Noi di Oggi Cronaca vi presentiamo oggi, per la rubrica Oggi Musica, il cantautore Domenico Carlomagno e lo faremo direttamente attraverso l’intervista a colui che per l’appunto non ama definirsi cantante quanto invece “umile menestrello”.

Domenico, come descrivesti la musica e il tuo fare musica? “La mia musica rappresenta quello che vedono i miei occhi, unitamente ad un pezzo di me e ad un po’ di romanzo. Quando la gente mi dice che si ritrova nei miei testi mi sento soddisfatto perché provo spesso ad immedesimarmi nelle situazioni e nelle sensazioni degli altri. Sono un buon ascoltatore…”.


Quale ritieni essere il potere della musica nonché il suo principale pregio, valore e finalità? “La musica è una partner che non è mai gelosa! In base ai momenti, agli stati d’animo, è possibile cambiare il genere ma resta pur sempre lei e sa trovare immancabilmente una soluzione dentro una frase che poi accompagna, a volte, anche per la vita. Almeno con me fa così. La musica è cultura, moda, storia, è una droga e gli “effetti collaterali” sono il sentirsi in viaggio persino da fermi e il conoscere tante persone senza aver nessuno di fronte”.

Per poter rendere la propria Passione una professione, quant’è importante il curriculum? Con curriculum intendo non solo ed unicamente lo studio bensì anche e piuttosto aver già fatto pratica, avere esperienza e contatti in un certo settore… “Beh, come in ogni cosa studiare è importantissimo ma la musica, secondo me, non ha uno schema preciso quindi se quello che si fa agli altri piace e soprattutto a se stessi piace, vuol dire che va bene. Certo trovarsi in un ambiente già aperto a diversi panorami può dare nuove motivazioni, stimoli e possibilità e se ci si mette un piccolo aggancio con qualche contatto già addentrato sicuramente tutto prende un valore aggiunto. In ogni caso, la gavetta aiuta sempre. Live …live …live!!!”.

Vi è qualche persona ed artista al quale ti ispiri nel tuo fare musica e con il quale vorresti collaborare, e per quale specifica ragione? “Le mie influenze sono così tante che dovrei fare migliaia di feat – autoironizza! Ho ascolti molto vari e mi piace sperimentare suoni e generi differenti senza comunque mai snaturarmi. Mi piacerebbe scrivere per diversi artisti che ammiro, in particolare per Emma, Annalisa, Elisa e Francesca Michielin”.

Secondo te c’è una Bellezza che può essere universale e travalicare il gusto e le preferenze? È possibile ovvero che vi sia davvero un universalmente bello così riconosciuto da tutti, seppure ognuno ne venga attratto per un aspetto piuttosto che per un altro? “Assolutamente sì! Ma è una cosa prettamente singolare. Il bello, per me, talvolta è racchiuso in cose tanto piccole e semplici che potrei sembrare banale, mentre altre volte non riesco a percepire la vera bellezza in quanto magari abbagliato da un’altra luce”.

L’innamoramento e l’amore li auguri a te stesso od attualmente non sono una tua necessità fondamentale né urgente? Ed inoltre tu sei sensibile ai colpi di fulmine o, al contrario, per scegliere di accompagnarti ad un’altra persona necessiti di qualcosa in più di una mera attrazione fisica, dettata dal magnetismo esteriore? Ti è mai capitato di iniziare una frequentazione unicamente sulla scia di un interesse e “richiamo” sessuale, come all’opposto affascinato solamente mentalmente e dall’animo dell’altra persona? “Avere una persona al proprio fianco che sappia capire, ascoltare e magari anche restare in silenzio al momento giusto è importante. Io adoro discutere con le donne e guardare dentro i loro occhi. A un bel fisico ho sempre preferito una bella mente! Ho avuto relazioni così profonde in così poco tempo che c’era da spaventarsi …Ma oltre all’attrazione e alle “belle menti” capita che ci sia bisogno anche dell’ordinario e del cosiddetto normale”.

Cosa trovi massimamente seduttivo ed imprescindibile perché una partner possa permanere quale centro di gravità che non ha bisogno di ulteriore ed altro di diverso da lei? “In una delle mie canzoni ho scritto <<Io mi innamoro 20 volte a settimana, e faccio l’amore forse neanche la metà>>: è una frase che mi rappresenta molto. L’innamoramento, nonostante le sue reazioni interne, passa. E nel momento in cui non passa, ebbene, c’è da pensarci su! Forse è quella giusta. E per quella giusta intendo che le altre sono elementi del contorno che circonda”.

Nel tuo singolo del 2017 dal titolo “Solo i pazzi sanno amare” [https://youtu.be/k9PgzBP2P3Q] perché e da cosa muove il tuo credo secondo il quale appunto solamente questi amano realmente con il cuore in una mano, senza finzione, onestamente? E qual è dunque, detto altrimenti, la tua concezione di Amore autentico? “Ho utilizzato la figura del pazzo come metafora seppure il maestro Mogol fosse parecchio contrariato da questa mia visione e non di meno, nonostante l’infinita ammirazione che ho per lui, resto molto fermo e convinto. Chi è disposto a fare di quell’amore la propria malattia e la propria cura sa davvero cosa vuol dire amare. L’Amore autentico non ha bisogno di grandi gesti, bensì di piccole follie”. 

A proposito del tuo brano “Cristallo baccarat” [https://youtu.be/P5YmjmTBUzA], qual è la tua maggior fragilità e da cosa pensi derivi? “Questa intervista sembra più una seduta di psicanalisi, ahahhahaha [N.d.R. e sì, da una socratica in fondo non ci si può aspettare qualcosa di diverso]! Anche la figura del cristallo è una metafora, è un elemento così raro e prezioso e allo stesso tempo così fragile… Le mie fragilità sono tantissime, anzi talmente tante che fra loro creano una sorta di scudo che mi avvolge. Ecco, potrei dire che la mia forza sono proprio le mie fragilità”.

Circa il tema dell’ereditato e dell’indotto quali sovrastrutture sociali ed altresì famigliari alla luce dell’educazione ricevuta a forgiare più o meno in parte il sé, ritieni di aver introiettato alcunché e che vigano ancora alcuni tabù ai nostri giorni? Ed eventualmente quali sono i tabù che personalmente desidereresti cercare di abbattere presto e per quale motivo ti sta a cuore neutralizzarli? Ho un bellissimo rapporto con mio padre, puro e sincero. Mi ha dato le giuste basi per comprendere che l’educazione che si ha è quella che ci si merita. I tabù al giorno d’oggi sono moltissimi, dalla razza al colore, dall’orientamento sessuale alla religione. È lo stesso, un po’, anche nella musica. Forse il tabù che vorrei sfatare più di tutti è che se una persona prova a seguire i propri sogni non è un fallito, né un viziato. A volte ci si sente frenati a perseguire le proprie voglie e i propri sogni proprio per paura delle bocche troppo larghe, degli occhi sempre vigili e delle lingue velenose. Ma se si è capaci…”.

Sempre per ciò che concerne tabù e libertà, come definiresti quest’ultima e soprattutto credi che sia possibile essere veramente liberi (da tutto e tutti)? Tu ti senti libero, in grado di autodeterminati e timonare la tua esistenza dove maggiormente desideri in quanto volere è immancabilmente potere? “Altra domanda da un milione di dollari, ahahhaha …il fatto è che a volte si rischia di essere schiavi della propria libertà! Io non sono mai in pace con me stesso, sempre per la famosa “ansia-amica che non mi abbandona mai”. Però questo non vuol dire che vivo male, eh… Io provo a guardare spesso al futuro, immaginare dove sarò, come e con chi. Tuttavia poi mi spavento e torno al presente, preferisco rimanere nel contesto in cui riesco a tenere tutto sotto controllo. Sono abbastanza indipendente, libero quanto basta e nel momento in cui ho il dubbio di non esserlo c’è sempre Martina, la mia chitarra, che mi fa vedere luoghi e posti lontani da qui. Con lei la libertà è a portata di plettro”.  

Giulia Quaranta Provenzano