Davide Calà, in arte Yarko, è un giovane rapper di Trieste, classe 2002, che ha pubblicato lo scorso anno il suo primo singolo dal titolo “Malessere” in collaborazione con Indieffusione (distribuzione Pirames Intenational). Il brano è ovvero disponibile su Spotify dal 1° maggio, mentre dall’8 è su tutte le piattaforme digitali [https://youtu.be/wtMIgtyMXw8].

La passione di Yarko per la musica sorge insieme alla volontà di esprimersi liberamente, senza per questo essere preso di mira o giudicato, ed è proprio per codesto motivo che inizia ad interfacciarsi con il mondo del rap, in cui immediatamente riscontra ideali di promozione della libertà d’espressione tant’è che nel 2013 comincia a fare freestyle. Affinata la tecnica, nel 2015, Davide Calà butta giù le prime bozze sino a comporre testi finiti nei quali tira fuori quanto ha dentro. Gioie, dolori e tante altre emozioni a motore della sua musica. A seguire l’intervista di Oggi Cronaca, per la nostra rubrica Oggi Musica, a Yarko.


YARKO, come ti descriveresti come persona e come rapper? Mi definisco una persona molto complessa e, però, allo stesso tempo estremamente  aperta a nuove esperienze e verso le diverse altrui visioni della vita. Come artista, invece, sono del tutto trasparente e senza filtri tant’è che questo è un po’ il mio “cavallo di battaglia”.

Qual è l’origine e il perché del tuo nome, YARKO appunto – e cosa rappresenta per te? Yarko è un nome che mi è stato attribuito diverso tempo addietro. Utilizzarlo significa, in un certo qual senso, ritornare alle origini; venne fuori in maniera quasi casuale dai miei amici e mi colpì da subito.

Cito <<Un linguaggio esplicito e senza filtri, e la capacità di trovare la giusta miscela tra provocazione ed ironia. Sono questi gli elementi che caratterizzano lo stile di YARKO (…)>>. Ebbene, tu ritieni di essere intenzionalmente provocatorio oppure, piuttosto, sei dell’avviso che siano gli altri a percepirti in tal modo in base a loro schematismi e impostazioni mentali? Qual è invece, a tuo parere, la peculiarità dell’ironia, la sua ragione d’essere? Beh, diciamo che tutto sta in base a come si prendono e a come ci si approccia davanti alle cose o ad un comportamento. Poi, certo io sono una persona molto testarda e combatto fino allo stremo per le mie idee ed i miei valori, ed è infatti proprio ciò che voglio emerga e si capisca di me. 

Dal tuo punto di vista cos’è la sfacciataggine e vi è un confine tra sfrontatezza, impertinenza, spudoratezza e trasparenza, sincerità? Per me la sfacciataggine è la capacità di interfacciarsi con la realtà nel modo più realistico possibile. Facendo il classico esempio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, sono dell’idea che il bicchiere sia a metà (e questa concezione è anche quella che è ho dell’essere umano).

A tuo avviso vigono ancora alcuni tabù e altresì preconcetti, discriminazioni, ai nostri giorni? E, se sì, quali? Ahimè viviamo, a mio avviso e purtroppo, in una realtà molto regressista nonché ipocrita, dove non regna la concretezza bensì stereotipi classici di ciò che debbono essere le persone e le situazioni – mentre bisognerebbe avere più volontà d’essere e nell’essere se stessi ed amor proprio, come altresì amore per le altre persone.

Sempre a proposito di argomenti “proibiti ed inviolabili”, quali sono i tabù che personalmente desidereresti cercare di abbattere al più presto e per quale motivo in particolare ti sta a cuore neutralizzarli? Il mio più grande desiderio, o comunque uno dei più grandi e che risulta un tabù per molti al giorno d’oggi, riguarda tutto ciò che era la vecchia scuola e lo stile semplice, chiaro e coinciso del rap di una volta. Il significato dei brani un tempo era chiaro e forte, senza mezzi termini…

E a riguardo di divieti e libertà, da cosa è “incarnata” e significa quest’ultima e soprattutto credi che sia possibile essere veramente liberi (da cosa, da chi)? Tu ti senti libero, e senti di essere più cuore/istinto o razionalità? Io sono da sempre un eterno razionale, che eppure purtroppo a volte si fa trasportare dal cuore, ma cerco non di meno di continuo di mantenermi ben concentrato nelle cose: è, la razionalità, una caratteristica che mi contraddistingue …e sì, si può essere davvero liberi dopo aver abbattuto i muri e gli ostacoli che molto spesso ci si auto-impone.

Rimanendo in tema di condizioni e situazioni sgradevoli, ti sembra – quella odierna – una realtà in cui la donna, per conquistare un minimo spazio, quasi si trovi a non poter fare altro che svestirsi e cedere a compromessi di natura sessuale? Forse la vera rivoluzione potrebbe essere, però, fare il contrario? Sono dell’idea che le donne, in generale, possano e debbano aspirare ad un qualcosa di più che svestirsi. Nel corso della Storia si è assistito alla lotta per questo e per qualcosa di ben diverso dal cedere. Tale volontà e questo più importante pensiero di riscatto dell’universo femminile si sono fatti sentire …personalmente ritengo che svendersi e sminuirsi sia controproducente e fine a se stesso.

Cito inoltre <<(…) La canzone “Malessere”, uscita il 1° maggio 2020 (Noise Symphony/Indieffusione) è scritta sopra ad un beat martellante che si pianta in testa – nascondendo il disagio generato dalla realtà circostante nel momento in cui non si comprende e non si viene compresi da coloro che circondano all’interno del proprio stesso ambiente>>. Immagino che questa sia un’esperienza autobiografica, o sbaglio? E il tuo disagio da cosa deriva nello specifico? Non sbagli, è corretto. L’origine di “Malessere” risiede in tutto ciò che sono io ora, nudo e crudo, senza fronzoli; nasce dalle mie esperienze, sociali e sentimentali e così via, fino a giungere in musica. Quello che si sente, a volte, influenza davvero tanto, e “Malessere” racchiude proprio tutte le idee sbagliate da me assimilate, persino nell’ascolto, al fine mettere in guardia chi a sua volta ascolta e trasmettere un messaggio per l’appunto forte e chiaro di riscatto dacché non è mai troppo tardi per prendere in mano le redini della propria vita.

Tu a cosa sei disposto per perseguire e raggiungere i tuoi obbiettivi, ti poni ossia qualche limite o il fine giustifica i mezzi in ogni caso a tuo parere? Io non mi pongo alcun limite, come si usa dire <<No Excuses>>. Se si vuole, è possibile non adottare scuse ché questa “filosofia” vale sempre, o quasi, quindi davvero non sento alcuno sbarramento nel puntare sempre più in alto.

Da bambino immaginavi e sognavi in qualche modo, se non di preciso, almeno orientativamente la tua età adulta? E vi è qualcosa che vorresti rivelare ai nostri lettori che, magari, non hai mai condiviso prima con alcuno? Da bambino talvolta immaginavo, e ho immaginato verosimilmente, come sarei stato; non mi ci sono discostato poi molto. Le mie esperienze dirette e no mi hanno plasmato per quel che oggi sono, a 360° gradi, e ne vado fiero. Socialmente i problemi non sono mancati ma, avendo ben fisso un obbiettivo, tutto prima o poi si supera.

Quale ritieni essere il potere della musica nonché il suo principale pregio, valore e finalità? Dal mio punto di vista la musica salva, e dà alle persone senza chiedere nulla in cambio. Ha difatti salvato me in alcune circostanze. Io sono dell’idea che “Nessuno ti salva ti salvi da te” per citare il rapper Jesto [https://youtu.be/XqkgfOZCNRw]. La musica cioè dà realmente la possibilità di salvarsi da sé, dà la forza di superare le situazioni penose senza l’effettiva necessità di aiuti esterni.

Per poter fare della propria Passione una professione, quant’è importante il curriculum? Con curriculum intendo non solo ed unicamente lo studio bensì piuttosto aver già fatto pratica, avere esperienza e contatti in un certo settore …perché se ciò fosse fondamentale (come appare talvolta porgendo domanda presso i vari “uffici di collocamento”), al meno di non mettersi in proprio, coloro i quali sono vergini nella conoscenza e disposizione di un accesso in uno specifico ambito, coloro i quali sono di umili origini e non hanno alcuno ad indicare qualche via da poter provare a percorre e neppure una sorta di fiducioso “mecenate” – sembrerebbe – siano e saranno sempre destinati ad un limbo… Il curriculum è molto, molto, importante secondo me. Il doversi fare e l’imprescindibilità di avere un curriculum non è una frase fatta in quanto in tutti i frangenti bisogna cominciare dalla gavetta, “farsi il mazzo” giorno dopo giorno per raggiungere – prima o poi – i risultati sperati. Chi salta la gavetta e cerca strade alternative è destinato a tagliarsi le gambe da solo, poiché la vita non fa sconti.

Dal tuo punto di vista cosa caratterizza o per lo meno sarebbe auspicabile caratterizzasse l’Arte in generale e gli artisti? A mio parere l‘arte e l’artista devono viaggiare in concomitanza, devono ossia essere collegati ed in simbiosi, in armonia. L’Arte non può non essere concepita da un artista senza porre sulle e nelle proprie opere lo specchio di se stesso.

Cosa rappresenta per te la Musica e come definiresti la tua di musica? La Musica è salvezza, è consapevolezza che c’è qualcosa anche quando potrebbe invece sembrare che non ci sia nulla. La musica è vita e regala emozioni a non finire, o almeno per chi (ne) è appassionato quale il sottoscritto.

Circa il tuo già menzionato brano d’esordio dal titolo “Malessere”, con quale aspettativa ed intenzione è stato scritto? E quale il messaggio che vorresti comunicare con esso? Il messaggio che “Malessere” vuole comunicare è un messaggio di riscatto e d’orgoglio personale, tramite un linguaggio esplicito e senza filtri, nel tentativo di far aprire gli occhi all’ascoltatore su quello che è il vero significato della musica e su chi lo trasmette al meglio, in maniera diretta. 

Dal 29 gennaio è in tutti gli store digitali il primo Mixtape della Community Indieffusioni nato dalla tua collaborazione con i rapper CROTTI B e Juanito Vibez. Quale fu e quale è stata la tua prima impressione su di loro e cosa vi ha fatto trovare tanto da realizzare insieme quattro tracce? Juanito Vibez vive vicino a me, è un mio grande amico, se non un fratello, ed è stato un piacere collaborare con lui mentre CROTTI B è un ragazzo d’oro; ciò di cui ci ha fatto dono è la passione, vera e propria, per quest’arte e disciplina – oltre a trasmetterci la voglia di mettere su carta quel che ci accomuna e che proviamo.

Del brano “Incubi”, composto assieme a Juanito Vibez e contenuto in “Follow the Noise Mixtape”, cosa puoi raccontarci e dirci? “Incubi” è un, ulteriore, brano che vuole puntare su quelle che sono le f-r-asi salienti della vita, il malessere generale e il dolore che si prova in certi contesti, lanciando un messaggio di ripresa, in tutto e per tutto, nonostante i drammi che proprio l’esistenza pone dinanzi.

E del brano “Vaffanculo”, realizzato con CROTTI B e di “Back in B”, insieme pure e di nuovo a Juanito Vibez e CROTTI B, quale ne è la motivazione più intima e le emozioni più forti nel ripercorrerle? “Vaffanculo” è conseguenza e nasce dalla realizzazione e presa di coscienza del cambiamento, quando cioè si comincia ad affrontare a testa alta il quotidiano, pur soli e solamente focalizzati sui propri obbiettivi.

Quali le tue priorità, ad oggi? E quali i tuoi prossimi progetti artistici e personali, a breve e a più lungo termine? Le mie priorità sono dare presto luce, appena possibile, a nuovi progetti e mettere nero su bianco quello che sono io ora e quella che è la mia vita, quelle che sono le mie esperienze e così tendere la mano a chi ha meno forza di me. Vorrei trasmettere grazie alla musica un senso di benessere, persino ulteriore a chi già è sereno, regalando la sensazione a chi ascolta di poter trovare conforto in Yarko e nei miei testi, nel loro messaggio.  

Giulia Quaranta Provenzano