“Rischiamo seriamente di raggiungere il triste primato europeo dei decessi per Covid entro l’estate. In Italia le vite strappate dal coronavirus sono state finora poco più di 107mila, sesti per numero assoluto nel mondo e secondi in Europa dietro il Regno Unito a quota 126.684. Ma la distanza tra noi e i britannici si sta assottigliando e con questo trend nel giro di due mesi potremmo purtroppo prevalere in tale ecatombe. Fatalmente il boom di presenze nelle terapie intensive e nei reparti andrà ad alimentare il dato dei decessi ancora per molte settimane”.

È l’Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) a stimare questo possibile nostro amaro primato europeo per decessi, che del resto per tasso di letalità ci vede già sopra il Regno Unito (3,07% contro il 2.92%), benché peggio di noi, in questo caso, stiano Bulgaria, Ungheria e Grecia.


“Nell’ultima settimana – spiegano nel dettaglio dal sindacato datoriale – il Regno Unito ha registrato una media Covid di otto decessi per milione di abitanti. Noi sei volte più, siamo a quota 48. La Francia 26, la Germania 15”.

Domenico Mamone e Giampiero Castellotti, presidente e responsabile comunicazione dell’Unsic, nonché autori di un’approfondita ricerca su “Covid e dintorni” scaricabile liberamente al link https://tinyurl.com/9hy9d64, traggono conclusioni: “I fondi della Next Generation Eu debbono tener conto di questo triste quadro italiano. Non casuale: se al Nord occorrerà indagare sull’accentuata diffusione del virus, e non farà certamente male intervenire seriamente sulla transizione ecologica visto che anche l’inquinamento ha le sue colpe, al Sud, dove il virus ha colpito meno, gli investimenti dovranno però rimettere a posto una sanità spolpata dai tagli e dal malaffare”.

I due esponenti del sindacato datoriale aggiungono: “Al dramma umano si aggiunge quello sociale. Oltre alle ripercussioni su gran parte delle attività produttive, comprese quelle artistiche, ci sono due aspetti di cui si parla meno: la scomparsa di almeno centomila pensionati rappresenta una perdita anche economica per decine di migliaia di famiglie, mentre con la tendenza di questi giorni il 2021 rischia di accentuare quella desertificazione demografica in atto, che lo scorso anno ha visto ridursi la popolazione italiana di 384mila residenti”.

Mamone e Castellotti concludono: “Indubbiamente è importante attrezzarsi per la ripartenza, ma rinnovare previsioni sull’estate ‘libera tutti’, come sta facendo qualche politico, è da incoscienti con 500 decessi al giorno, quasi 30mila ricoverati e oltre 3.600 persone in terapia intensiva”.