L’Isola dei Famosi, il noto reality di Canale5 manda in onda le immagini della rasatura a zero di Ignazio Moser che si è sacrificato per ottenere più cibo durante la settimana per il gruppo di naufraghi.

“Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli”, scriveva Primo Levi deportato ad Auschwitz nel 1944.


La pratica diffusa nei campi di concentramento era proprio questa: al momento del loro ingresso nei lager nazisti ai detenuti veniva effettuata periodicamente la rasatura a zero come segno di disprezzo.

Eppure, pare che la società civile, “benpensante” e consumistica di oggi se ne sia totalmente dimenticata.

Nella puntata di lunedì 24 maggio, infatti, ai naufraghi dell’Isola dei Famosi è stato chiesto di sottoporsi alla rasatura a zero per ottenere in cambio pasta durante la settimana in abbondanza.

Forse può sembrare esagerato il paragone con Auschwitz, del resto sull’Isola dei Famosi quei “detenuti” scelgono di andarci liberamente, ma dovremmo riflettere.

Il pubblico ha premiato il coraggio di colui che si è “offerto” al taglio dei capelli e della barba, vale a dire il trentino Ignazio Moser, e lo ha votato come secondo finalista del reality di canale 5.

Certamente, Ignazio ha dimostrato coraggio a perdere la sua folta chioma e a sacrificarsi per l’intero gruppo, ma è possibile che nessuno abbia pensato al valore delle immagini che sarebbero andate in onda?

Per chi ha chiaro in mente ciò che veniva fatto ai detenuti dei lager nazisti, per chi ha vissuto un’esperienza simile, per chi ha avuto dei parenti, amici, conoscenti deceduti durante l’olocausto, per chi ha semplicemente compreso il valore della dignità umana, per tutti coloro è davvero uno schiaffo quello mandato in onda ieri sera.

Nemmeno si è pensato al significato di una tale azione: scenica, d’effetto, non c’è dubbio, ma se è d’effetto un motivo ci sarà!

Viene così spontaneo chiedersi dove sia finita la dignità umana. Si portano delle persone alla fame e poi le si sottomette in cambio di cibo? Si chiede loro di subire una perdita, una forma di violenza, per poter sopportare meglio le settimane a venire sull’isola?

Questo rapporto di potere lede la dignità delle persone. E quel che è peggio è che l’intero pubblico è stato a sua volta ignaro complice. Il pubblico infatti, come già detto, ha premiato il coraggio di Ignazio Moser rendendolo secondo finalista del reality.

Così, anche un reality che porta nel suo slogan “liberi di sognare” ci riporta ad Auschwitz, del resto anche ad Auschwitz si faceva riferimento alla libertà…”Il lavoro rende liberi” si leggeva all’ingresso del noto campo di concentramento nazista.

E quindi a quanto pare, anche oggi, non sappiamo resistere dal tornare là dove tutto per l’umanità del Novecento è finito, là dove si insulta la dignità della persona per gioco, in un gioco, perché è solo un reality, perché è solo un programma leggero, perché ciò che conta è stupire.

Francesca Patton