi dai militari all’interno di un capannone situato lungo la strada provinciale per Castelnuovo Scrivia, di pertinenza di una ditta di autotrasporti. Erano intenti a smontare e frammentare rotoli di alluminio industriale per assimilarlo allo scarto di lavorazione. Il tutto con lo scopo di riciclarlo successivamente sul mercato del metallo usato.

Alcuni rotoli rubati che stavano per essere venduti

Dalle indagini è emerso che i sei rotoli di alluminio industriale che i due stavano utilizzando, erano stati rubati, insieme ad un semirimorchio, ad un imprenditore di Castelfiorentino (Firenze), tra il 23 ed il 25 novembre.

Durante la successiva perquisizione di tutto il capannone i carabinieri hanno trovato anche un semirimorchio cisterna contenente 30.700 chilogrammi di olio extravergine di oliva di origine comunitaria, provento di furto avvenuto il 25 novembre sempre ai danni dell’imprenditore di Castelfiorentino; ventotto nebulizzatori a motore per irrorazione di antiparassitari agricoli rubati nell’agosto scorso ai danni di una ditta di Voghera. E ancora: sette motori diesel marca Iveco ancora imballati; un semirimorchio centinato marca Cardi; centotrenta scatoloni, contenenti passata di pomodoro da 10 chilogrami ciascuno, per i quali sono in corso accertamenti al fine di stabilirne la provenienza. Il capannone industriale e tutto il materiale trovato è stato posto sotto sequestro. Gli arrestati sono stati condotti in carcere a disposizione dell’ autorità giudiziaria.

Il valore complessivo della merce non è stato quantificato ma è davvero ingente.

 28 novembre 2012

Il capannone dove si svolgeva l’attività illecita