Per il turismo italiano il 2021 potrebbe essere realmente l’anno zero: la tempesta perfetta del Covid ha imposto a operatori del settore e amministrazioni centrali e locali di rimodulare e possibilmente rivoluzionare l’offerta, con “Proposte Blend”, ovvero pacchetti per luoghi di prossimità e veicolazione digitale.

È il quadro tracciato dal dossier di Agi e Censis Reinventare il turismo dopo la tempesta perfetta“, secondo cui la pandemia da coronavirus si è abbattuta sul turismo in modo inaspettato, con una forza inusitata e pervasiva, e ha colpito un Paese che “da un lato ha nel turismo una delle sue principali punte di freccia, dall’altro, cronicamente fatica ad inquadrare il bersaglio e a massimizzare le enormi potenzialità di cui dispone”.


Per 20 anni – si spiega nello studio – il turismo ha conosciuto una straordinaria espansione: nel 2019 circa 1,5 miliardi di persone hanno viaggiato consentendo al turismo di rappresentare il 10% sia del Pil che dell’occupazione mondiale. L’Italia, meta matura, è però passata dal 7% di tutta la spesa turistica mondiale dei primi anni Novanta al 3,4% circa nella seconda decade del 2000. L’impatto diretto del settore turistico nell’economia italiana si attestava intorno al 6% del Pil e al 7% dell’occupazione (con più di 1,5 milioni di posti di lavoro). L’impatto complessivo del turismo (considerando effetti indiretti e indotti) risultava pari al 13% del Pil, un valore superiore alla media dei Paesi Ue, con circa 3,4 milioni di posti di lavoro, pari al 15% del totale.

Ma nell’ultimo decennio – si evidenzia nel dossier – la crescita è stata disomogenea e il settore ha cambiato pelle: le vacanze sono diventate brevi e i turisti sempre meno italiani, al punto che nel 2017 è avvenuto il cambio di passo con una forte accelerazione di sistemazioni extra-alberghiere rispetto a quelle alberghiere ed un accentuazione dell’overtourism nelle grandi città attrattori. Ma sembra ormai passato remoto: il Covid impone ora altre declinazioni, ripartendo praticamente da zero, o meglio da quel turismo domestico che va “educato attraverso un’offerta che faccia emergere anche le eccellenze dei territori decentrati e l’Italia si trova ad avere l’occasione più unica che rara di rimodulare i flussi turistici, partendo da quelli nazionali per poi orientare anche i bacini di traffico estero, quando ripartiranno”.

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