Furti a Novi Ligure, Tortona ed Alessandria, 7 persone arrestate, 15 denunciate, 22 capi di imputazione fra cui associazione a delinquere, merce recuperata per oltre 2 milioni di euro. Questi dati salienti dell’operazione “White load” coordinata dalla Questura di Alessandria che ha coinvolto 7 diverse questure e 5 commissariati di Pubblica sicurezza dislocati in Piemonte, Lombardia; Emilia Romagna e in Sicilia, scattata nella notte tra martedì e mercoledì che è stata illustrata, già poche ore dopo la conclusione, dal questore di Alessandria Filippo Dispenza e dal capo della squadra mobile Domenico Lopane.

Una brillante operazione che ha messo la parola fine ad una serie di furti venivano messi a segno ai danni di aziende e depositi in Piemonte e Lombardia con merce che poi veniva rivenduta presso supermercati e discount in provincia di Milano e Reggio Emilia, ma soprattutto in meridione. Gli investigatori hanno contato ben 30 colpi negli ulti cinque mesi, da quando cioè i banditi sono stati individuati e i poliziotti hanno iniziato a raccogliere prove per poterli incastrare, ma soprattutto per “mettere al fresco” tutta la banda e porre fine ai furti.

E così è accaduto in un’operazione congiunta che ha coinvolto le questura di Alessandria, Pavia, Milano, Sondrio, Bergamo, Messina, Varese e Reggio Emilia oltre ai Commissariati di Rho, Treviglio, Legnano, Gallarate e Saronno.

Tutti hanno agito in contemporanea nella notte e in manette sono finiti: Gerardo Gervasio, di 60 anni residente a Cerro Maggiore (Milano); il figlio Cristian Gervasio 28 anni, di Legnano, Ignazio Vella 53 anni, residente a Saronno; Alessandro Toscani, 62 anni di Legnano, Salvatore De pasquale, abitante a Piatela in provincia di Sondrio ma di fatto, arrestato in provincia di Messina dove abitano i genitori, Massimo Tassotti, 47 anni, di Magenta e Giancarlo Saresini 52 anni residente a Torrevecchia Pia in provincia di Pavia.

 

NOVI LIGURE, TORTONA, ALESSANDRIA I COLPI IN PROVINCIA

 

Un momento della conferenza stampa

Fra i numerosi colpi effettuati in provincia di Alessandria c’è stato quello, fallito, alla Pernigotti di Novi Ligure, il 23 ottobre scorso, dove agenti hanno rischiato di morire schiacciati dal Tir dei ladri; quello a Capriata d’Orba il 2 giugno 2011 alla ditta Logi Trade dov’è stata rubata merce per 80 mila euro, quello a Tortona, ai danni della ditta Gavio e Torti dove sono stati rubati due semirimorchi e un carico di scarpe e ciabatte del valore di 30 mila uro il 17 giugno 2011 e alla “Paglieri” di Alessandria il 12 maggio 2011 dove è stata rubata merce per 150 mila euro.

Risoluto il questore Filippo Dispenza durante la conferenza stampa: “Quando hanno cercato di ammazzare i nostri agenti per il furto alla Pernigotti che si è concluso davanti al casello di Serravalle Scrivia con la nostra auto schiacciata – ha detto visibilmente soddisfatto il Questore – ho detto che li avremmo presi e così è stato.”

Ma il furto che ha dato via all’indagine è stato quello effettuato nel mese di maggio dello scorso anni anno ai danni della Dial di Spinetta marengo. Quel giorno è iniziata la fine della banda.

 

ECCO COM’E’ STATA INDIVIDUATA LA BANDA

I ladri entrano da un oblò, disattivano il sistema di allarme anti intrusione, spostano le telecamere ed agiscono indisturbati per ore, senza che nessuno si accorga di nulla. Questo il sistema utilizzato dalla banda, chissà per quanto tempo e chissà quante volte, ma il colpo a Spinetta Marengo è stato fatale. Perché proprio da questo hanno preso il via le indagini.

“non è stato facile – ha detto il capo della Squadra mobile Domenico Lopane – avevamo solo delle immagini dove si vedevano delle persone incappucciate che entravano nell’azienda e basta. Come si fa ad individuare i colpevoli partendo da questa base? Solo grazie all’abnegazione dei miei agenti che hanno fatto un lavoro davvero encomiabile.”

I poliziotti sono partiti dal presupposto che quando si ruba un carico di merce deve avere una scora: un’auto davanti che segnala la presenza di eventuali pattuglie e una macchina dietro per favorire eventualmente la fuga o l’arrivo di pattuglie della polizia.

Sulla base di questo presupposto hanno controllato tutte le auto che sono transitate sull’autostrada e tutte le uscite dei caselli autostrada da Alessandria sud fino a Milano e Tortino. Un lavoro veramente da certosino: e alla fine sono riusciti ad individuare il TIR e le auto di scorta. Ecco come hanno preso il via le indagini che sono proseguite con intercettazioni, pedinamenti ed altra attività per molti mesi e alla fine hanno portato all’arresto delle sette persone e alla denuncia di altre 15.

 

COME AGIVANO I BANDITI: Gervasio era il capo

Secondo l’accusa il capo della banda era Gerardo Gervasio. E’ lui che organizzava tutto e tirava le fila dell’organizzazione. Un gradino sotto di lui c’erano Vella e Tassotti che erano le persone che organizzavano materialmente il colpo, effettuavano sopralluoghi, anche diverse volte, studiavano i sistemi di allarme, la zona e così via e alla fine, sempre secondo l’accusa, predisponevano minuziosamente ogni cosa. Salvatore de pasquale, generalmente era l’autista principale, quello che guidava il camion con la merce, mentre Saresini e Toscano si occupavano soprattutto della ricettazione e dove “piazzare” la merce. Gli altri 15 fra cui il figlio del Gervasio che ha ottenuto la misura cautela dell’obbligo di dimora (mentre gli altri sono rinchiusi in carcere) avevano ruoli di secondo piano.

In genere, la merce rubata veniva inizialmente nascosta, subito dopo il furto, in un capannone Buscate in provincia di Milano (sequestrato dai poliziotti), per poi essere riciclata su tutto il territorio nazionale ed in particolare nel Sud Italia, utilizzando diversi canali di vendita (discount, ambulanti, ecc), con la complicità di un ricettatore di Reggio Emilia.

Nel corso dell’indagine, gli uomini della Squadra Mobile sono riusciti a recuperare sette camion ed un ingente quantitativo di merce (pannelli fotovoltaici, giocattoli, lavatrici, profumi, prodotti alimentari, 200 tv, filati) per un contro valore di oltre 2 milioni di euro.

Quanto recuperato, unitamente ai veicoli rubati, sono già stati restituiti ai legittimi proprietari.

 16 maggio 2012