Curare oggi, anche utilizzando le nuove tecnologie, significa sempre più focalizzarsi sulle persone, conoscere le caratteristiche di ognuno, le esigenze e gli stili di vita: ecco perché l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, attraverso il Centro Studi per le Medical Humanities, ha realizzato un progetto finalizzato a focalizzare l’attenzione sulla creazione di percorsi di cura innovativi e cuciti “su misura” a seconda delle specificità di ogni paziente. 

È stato pertanto ideato un progetto che vede l’utilizzo di una piattaforma digitale per la personalizzazione e la co-costruzione del percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo: lo strumento, oltre ad essere una piattaforma di medicina narrativa, è una metodologia che facilita una relazione a distanza empatica e su misura. 


Nello specifico, il progetto vede l’introduzione della Digital Narrative Medicine (DNMLAB), piattaforma digitale interamente pensata per lo sviluppo di progetti di telemedicina che integrano le metodologie della medicina narrativa. La piattaforma è stata sviluppata dalla start up sociale e innovativa DNM, in un progetto curato da Cristina Cenci, antropologa Founder del DNM-Digital Narrative Medicine ed esperta nel settore: La medicina narrativa valorizza la raccolta e linterpretazione delle storie dei pazienti per diagnosi più veloci e terapie appropriate e personalizzate. DNMLAB è una piattaforma digitale che facilita la condivisione del percorso di cura a distanza. Telemedicina e teleassistenza sembrano rimandare a una relazione di cura più spersonalizzata, distanziante e asettica. Al contrario, se uniamo il setting digitale e le metodologie della medicina narrativa, la relazione virtuale può facilitare la relazione e lascolto. La piattaforma DNMLAB è un sistema informatico-telematico che consente al team curante, al paziente e al caregiver di interagire a distanza in una modalità che valorizza la storia e i bisogni del paziente. DNMLAB valorizza la facilità della comunicazione digitale, trasferendola da un contesto casuale, non protetto e non governato come le email o WhatsApp, in un percorso di comunicazione e di ascolto strutturato secondo le metodologie della medicina narrativa e protetto dal punto di vista della privacy” 

Spiega Giacomo Centini, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria: “Lemergenza ci ha imposto di comprendere le tendenze del contagio giorno per giorno, di fare le migliori scelte per la comunità. Certamente è necessario continuare ad investire in ricerca per comprendere il virus, ma ci siamo davvero resi conto di quanto sia fondamentale la relazione umana, quella relazione che si instaura tra operatore di cura e persona assistita: abbiamo bisogno di relazione, perché la malattia, che è una rottura nella biografia di una persona, ha bisogno di essere raccontata. Ciascuno di noi è una storia, al di là dei numeri che formano una narrazione di numeri e datiche sacrifica laspetto umano, imprescindibile per gli operatori della salute. Su questi aspetti da tempo opera il nostro Centri Studi per la Medical Humanities che si inserisce nel Dipartimento attività integrate Ricerca e Innovazione diretto da Antonio Maconi. Ringraziamo la Solvay per aver supportato questo progetto, un intervento che vedrà il coinvolgimento di varie aree terapeutiche, tra cui loncoematologia, la riabilitazione, la cardiologia, per il quale sarà possibile coinvolgere più staff e un bacino di utenza che coinvolge i pazienti delle aree disciplinari coinvolte nella progettazione. Il progetto si inserisce nella più ampia opera di valorizzazione della cultura come parte integrante del processo terapeutico che vede coinvolta lAzienda Ospedaliera in un ospedale health literate”. Ringrazio ancora Solvay, che ha permesso il finanziamento per lavvio di questa nuova modalità di intervento, che coinvolge inoltre il nostro Clinical Trial Center, che in stretta collaborazione con il Master dedicato agli operatori di ricerca, consente limplementazione di nuove figure professionali proprio finalizzate a supportare le attività di ricerca in azienda”.  

Un progetto che Solvay ha supportato, anche grazie all’intervento del Sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco, come spiegano Andrea Diotto Solvay Spinetta Marengo Site Manager e Marco Colatarci Solvay Country Manager Italy: “Il sito Solvay di Spinetta Marengo è onorato di poter supportare lAzienda Ospedaliera di Alessandria in questo progetto scientifico e sanitario. Soprattutto in questo contesto di emergenza nazionale, Solvay conferma il proprio impegno nei confronti del territorio in cui opera attraverso il concreto sostegno alle realtà territoriali”. Continua ancora Colatarci: “La storia di oltre 158 anni di attività produttiva del Gruppo Solvay, si è consolidata sullapproccio del fondatore Ernest Solvay, che ha promosso agli inizi del secolo scorso i primi convegni scientifici a livello internazionale. Crediamo fermamente nellimportanza della collaborazione fra pubblico e privato tanto più quando si perseguono, come in questa iniziativa, obiettivi di sviluppo nellassistenza medica e nella cura dei cittadini grazie a una significativa attività di ricerca”.