Un muro del pianto e una situazione disastrosa in tutta la provincia di Alessandria. Così il segretario provinciale della Cgil, Silvana Tiberti (nella foto) lancia l’allarme su quella che lei stessa definisce una “situazione drammatica”.

Lo ha fatto con una conferenza stampa che si è tenuta martedì pomeriggio presso la sede provinciale della Cgil in via Cavour ad Alessandria, in concomitanza con l’avvio degli scioperi indetti dalla Cgil che hanno preso il via proprio ad Alessandria con un corteo di 300 persone che ha creato problemi alla circolazione stradale lungo la statale 10 sul cavalcavia di Spinetta Marengo.

Scioperi che proseguiranno venerdì 20 aprile a casale Monferrato e a Novi Ligure, e lunedì 23 a Tortona, lunedì 7 maggio ad Arquata e mercoledì 9 a Serravalle Scrivia con cortei e manifestazioni.

Silvana Tiberti ha convocato in giornalisti per snocciolare i dati di una crisi che diventa sempre più buia e lascia pochissime speranze per il futuro.

 

I DATI IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA

Nel primo trimestre del 2012 le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria sono state 1 milione 298 mila 221 contro le 637 mila del 1° trimestre 2011 con un aumento del 95,22% cioè sono quasi raddoppiate ritornando ai dati del 2009. A trainare l’aumento è stato il settore della gomma plastica e soprattutto la città di Alessandria dove si trova tra l’altro, la Michelin che conta oltre 900 dipendenti.

“La causa di questo massiccio ricorso alla cassa integrazione da parte degli imprenditori – ha detto Silva Tiberti – è dovuta principalmente al calo delle ordinazioni sia per quanto riguarda il mercato interno, sia nelle esportazioni dovuto alla congiuntura internazionale. Dieci giorni di cassa integrazione fra stipendio e premi persi significano una perdita per un lavoratore di quasi 400 euro che alla fine “pesano” sul bilancio famigliare. Sono soldi in meno che vengono spesi e che riducono ulteriormente i consumi. Questo crea meno lavoro. E’ un cane che si mangia la coda.”

Altro dato negativo è la cassa integrazione in deroga, cioè le ore di cassa integrazione in cui i soldi vengono anticipati dagli enti, per fare in modo che i lavoratori non debbano attendere mesi prima di ricevere il denaro: la richiesta nei primi tre mesi dell’anno è aumentata del 55,8% ma se nello steso periodo dello scorso anno sono state richieste e pagate 956 mila ore, nel 2012 a fronte di una richiesta di 1 milione 498 mila ore ne sono state pagate solo 208.727. mancanza di soldi? Non si sa.

Il terzo indicatore negativo che rappresenta un grave segnale è il mercato del lavoro: le assunzioni in provincia di Alessandria, nei primi tre mesi dell’anno sono diminuite del 72%. Nel 2011 erano oltre 13 mila nel primo trimestre di quest’anno sono scese a 3.738.

 

MERCATO DEL LAVORO FERMO A TORTONA E NOVI LIGURE

“La situazione che preoccupa maggiormente riguardo alle assunzioni – ha aggiunto Silvana Tiberti – è quella registrata a Tortona e Novi Ligure dove abbiamo avuto un calo molto più accentuato rispetto ad altre zone della provincia. E’ un mondo del lavoro praticamente fermo in queste due zone, come se fosse “ingessato” e non riusciamo a capire il motivo. Sono dati che dovrebbero essere analizzati non solo dal sindacato ma anche dagli operatori che si occupano dell’andamento economico.”

Il settore più colpito di questa emorragia di assunzioni è quello del Commercio e dei servizi con oltre 1.500 assunzioni “perse” in un anno.

I dati della Cgil mettono in risalto in numero delle persone che sono state collocate in pensione che ha subito una riduzione del 43% a causa della riforma delle pensioni. Questo, secondo la Cgil, significa un mancato ricambio quindi meno assunzioni.

 

LA SCURE DI TORTONA E ALESSANDRIA SUI LAVORATORI

Come se non bastasse, secondo la Cgil è in arrivo una “mazzata” che sarà ricordata a lungo, soprattutto a Tortona ed Alessandria: l’IMU.

“Il 70% delle persone che effettuano al dichiarazione dei redditi da noi – ha aggiunto Silvana Tiberti – è proprietario di una casa. L’Imu si annuncia un vero e proprio salasso per tutti, è una vera tassa patrimoniale che colpisce il ceto medio che diventa sempre più povero. E’ dal 2008 che non si paga più l’ICI: adesso non solo ritorna, ma sulla prima casa, a Tortona ed Alessandria raddoppia e si pagherà in media 500 euro. Per non parlare delle seconde case, soprattutto di quei genitori che ereditando una casa dai genitori anziani la cedevano in uso gratuito ai figli. Prima era considerata prima casa, adesso invece, viene considerata seconda casa, con l’IMU che scatta a 1.200 euro, in media, all’anno.

 

PROSPETTIVE FUTURE? ZERO!

“La situazione è drammatica – ha concluso Silvana Tiberti – e si aggrava con la riforma del lavoro che non ci piace, con le pensioni slitteranno da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 7 anni con prospettive buie, perché quale datore di lavoro manterrà operai di oltre 55 anni che fanno i turni di notte? E’ inutile che fanno previsioni: se non si crea lavoro e non si aumentano i redditi dei lavoratori non ci sarà crescita e sarà sempre peggio.”

Angelo Bottiroli



17 aprile 2012