Dopo la pausa forzata a causa della recrudescenza autunnale e invernale del Covid-19, le volontarie e i volontari di “Chiese Aperte” tornano a raccontare storia, arte, fede e bellezza custodite nelle antiche chiese di Novi Ligure.  

Primo appuntamento domenica 20 giugno, dalle 15 alle 17 (orario di inizio dell’ultimo giro) con brevi visite da 30 minuti nelle due chiese novesi dedicate alla Vergine Maria: la Pieve e la Collegiata, durante le quali, tra le tante cose, avrete modo di conoscere anche alcune curiosità, come le opere d’arte “sponsorizzate” sia alla Pieve sia in Collegiata, infatti, personaggi appartenenti a nobili famiglie genovesi (Campofregoso, Spinola, Pallavicini, per citarne alcune) lasciarono il proprio nome e il proprio stemma accanto ad opere d’arte che, pur avendo un indubitabile significato religioso, sono state realizzate anche con un intendimento “politico”.  


Quello di cercare, con il proprio mecenatismo artistico (espresso in un luogo, la chiesa, che all’epoca aveva una valenza di “spazio pubblico” che oggi fatichiamo a comprendere), il consenso della popolazione locale e di chi, a Novi ligure, già allora veniva mosso da interessi economici e finanziari.  

Un consenso che veniva cercato non solo commissionando opere d’arte, ma anche facendo arrivare dalle Catacombe della città di Roma reliquie di santi e martiri come quelle di S. Vittore, attualmente custodite proprio sotto la mensa dell’altar maggiore della Collegiata, giunte a Novi Ligure grazie alle entrature di cui le famiglie nobili genovesi godevano nella Città Eterna.  

Questa pratica, testimoniata fin dai tempi più antichi nei templi delle divinità greche e romane, ci fa comprendere appieno la doppia valenza, “religiosa” e “laica” che nei secoli passati venne attribuita a luoghi come le nostre antiche chiese,  edifici che, al pari delle facciate dipinte e delle architetture interne (quando visitabili) dei palazzi nobiliari, sono un patrimonio culturale che merita di essere conosciuto, e fatto conoscere.