L’appuntamento è già stato fissato e sarà per sabato 26 maggio alle 15 davanti alla stazione ferroviaria di Arquata Scrivia dove si daranno appuntamento tutti i Comitati “No Tav” non solo della provincia di Alessandria, ma anche provenienti da fuori, per quella che si annuncia una manifestazione imponente per dire “No” al Terzo Valico.

Ad organizzare il corteo di protesta che si spera rimanga nei canoni della legalità e non si vi siano infiltrazioni di No-bloc o anarchici.

La manifestazione è organizzata dal Movimento “No Tav Terzo Valico.”

“Quando a inizio anno è stato annunciato trionfalmente per l’ennesima volta che a Marzo sarebbero stati aperti i cantieri del Terzo Valico – dicono i promotori della manifestazione – centinaia di persone si sono nuovamente messe in cammino per difendere la loro terra. Dalla Valpolcevera alla Val Lemme, passando per Arquata, Serravalle, Novi, Tortona, Pozzolo, Alessandria e Genova sono state decine le assemblee pubbliche che hanno dimostrato la contrarietà della popolazione locale alla costruzione del Terzo Valico. In molti Comuni si sono ricostituiti i comitati locali che hanno svolto un’importante opera di informazione della popolazione e che hanno permesso di allargare sempre più la partecipazione alle iniziative del movimento.”

Una partecipazione che secondo i Comitati, nasce dall’assurdità di voler spendere oltre 6 miliardi di euro per un’opera considerata inutile a fronte del peggioramento delle condizioni di vita della maggior parte della popolazione.

“Il Governo Monti e i partiti sostengono il Terzo valico – aggiungono i comitati – impongono sacrifici a tutti in nome della crisi con il taglio delle pensioni, la riforma del mercato del lavoro, la messa in discussione di diritti acquisiti. Eppure, nonostante la crisi, i soldi per finanziare i primi due lotti costruttivi di un’opera inutile che costerà 115 milioni di euro al chilometro si trovano. Poco importa se i dati di traffico del porto di Genova dimostrano che le linee esistenti sono più che sufficienti per trasportare le merci dalla Liguria al Piemonte. Poco importa che lo “smarino”, scavato dal tunnel sotto l’Appennino, contenga amianto come scritto in documenti ufficiali della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria e che nulla si voglia imparare dalla tragedia di Casale Monferrato. Poco importa se verranno distrutte le falde acquifere di alcuni acquedotti, se centinaia di camion attraverseranno i nostri paesi per un decennio, se terreni dovranno essere espropriati e case abbattute.”

“Per tutti questi motivi – concludono i Comitati – dobbiamo difendere l’ambiente, la nostra salute, il diritto a poter decidere sulle scelte che riguardano i nostri territori. Per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutti, giovani e anziani, uomini e donne, amministratori pubblici e cittadini che invitiamo già fino d’ora alla manifestazione del 26 maggio ad Arquata”.

16 aprile 2012