Tortona città senza identità? Quanto e cosa sanno del luogo in cui vivono le nuove generazioni? Cosa sanno del passato e dei personaggi (famosi e meno) che hanno caratterizzato la storia passata e recente della città?

E’ giusto che la globalizzazione, il Covid, la compulsiva frenesia di internet facciano dimenticare le origini della nostra città?


Sono alcune domande che sorgono spontanee leggendo la lettera che ci ha inviato un tortonese e che ripropongono il problema della conoscenza dei nostri luoghi, della città in cui abitiamo e della sua storia.

Il Comune di Tortona se ne è già reso conto e ha avviato una bella iniziativa in merito dal titolo “Scopri Tortona: volti e voci per una Storia che continua…” per conoscere alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia della città, di cui trovate ogni dettaglio a questo link http://www.vivitortona.it/Sezione.jsp?titolo=scopri-tortona.-volti-e-voci-per-una-storia-che-continua&idSezione=4194.

Una bella iniziativa che abbiamo solo presentato della quale ci riserviamo di trattare ancora illustrando ciò che è avvenuto nella prima puntata, ma questo è sicuramente un primo passo che necessita di altri interventi e forse non soltanto da parte del Comune, come suggerisce anche l’email di un nostro affezionato lettore che pubblichiamo di seguito e di cui evidenziamo la proposta.

Iniziare a far conoscere Tortona, la sua storia e le sue peculiarità, forse già dalle elementari, in modo che i bambini imparino ad amare il luogo in cui abitano, magari realizzando anche un piccolo museo fotografico sulla storia di Tortona utilizzando le pareti del Museo Orsi in modo che le persone che vi entreranno imparino a capire cos’è Tortona e ad amarla.

Angelo Bottiroli

Di seguito l’email del nostro lettore

Egregio Direttore,

quanto sottoriportato  scrivevo nel 2015 al Suo giornale. Lo ripropongo perche’ se qualcosa si muove in tal senso, cose di questi giorni, molto di piu’ si dovrebbe  e potrebbe fare. 

L’obiettivo primario e finale dovrebbe essere ridare a Tortona quello che di Tortona e’ stato e potrebbe essere.   

Nulla a che vedere con la politica. Portare nelle scuole ed alla popolazione la storia di Tortona e dei suoi tanti personaggi e non circoscriverla ai luoghi chiusi e troppo esclusivi (quando si potra’).   

Portare significa andare nelle scuole, portare nelle case  pagine di giornali locali dedicate a uno o piu’ personaggi settimanalmente, pubblicare monografie “economiche” magari con il contributo degli sponsor che a Tortona fanno affari (grande distribuzione in primis ma non solo) e non aspettarsi, occorre cercarli, dalla sola Fondazione aiuti in tal senso.

Non mancano a Tortona gli uomini e le donne che potrebbero occuparsi di ricerche e stesure di testi: occorre solo coinvolgerli per un fine che sia culturale,  storico, sociale e non politico. Un esempio: del nostro ospedale si parla molto ma la storia di coloro che hanno contribuito alla sua costruzione, spesso anonimi o ricordati, nei locali o corridoi piu’ defilati ed anonimi, nelle lastre marmoree sui muri, quanti la conoscono?  Ci hanno lasciato in eredita’ un testimone che qualcuno ha raccolto o e’ stato lasciato cadere decenni orsono e mai piu’ raccolto da nessuno se non per fini elettorali?   
Cordiali saluti.

LA LETTEREA DEL 2015

…la citta’ ha perso la sua identita’; non ha piu’ radici profonde che la legano al suo passato, non necessariamente di primissimo piano, e la cultura dell’appartenenza e’ evaporata con gli anni.

Cosa hanno fatto i cittadini, e chi i cittadini rappresenta ad ogni livello, perche’ cio’ non accadesse?  Suggerivo tempo addietro di valutare la possibilita’ di allestire dei manifesti con queste fotografie e di coprire le vetrine di quei negozi ormai chiusi che fanno “bella mostra” con quei  vecchi giornali a coprire le vetrate disadorne affiancandole magari con la storia di quell’attivita’ economica che magari per tanti anni e’ stata esercitata in quel luogo.   

Quei negozi ormai chiusi hanno una storia il piu’ delle volte con radici che partono da tempi lontanissimi e forse quelle vetrate oggi cosi’ tristi e disordinate potrebbero attirare l’attenzione di giovani e meno giovani. Vero che  non si riattiverebbe l’economia ma almeno la storia di Tortona, e le sue radici, potrebbero stimolare la memoria e l’interesse di qualcuno.

E che dire dei personaggi piu’ famosi cosi’ poco conosciuti? Perche’ non portare la storia di quanti con la musica, il canto, lo sport, la politica ed altro hanno dato lustro alla loro citta’ a contatto diretto, in parole povere ad altezza d’uomo, con chi vive la citta’ o chi la stessa la visita?

Abbiamo i portici quindi utilizziamoli; portiamo al pubblico un qualcosa che non debbano  cercare nei luoghi chiusi, almeno nella bella stagione, spesso volutamente “esclusivi” ma privi di anima e confronto.Forse solo la Fondazione, sempre lei e solo lei, potrebbe fare qualcosa. Purtroppo la politica, e la miriade di “associazioni” collaterali, ormai non fa piu’ nemmeno politica.  

Grazie alla Fondazione per la nuova iniziativa che, chissa’, potrebbe anche scendere ancor piu’ in mezzo ai cittadini occupandosi anche di questo aspetto che molti definiranno “cultural popolare” ma che in fin dei conti e’ la storia della citta’.

Perche’ non ricordare coloro che, anche con poca istruzione e cultura prima ed appena dopo la guerra, hanno fatto di Tortona un centro industriale florido e conosciuto ovunque?  Forse nei libri di storia non troveremo traccia ma nella storia della cittg’ il solco da loro tracciato e’ stato profondo e proficuo; senza fare sfoggio di una cultura approssimativa perche’ la loro cultura era il lavoro in senso stretto e non le chiacchiere.

Il Tortonese fedele