Ore 7,50: parcheggio l’auto in Corso Repubblica (spazi blu) per accompagnare il figlio a scuola.

Ci sono molti, ma molti, parcheggi liberi. A quest’ora se ne trovano, e poi non si paga nemmeno. Il mio posto è il primo della fila, davanti non ci sono altri parcheggi, c’è un passo carrabile.

Torno indietro all’auto (5 minuti a piedi in tutti tra andare e venire) mi trovo un SUV mollato fuori dagli stalli, davanti al passo carraio, con due bambini piccoli chiusi dentro da soli. Il guidatore non c’è.

Siamo alle solite: il solito incivile ed oltretutto irresponsabile a lasciare i bimbi in auto da soli, anche se legati nei seggiolini posteriori.

Aspetto, e mi guardo intorno se fortunatamente dovesse passare un vigile (forse sarebbe più facile vedere un UFO, ma proviamoci!). Niente all’orizzonte. Passa una pattuglia in Corso Cavour, ma ci vorrebbe Jack Sparrow per arrembarli al volo mentre transitano. E io non ho quella prontezza di riflessi.

Penso che il proprietario del SUV o sarà andato dal tabaccaio o sarà in panetteria. Arriverà. E sono passati 5 minuti.

Esce un signore dal condominio, spero che sia suo, quel SUV che non mi permette di uscire perchè ha il muso quasi appoggiato contro la mia auto. Non c’è servosterzo che tenga per uscire, ci vorrebbe un elicottero. E tanti parcheggi vuoti. Che gente. Tutta la fila di parcheggi sull’altro lato della strada è completamente vuota, e questo ha anche parcheggiato contromano per venire qui, davanti a me, a impedirmi di uscire. Fantastico.

Invece non era nemmeno quel signore, che si allontana di fretta, a piedi.

Passano altri 5 minuti (e siamo a 10)

E di chi diamine è questo SUV, ma soprattutto, di chi sono i due bambini rinchiusi dentro??

Inizio a perdere la pazienza, quando è troppo, è troppo.

Con calma, ma MOLTA CALMA, esce dalla panetteria la solita mammina che parla al cellulare (alle 8 di mattina? Ma come facevamo a vivere senza i cellulari prima?) che con calma olimpica e continuando a parlare al telefono, apre il suo SUV, sale al posto guida, mette in moto e va. Senza cintura di sicurezza, sempre al cellulare, con due bambini dietro, ed io che, finalmente, posso uscire ed andare per i fatti miei.

Benvenuti a Tortona.

Lettera Firmata



 19 ottobre 2012